Ritenzione urinaria in paziente anziano
buon giorno, chiedo un consulto perche a mia madre è stato diagnosticato un problema di ritenzione urinaria da demenza, cerco di spiegarmi meglio, mia madre 75 anni appena compiuti con problemi psichiatrici ( a volte sente delle voci) è stata operata il 24 dicembre scorso per una frattura al femore e cateterizzata prima dell'intervento, dopo circa una settimana è stata dimessa e inviata in una clinica per riabilitazione ,prima della dimissione il catetere è stato rimosso,in clinicai primi giorni è stata tenuta con i pannoloni e tutto andava bene poi come da prassi " in questa clinica" è stato reinserito il catetere e tenuto circa un mese, adesso che si avvicina la data di dimissione è stato tolto il catetere e per i primi 2 o 3 giorni non ci sono stati grossi problemi tranne un senso spossatezza da parte di mia madre perche non riusciva bene ad urinare ma io stesso l'ho accompagnata al bagno e so per certo che i primi giorni anche se a fatica riusciva a farla, successivamente è successo un giorno che si è bagnata completamente e al mio arrivo in clinica si lamentava del fatto che suonando il campanello nessuno veniva ad aiutarla a cambiarsi, dopo questo episodio ha smesso di urinare ed è stato necessario svuotargli la vescica per 3 volte di seguito, ovviamente i medici hanno reinserito il catetere e alle mie domande rispondono che la paziente ha problemi neurologici che gli impediscono la minzione e consigliano la cateterizzazione a vita, secondo voi mia madre che prima della caduta apparte i problemi psichiatrici non soffriva di nient'altro era autosufficente fino al punto di preparare il pranzo potra' tornare ad avere una vita un po' piu' normale magari senza essere costretta ad avere il catetere a vita? scusate se non mi sono epresso bene ma fatico a riuscire a spiegare tutto in 2 parole, grazie a tutti voi per l'interessamento
[#1]
Medico Chirurgo
Gentile Signore,
occorrerebbe capire perchè sua madre, paziente a suo dire psichiatrica, non urini più spontaneamente.
Dopo una lunga cateterizzazione vescicale (quella di sua madre è durata un mese), si esegue una sorta di divezzamento per la riacquisizione completa della percezione dello stimolo, della continenza e della capacità minzionale.
Che cosa sia successo a sua madre, io francamente non riesco a comprenderlo.
Forse che la signora bagnandosi e non essendo accudita dal personale (deprecabile!) abbia deciso di non urinare più spontaneamente perchè ha paura di potersi bagnare?
La Sig.ra soffre di diabete mellito di II tipo da lunga data che potrebbe aver determinato una neuropatia autonomica a estrinsecazione vescicale e dunque è ostacolata realmente a contrarre la vescica durante la minzione?
La Sig.ra ha avuto lesioni neurologiche durante il ricovero ospedaliero tali da terminare una alterazione dei riflessi che presiedono alla percezione dello stimolo e allo svuotamento vescicale?
Sono domande a cui possono rispondere i medici che l'hanno seguita. E che sicuramente avranno escluso la presenza di qualsivoglia patologia vescicale a carico del trigono (papilloma ecc)
Ciò premesso, se sua madre non minge spontaneamente, quale che sia il motivo, l'unica soluzione resta la cateterizzazione permanente: io ho pazienti anziani con neuropatia diabetica che sono cateterizzati a permanenza, cambiano regolarmente il catetere, nascondono sotto i vestiti o in un tascone la sacca raccogli urine e hanno una vita normale.
Non cateterizzare sua madre significa farla andare incontro a ripetuti episodi di ritenzione vescicale con necessità poi di cateterizzazione di urgenza....
Resta tuttavia da capire perchè sua madre non minge più spontaneamente o non voglia più mingere spontaneamente.
Cordialità.
occorrerebbe capire perchè sua madre, paziente a suo dire psichiatrica, non urini più spontaneamente.
Dopo una lunga cateterizzazione vescicale (quella di sua madre è durata un mese), si esegue una sorta di divezzamento per la riacquisizione completa della percezione dello stimolo, della continenza e della capacità minzionale.
Che cosa sia successo a sua madre, io francamente non riesco a comprenderlo.
Forse che la signora bagnandosi e non essendo accudita dal personale (deprecabile!) abbia deciso di non urinare più spontaneamente perchè ha paura di potersi bagnare?
La Sig.ra soffre di diabete mellito di II tipo da lunga data che potrebbe aver determinato una neuropatia autonomica a estrinsecazione vescicale e dunque è ostacolata realmente a contrarre la vescica durante la minzione?
La Sig.ra ha avuto lesioni neurologiche durante il ricovero ospedaliero tali da terminare una alterazione dei riflessi che presiedono alla percezione dello stimolo e allo svuotamento vescicale?
Sono domande a cui possono rispondere i medici che l'hanno seguita. E che sicuramente avranno escluso la presenza di qualsivoglia patologia vescicale a carico del trigono (papilloma ecc)
Ciò premesso, se sua madre non minge spontaneamente, quale che sia il motivo, l'unica soluzione resta la cateterizzazione permanente: io ho pazienti anziani con neuropatia diabetica che sono cateterizzati a permanenza, cambiano regolarmente il catetere, nascondono sotto i vestiti o in un tascone la sacca raccogli urine e hanno una vita normale.
Non cateterizzare sua madre significa farla andare incontro a ripetuti episodi di ritenzione vescicale con necessità poi di cateterizzazione di urgenza....
Resta tuttavia da capire perchè sua madre non minge più spontaneamente o non voglia più mingere spontaneamente.
Cordialità.
[#2]
Utente
Dottore la ringrazio infinitamente per la risposta, credo che il motivo sia il primo espresso da lei e cioè che il fatto di bagnarsi spesso abbia causato una spece di blocco a livello psicologico,per i primi 3 o 4 giorni dalla rimozione mia madre ha urinato poi successivamente è andata in blocco e sono dovuti ricorrere allo svuotamento della vescica e al riinserimento del catetere, alla mia domanda "è normale una cosa del genere" mi hanno risposto dicendo che la causa di tutto è la demenza e che l'unica cosa da fare era la cateterizzazione a vita, addirittura mi hanno detto che non cateterizzandola potrebbe soffrire di incontinenza e io non capisco se ha ritenzione come fa poi a soffrire di incontinenza? forse per regurgito magari incontinenza da vescica piena non so sinceramente, la cosa che mi ha lasciato perplesso è che non volevano nemmeno fare un secondo tentativo di rimozione del catetere, io credo che il problema sia dovuto principalmente al non essere piu' abituata ad urinare per via della lunga cateterizzazione associata ad un problema psichiatrico che le impedisce di rendersi conto che deve assolutamente urinare nel pannolone finche non torna a casa dove sara accompagnata in bagno regolarmente, pero' non sono medico e quindi la mia è solo un ipotesi e non vorrei illudermi che tutto cio' sia possibile e risolvibile.
Per le altre sue domande mia madre non soffre di nessun tipo di forma di diabete,soffre purtroppo di una forma di schizzofrenia in pratica le capita di sentire le voci che magari in questo caso le dicono che non puo' andare in bagno perche in quel bagno ci vanno tutti e rischia di prendersi un infezione, questo è quello che mi ha detto ieri sera quando ho cercato di farla sedere sul water....
Per quanto riguarda le lesioni neurologiche durante il ricovero non so che dirle... a me non sembra affatto cambiata ne caratterialmente ne nei comportamente sembra la stessa apparte il fatto che ovviamente non riesce a camminare a causa della frattura, in pratica cammina solo con deambulatore o se la teniamo noi sotto braccio ma tutto cio' credo sia normalissimo vista la natura dell'intervento, per il resto mangia da sola si pettina lava i denti ecc cioè a mio dire lesioni tipo quelle causate generalmente da un ischemia celebrali io non ne vedo.
La ringrazio ancora infinitamente per il tempo che mi ha dedicato e le chiedo gentilmente di spiegarmi perfavore in che consiste il "divezzamento" e se eventualmente potrei farlo io, la saluto e la ringrazio
Per le altre sue domande mia madre non soffre di nessun tipo di forma di diabete,soffre purtroppo di una forma di schizzofrenia in pratica le capita di sentire le voci che magari in questo caso le dicono che non puo' andare in bagno perche in quel bagno ci vanno tutti e rischia di prendersi un infezione, questo è quello che mi ha detto ieri sera quando ho cercato di farla sedere sul water....
Per quanto riguarda le lesioni neurologiche durante il ricovero non so che dirle... a me non sembra affatto cambiata ne caratterialmente ne nei comportamente sembra la stessa apparte il fatto che ovviamente non riesce a camminare a causa della frattura, in pratica cammina solo con deambulatore o se la teniamo noi sotto braccio ma tutto cio' credo sia normalissimo vista la natura dell'intervento, per il resto mangia da sola si pettina lava i denti ecc cioè a mio dire lesioni tipo quelle causate generalmente da un ischemia celebrali io non ne vedo.
La ringrazio ancora infinitamente per il tempo che mi ha dedicato e le chiedo gentilmente di spiegarmi perfavore in che consiste il "divezzamento" e se eventualmente potrei farlo io, la saluto e la ringrazio
[#3]
Medico Chirurgo
Caro Signore,
è molto verosimile che data la patologia psichiatrica dissociativa della sua mamma, la paura di urinare sia legata al ricordo del deprecabile e spiacevole avvenimento occorso, di cui mi ha raccontato.
E' pur vero che dopo un mese di cateterizzazione, la mamma possa avere perso la capacità di percepire lo stimolo proveniente dalla vescica piena e dallo stiramento delle sue pareti.
Se è ancora cateterizzata, provi a fare così: clampi con una pinza da uretra( o equivalente) il tubicino della sacca raccogliurine e dica a sua madre di avvertirla quando "le viene da fare pipì".
L'urina non defluendo continuativamente nella sacca, finirà per riempire la vescica e indurre lo stimolo alla minzione che sua madre avvertirà.
Quando le dirà di voler urinare, la porti in bagno, la faccia sedere, la rassicuri che non si bagnerà di nuovo e apra la pinza.
Sua madre così avvertirà sia lo stimolo che la sensazione di vuotamento vescicale e dato che è una paziente psichiatrica non si accorgerà che l'urina sta defluendo nella sacca ma penserà a una vera minzione nel WC.
Questa terapia rieducazionale potrà realmente portare buoni frutti.
Dopo una settimana o comunque quando si accorga che la chiama regolarmente per fare pipì, si può provare a sfilare il catetere e a vedere i risultati.
Ovviamente quando la porta al bagno per defecare, la faccia sedere e tolga la pinza dal tubicino.
Questo processo di training è innocuo e può realmente essere utile: l'unico problema è che delle concrezioni mucose potrebbero intasare il catetere: disostuirlo almeno una volta al giorno, prima che vada a letto, quando è assonnata e meno attenta è facile: può farselo insegnare da un bravo infermiere: occorrono delle opportune siringone sterili e della soluzione fisiologica: il tutto va eseguito ovviamente nel massimo rispetto delle regole della antisepsi e della sterilità e il restante inutilizzato della soluzione fisiologica va buttato via insieme alla siringa.
Credo che di fronte ad una paziente schizofrenica, questa sia una via praticabile senza problemi che anzi potrebbe risolvere.
Se ha domande non esiti a chiedere.
In bocca al lupo per la mamma.
Cordialità.
è molto verosimile che data la patologia psichiatrica dissociativa della sua mamma, la paura di urinare sia legata al ricordo del deprecabile e spiacevole avvenimento occorso, di cui mi ha raccontato.
E' pur vero che dopo un mese di cateterizzazione, la mamma possa avere perso la capacità di percepire lo stimolo proveniente dalla vescica piena e dallo stiramento delle sue pareti.
Se è ancora cateterizzata, provi a fare così: clampi con una pinza da uretra( o equivalente) il tubicino della sacca raccogliurine e dica a sua madre di avvertirla quando "le viene da fare pipì".
L'urina non defluendo continuativamente nella sacca, finirà per riempire la vescica e indurre lo stimolo alla minzione che sua madre avvertirà.
Quando le dirà di voler urinare, la porti in bagno, la faccia sedere, la rassicuri che non si bagnerà di nuovo e apra la pinza.
Sua madre così avvertirà sia lo stimolo che la sensazione di vuotamento vescicale e dato che è una paziente psichiatrica non si accorgerà che l'urina sta defluendo nella sacca ma penserà a una vera minzione nel WC.
Questa terapia rieducazionale potrà realmente portare buoni frutti.
Dopo una settimana o comunque quando si accorga che la chiama regolarmente per fare pipì, si può provare a sfilare il catetere e a vedere i risultati.
Ovviamente quando la porta al bagno per defecare, la faccia sedere e tolga la pinza dal tubicino.
Questo processo di training è innocuo e può realmente essere utile: l'unico problema è che delle concrezioni mucose potrebbero intasare il catetere: disostuirlo almeno una volta al giorno, prima che vada a letto, quando è assonnata e meno attenta è facile: può farselo insegnare da un bravo infermiere: occorrono delle opportune siringone sterili e della soluzione fisiologica: il tutto va eseguito ovviamente nel massimo rispetto delle regole della antisepsi e della sterilità e il restante inutilizzato della soluzione fisiologica va buttato via insieme alla siringa.
Credo che di fronte ad una paziente schizofrenica, questa sia una via praticabile senza problemi che anzi potrebbe risolvere.
Se ha domande non esiti a chiedere.
In bocca al lupo per la mamma.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 46.7k visite dal 15/02/2015.
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