Respiro dispnoico in paziente terminale ultracentenario
Mia madre aveva quasi 102 anni, era affetta da grave scompenso cardiaco e soggetta ad attacchi ischemici cerebrali ma lucida di mente ed era ricoverata da qualche anno in una rsa.
A partire dalla mattinata del suo ultimo giorno di vita era entrata in uno stato soporoso, sembrava che volesse solo dormire. Ci hanno avvisato nella notte che era deceduta per un forte calo di pressione ma senza una particolare sofferenza.
Avendo richiesto copia della cartella clinica per conoscere la storia clinica di mia madre ho però letto che nel corso della giornata era per l'appunto in uno stato soporoso, che durante la notte aveva un respiro dispnoico, che ha avuto un peggioramento (senza una precisa indicazione) verso mezzanotte e che è deceduta alle 2.00
So che significa dispnea e sono indotto a pensare che presso la RSA tendano a minizzare la reale situazione dei pazienti deceduti per non impressionare troppo i parenti.
Mia madre ora non ce più, non può soffrire, ho somatizzato la sua morte ma continuo a interrogarmi se possa essere realmente possibile in una vecchia paziente in stato soporoso avere un respiro dispnoico senza entrare nel classico stato di angoscia o di soffocamento tipico della dispnea. Il respiro dispnoico segnato in cartella clinica poteva essere semplicemente una condizione di respiro difficoltoso ma non angoscioso?
Devo aggiungere che mia madre da alcuni giorni era sottoposta ad ossigenoterapia praticamente continua.
Non so se la specialità scelta sia quella più giusta rispetto al quesito. forse poteva essere cardiologia o pneumologia.
Un vivo ringraziamento a chi vorrà rispondere ai miei interrogativi.
A partire dalla mattinata del suo ultimo giorno di vita era entrata in uno stato soporoso, sembrava che volesse solo dormire. Ci hanno avvisato nella notte che era deceduta per un forte calo di pressione ma senza una particolare sofferenza.
Avendo richiesto copia della cartella clinica per conoscere la storia clinica di mia madre ho però letto che nel corso della giornata era per l'appunto in uno stato soporoso, che durante la notte aveva un respiro dispnoico, che ha avuto un peggioramento (senza una precisa indicazione) verso mezzanotte e che è deceduta alle 2.00
So che significa dispnea e sono indotto a pensare che presso la RSA tendano a minizzare la reale situazione dei pazienti deceduti per non impressionare troppo i parenti.
Mia madre ora non ce più, non può soffrire, ho somatizzato la sua morte ma continuo a interrogarmi se possa essere realmente possibile in una vecchia paziente in stato soporoso avere un respiro dispnoico senza entrare nel classico stato di angoscia o di soffocamento tipico della dispnea. Il respiro dispnoico segnato in cartella clinica poteva essere semplicemente una condizione di respiro difficoltoso ma non angoscioso?
Devo aggiungere che mia madre da alcuni giorni era sottoposta ad ossigenoterapia praticamente continua.
Non so se la specialità scelta sia quella più giusta rispetto al quesito. forse poteva essere cardiologia o pneumologia.
Un vivo ringraziamento a chi vorrà rispondere ai miei interrogativi.
[#1]
Quando si muore "per consunzione", per marasma senile come diciamo noi medici, descrivendo una situazione di detrioramente non di un solo organo ma di molteplici, in rpida successione(reni, cervello, cuore, polmoni, etc) non ci si accorge di morire.
Nel senso che ci si addormenta progressivamente per l'aumento i anidride carbonica, legata agli atti respiratori sempre più' superficiali e lenti o, in una sola parola inefficaci.
Pertanto non vdo motivo di preoccupazione circa il decesso di sua madre, che ha avuto la fortun di arrivare così' in la' negli anni.
E' nell'ordine delle cose di madre natura.
Arrivederci, e non si rattristi più' del dovuto.
cecchini
www.cecchinicuore.org
Nel senso che ci si addormenta progressivamente per l'aumento i anidride carbonica, legata agli atti respiratori sempre più' superficiali e lenti o, in una sola parola inefficaci.
Pertanto non vdo motivo di preoccupazione circa il decesso di sua madre, che ha avuto la fortun di arrivare così' in la' negli anni.
E' nell'ordine delle cose di madre natura.
Arrivederci, e non si rattristi più' del dovuto.
cecchini
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Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
Gentile dr. Cecchini,
è per me difficile trovare le giuste parole per esprimerLe il mio vivo ringraziamento. La Sua risposta mi ha tranquilizzato perchè ero sì preparato allla morte di mia madre, data l'età e lo stato di salute ormai compromesso, ma, non essendo stato presente nella notte, mi angosciava l'idea che potesse aver avuto, rendendosene conto, lunghe ore di sofferenza prima di morire senza la presenza di alcun familiare al suo fianco.
Non vorrei approfittare troppo della Sua gentilezza ma è più forte di me e mi permetto, pertanto di rivolgerLe un ultimo quesito circa la morte di mia madre.
Se non si è "risvegliata" dallo stato soporoso in cui si trovava per l'insorgere del respiro dispnoico, è giusto dedurre che si sia trovata nella condizione, per fare un esempio, di una persona che quando dorme non si accorge di russare e di entrare magari in fasi di apnea? E tale circostanza spiegherebbe, ad esempio, il fatto che sulla cartella clinica si parla solo genericamente di respiro dispnoico senza alcuna traccia di interventi
o terapie per fronteggiare la dispnea?
In sostanza nelle condizioni di mia madre lo stato soporoso in cui entra un malato terminale è irreversibile prima della morte?
In attesa di una cortese risposta che credo possa interessare direttamente o indirettamente molti utenti, voglia gradire i miei più cordiali saluti.
[#3]
La sua deduzione e' giusta...d'improvviso si smette di respirare e di questo non ce ne accorgiamo, ne stia certo. Il cervello e' addormentato dall'eccesso di anidride carbonica (carbonarcosi).
Un caro saluto
cecchini
www.cecchinicuore.org
Un caro saluto
cecchini
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[#4]
Utente
Gentile dr. Cecchini,
Grazie di cuore per le Sue risposte che per me sono state come una medicina che mi ha fatto uscire da uno stato di profonda ansia. Mi serviva proprio una conferma autorevole di quanto a dire il vero mi era stato detto presso la RSA.
Vorrei ringraziarLa di persona ma io abito a Milano.
In giornata visiterò e sicuramente diventerò visitatore abituale del Suo sito web che ho visto nelle risposte
Le faccio tanti auguri per il Suo lavoro e Le invio i miei più cordiali saluti.
[#5]
La ringrazio per le sue parole, ma vede il fatto è che spesso noi medici e specialmente noi che ci occupiamo di emergenza , tendiamo a trascurare di parlare come le persone.
E questo è un errore, specie in un paese come il nostro dove non c è una cultura della morte, una consapevolezza delle situazioni in cui il paziente grave o terminale versa.
Un caro saluto
E questo è un errore, specie in un paese come il nostro dove non c è una cultura della morte, una consapevolezza delle situazioni in cui il paziente grave o terminale versa.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 31.7k visite dal 23/07/2012.
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