Allettamento
Gent.li Dott.ri,
vorrei sottoporre alla Vs attenzione il caso di mia nonna, una signora di 83 anni.
Da un mese circa è stata ricoverata in ospedale, in quanto affetta da polmonite ed avendo lei il parkinson, con il progredire di questa patologia (sommata poi ad altri problemi di tipo deambulatori), la sua capicità di movimento è andata sempre più diminuendo, fino ad arrivare ad una completa assenza di motricità. Quindi non è in grado di alzarsi autonomamente dal letto, ma è costretta all'allettamento.
Proprio a tale proposito vorrei un Vs parere: lo staff medico-infermieristico dell'ospedale presso il quale è ricoverata, sembra non intervenire in questo senso; infatti l'unico provvedimento preso una ventina di giorni dopo il suo ricovero (attuato solo a seguito di una incisiva e ripertuta osservazione da parte di noi parenti), è stato farla sedere sul letto, non prendendo quindi nemmeno in considerazione la possibilità di permetterle lo spostamento tramite una sedia a rotelle, adducendo come motivazione che nelle sue condizioni è meglio che non si muova.
Quello che vorrei sapere, è se tutto ciò possa essere vero e poi quali potrebbero essere le conseguenze per mia nonna se tale situazione dovesse perpetrarsi nel tempo, soprattutto alla luce del fatto che le dimissioni sembrano essere ancora lontane.
Grazie
Chiara
vorrei sottoporre alla Vs attenzione il caso di mia nonna, una signora di 83 anni.
Da un mese circa è stata ricoverata in ospedale, in quanto affetta da polmonite ed avendo lei il parkinson, con il progredire di questa patologia (sommata poi ad altri problemi di tipo deambulatori), la sua capicità di movimento è andata sempre più diminuendo, fino ad arrivare ad una completa assenza di motricità. Quindi non è in grado di alzarsi autonomamente dal letto, ma è costretta all'allettamento.
Proprio a tale proposito vorrei un Vs parere: lo staff medico-infermieristico dell'ospedale presso il quale è ricoverata, sembra non intervenire in questo senso; infatti l'unico provvedimento preso una ventina di giorni dopo il suo ricovero (attuato solo a seguito di una incisiva e ripertuta osservazione da parte di noi parenti), è stato farla sedere sul letto, non prendendo quindi nemmeno in considerazione la possibilità di permetterle lo spostamento tramite una sedia a rotelle, adducendo come motivazione che nelle sue condizioni è meglio che non si muova.
Quello che vorrei sapere, è se tutto ciò possa essere vero e poi quali potrebbero essere le conseguenze per mia nonna se tale situazione dovesse perpetrarsi nel tempo, soprattutto alla luce del fatto che le dimissioni sembrano essere ancora lontane.
Grazie
Chiara
[#1]
Gentile signore
Le problematiche dell'età geriatrica, di solito complesse ed articolate, sono di difficile inquadramento con i consulti a distanza.
Quello dell'allettamento e della riabilitazione motoria inoltre è , sicuramente, uno degli argomenti più delicati in ambito geriatrico.
Viste le difficoltà di valutazione a distanza e la molteplicità dei parametri da considerare, le consiglio di affidarsi serenamente alle valutazioni dei sanitari che hanno in cura la signora, i quali sicuramente avendo un quadro clinico completo potranno decidere per il meglio.
Cordiali saluti
Le problematiche dell'età geriatrica, di solito complesse ed articolate, sono di difficile inquadramento con i consulti a distanza.
Quello dell'allettamento e della riabilitazione motoria inoltre è , sicuramente, uno degli argomenti più delicati in ambito geriatrico.
Viste le difficoltà di valutazione a distanza e la molteplicità dei parametri da considerare, le consiglio di affidarsi serenamente alle valutazioni dei sanitari che hanno in cura la signora, i quali sicuramente avendo un quadro clinico completo potranno decidere per il meglio.
Cordiali saluti
Dr. Salvatore Bartolotta
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 03/05/2010.
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