Demenza senile
Buongiorno e grazie della vostra disponibilità. Volevo un gentile parere circa la terapia somministrata a mia madre (75 anni) dalla geriatra di riferimento. Da metà 2008/inizio 2009 le è stata diagnosticata una psicosi in demenza vascolare, in quanto presentava gravi problemi di comportamento, quali manie di persecuzione (delirio di venifico e latrocinio), non dormendo con episodi maniacali e deliranti (es. accadeva il periodo di trovarla sveglia la mattina ripetendo che veniva avvelenata da sostanze tossiche). Una psicosi già presente (più tenue) anche quando più giovane. Oggi risulta affetta da Demenza vascolare gravità clinica (CDR2), Psicosi cronica e Cardiopatia ipertensiva. Deterioramento cognitivo, gravi deificit della memoria episodica, semantica e prospettica, aprassia costruttiva, grave depressione e ansia. Nell'arco di poco più di un anno deambula sempra peggio (pur con intervento di protesi al ginocchio l'anno scorso), rimane a letto quasi tutto il giorno (si alza 5 minuti e si rimette a letto, non riesce neanche a stare seduta oltre 10 minuti forse per sciattica), non riesce nemmeno a coprirsi con un lenzuolo quando è a letto e ci chiama (a me e mia moglie) in continuazione (abbiamo due case adiacenti e comunicanti), anche solo per lamentarsi perchè si sente male (attacchi di ansia) e estrema debolezza (che non riesce a capire). Oltre a soffrire di dolori articolari (sempre avuti) specie mattutini (da artrosi, curati con analgesici, prima frequenti ora solo di tanto in tanto). Farmaci: Cardioaspirina 1 cp al giorno, Combisartan 160 (1cp/dì), Zyprexa 8 mg (1cp e mezza/dì), Trittico 25 mg(20 gocce/dì da 20 giorni) , En (al bisogno: 10-12 gocce qualche volta la mattina e a volte anche la sera). Il dubbio rimane lo Zyprexa, per gli effetti collaterali (anche il nostro medico concorda che potrebbe avere avuto delle leggere TIA, visti i peggioramenti improvvisi di alcuni giorni nei movimenti e nella confusione) che vengono denunciati (le agenzie di controllo americane e europee l'hanno bandito o sconsigliato per la demenza senile). La geriatra ci ha detto che i familiari possono decidere di non farlo prendere: se comunque non è dimostrato che abbia avuto delle TIA non è necessario sospenderlo (anzi voleva aumentarlo a due cp/dì). Pur avendo avuto benefici nelle manie di persecuzione, oggi mia madre è sempre più confusa, senza interessi (non legge e non parla di alcun argomento, se non lamentarsi del suo sentirsi male) e si muove sempre peggio (cammina molto lentamente e con le braccia rigide). La TAC al cranio effettuata a luglio 2008 (non sono stati fatti altri controlli) ha come referto: "Non sono evidenti...aree focali di alterata dendità dei tessuti encfalici. Tenue diffusa ipodensità della sostanza bianca periventricolare, su base vascolare ipossico-ischemica cronica...Calcificazioni ateromasiche sulle pareti dei sifoni carotidei" (il resto del referto mostra tutto nella norma). Le analisi del sangue non mostrano nessuna anomalia.
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Psichiatra, Psicoterapeuta
Gentile utente
In effetti l'Olanzapina (Zyprexa) è sconsigliata, anche dalle linee guida dell'agenzia Italiana del farmaco, nei pazienti affetti da demenza senile, sopratutto se con problemi di tipo vascolare; inoltre, tenendo conto che si tratta di un farmaco con una lunga emivita e che viene somministrato ad una persona anziana già di per sè con un metabolismo rallentato, ritengo che già la dose che assume attualmente sia eccessiva e quindi prenderei in considerazione la possibilità di ridurre (invece che aumentare) il dosaggio, se non eliminare del tutto il farmaco.
E' vero anche, però, che tale limitazione si estende a tutti i neurolettici tipici ed atipici.
Ritengo che la cosa più saggia da fare sarebbe quella di chiedere al suo geriatra di farsi affiancare da uno psichiatra (va benissimo un collega del Centro di Salute Mentale) per una corretta gestione della terapia psicofarmacologica.
La saluto cordialmente
In effetti l'Olanzapina (Zyprexa) è sconsigliata, anche dalle linee guida dell'agenzia Italiana del farmaco, nei pazienti affetti da demenza senile, sopratutto se con problemi di tipo vascolare; inoltre, tenendo conto che si tratta di un farmaco con una lunga emivita e che viene somministrato ad una persona anziana già di per sè con un metabolismo rallentato, ritengo che già la dose che assume attualmente sia eccessiva e quindi prenderei in considerazione la possibilità di ridurre (invece che aumentare) il dosaggio, se non eliminare del tutto il farmaco.
E' vero anche, però, che tale limitazione si estende a tutti i neurolettici tipici ed atipici.
Ritengo che la cosa più saggia da fare sarebbe quella di chiedere al suo geriatra di farsi affiancare da uno psichiatra (va benissimo un collega del Centro di Salute Mentale) per una corretta gestione della terapia psicofarmacologica.
La saluto cordialmente
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Psichiatra, Psicoterapeuta
Chiedo scusa
Rileggendo la sua lettera vedo che mi era sfuggito il fatto che l'ultima TAC risale al 2008.
In considerazione anche del fatto che vi è il sospetto che la signora abbia avuto un peggioramento delle sue condizioni vascolari, suggerirei di far ripetere la TAC (e se è il caso di far fare anche una RMN) anche per valutare la presenza di eventuali danni corticali che fossero intervenuti successivamente alla TAC precedente.
Cordiali saluti
Rileggendo la sua lettera vedo che mi era sfuggito il fatto che l'ultima TAC risale al 2008.
In considerazione anche del fatto che vi è il sospetto che la signora abbia avuto un peggioramento delle sue condizioni vascolari, suggerirei di far ripetere la TAC (e se è il caso di far fare anche una RMN) anche per valutare la presenza di eventuali danni corticali che fossero intervenuti successivamente alla TAC precedente.
Cordiali saluti
[#3]
Utente
Egregio dottore,
la ringrazio per la sua illuminante risposta, che soddisfa proprio i dubbi sulla terapia (in particolare sullo zyprexa). Ridurremo lo Zyprexa gradualmente (avevamo ridotto a uno, ma stiamo portandolo a mezzo, per poi magari eliminarlo) e andremo avanti con Trittico (ho qualche dubbio anche circa l'efficacia di un anti-depressivo) e l'en gocce (in questo periodo necessario in quanto lamenta spesso forti stati di ansia, rimanendo molto a letto e non riuscendo a coprirsi o muoversi), sperando che non siano farmaci che aumentino lo stato confusionale. Vedremo anche con la geriatra che verrà nelle prossime visite domiciliari (in ospedale ormai mia madre non vuole o non riesce ad andare). Quanto alla Tac, ci diceva anche la geriatra che sarebbe il caso di ripeterla (e secondo me era necessario prima di prescriverci di aumentare addirittura lo Zyprexa) ma che si poteva comunque tralasciare in queanto vi è l'incertezza che riesca fisicamente a recarsi al centro e farla. Mi rimane il dubbio sul decadimento fisico di questo periodo (magari è solo la demenza senile che avanza).
Grazie ancora perla sua disponibilità e professionalità.
la ringrazio per la sua illuminante risposta, che soddisfa proprio i dubbi sulla terapia (in particolare sullo zyprexa). Ridurremo lo Zyprexa gradualmente (avevamo ridotto a uno, ma stiamo portandolo a mezzo, per poi magari eliminarlo) e andremo avanti con Trittico (ho qualche dubbio anche circa l'efficacia di un anti-depressivo) e l'en gocce (in questo periodo necessario in quanto lamenta spesso forti stati di ansia, rimanendo molto a letto e non riuscendo a coprirsi o muoversi), sperando che non siano farmaci che aumentino lo stato confusionale. Vedremo anche con la geriatra che verrà nelle prossime visite domiciliari (in ospedale ormai mia madre non vuole o non riesce ad andare). Quanto alla Tac, ci diceva anche la geriatra che sarebbe il caso di ripeterla (e secondo me era necessario prima di prescriverci di aumentare addirittura lo Zyprexa) ma che si poteva comunque tralasciare in queanto vi è l'incertezza che riesca fisicamente a recarsi al centro e farla. Mi rimane il dubbio sul decadimento fisico di questo periodo (magari è solo la demenza senile che avanza).
Grazie ancora perla sua disponibilità e professionalità.
[#4]
Gentile Utente,
nella descrizione del caso della mamma ho ritenuto opportuno focalizzare la mia attenzione (da neurologo) anche sulla frase <<si muove sempre peggio (cammina molto lentamente e con le braccia rigide)>> che mi farebbe presumere l'instaurarsi di un parkinsonismo (occorre una visita per conferma) che potrebbe essere iatrogeno (cioè provocato in questo caso dallo zyprexa che potrebbe dare tali sintomi come effetto collaterale) o vascolare dato il quadro di sofferenza cronica ipossico-ischemica che già era presente nel 2008 e ora potrebbe essere accentuata, considerando pure che è frequente l'associazione demena vascolare e parkinsonismo.
Da qui l'opportunità, come Le è stato suggerito, di effettuare un controllo TC o RMN secondo il parere della geriatra.
Cordiali saluti ed auguri
nella descrizione del caso della mamma ho ritenuto opportuno focalizzare la mia attenzione (da neurologo) anche sulla frase <<si muove sempre peggio (cammina molto lentamente e con le braccia rigide)>> che mi farebbe presumere l'instaurarsi di un parkinsonismo (occorre una visita per conferma) che potrebbe essere iatrogeno (cioè provocato in questo caso dallo zyprexa che potrebbe dare tali sintomi come effetto collaterale) o vascolare dato il quadro di sofferenza cronica ipossico-ischemica che già era presente nel 2008 e ora potrebbe essere accentuata, considerando pure che è frequente l'associazione demena vascolare e parkinsonismo.
Da qui l'opportunità, come Le è stato suggerito, di effettuare un controllo TC o RMN secondo il parere della geriatra.
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Antonio Ferraloro
[#6]
Utente
Penso che la nostra esperienza possa essere utile e volevo aggiornare il quadro clinica di mia madre dopo alcuni anni dall'illuminante consulto ricevuto sul sito.
Dopo un paio d'anni di somministrazioni di Zyprexa (mia madre pareva ormai uno zombi che camminava con le braccia rigide), ho ridotto e tolto questo dannoso farmaco. Il consulto successivo con psichiatra ha avvalorato la mia scelta, dando una cura ricostituente a mia madre e lasciando infine come terapia un antidepressivo come Cymbalta.
Mia madre è ritornata lentamente normale e anzi ha avuto un periodo di grande benessere, in ottima forma fisica e con voglia di uscire accompagnata. Le psicosi ogni tanto ritornavano e anche il suo carattere le rende spesso non tanto sopportabili (essendo bipolare tende ad avere periodi di psicosi più accentuate, come comunque è sempre avvenuto, soffrendone probabilmente anche da giovane). Dal 2008 al 2014 è andata avanti col Cymbalta (confermato anche da un consulto avuto un paio d'anni fa).
Nel 2014 (luglio) essendo arrivato un vicino di casa psichiatra e parlando con lui talvolta (ci si incontra nel condiminio), ci dice che il Cymbalta andava assolutamente tolto, per lei era controproducente e non faceva che peggiorare le psicosi. Decidiamo di ridurre al minimo il Cymbalta e nella visita psichiatrica effettuata proprio nello studio del vicino , esce fuori un'altra terapia: togliere Cymbalta e iniziare Seroquel (a basso dosaggio), per poi aumentarlo fino a 150 mg o anche oltre: l'ultimo anno per noi è stato un inferno. Mia madre ha subito lamentato malessere, debolezza e ansia fin da subito. Ma la cosa peggiore è che i deliri sono aumentati come mai era successo. A me e mia moglie ci ha accusato di tutto (furti, dispetti, etc.), a periodi ogni giorno aveva un'accusa. Siamo stati al limite del ricovero, perchè diceva che la volevamo morta e non sapevo come gestirla. Darle il farmaco ogni notte è stato un dramma. Pensavo che fosse un periodo di assestamento, invece peggiorava sempre più. Dopo 10 mesi di sfinimento (Seroquel ne prendeva metà da 150 mg perchè con una intera stava sempre malissimo la mattina dopo) ho deciso di riportarla dal precedente psichiatra (quello che le aveva tolto lo Zyprexa e di cui aveva molta fiducia). Lo psichiatra (gli scrissi tutta una relazione con le gravi psicosi dell'ultimo anno) gli da questa cura: Solian 200 mg (un quarto la mattina e un quarto a pranzo) e Abilify la notte. Peggio che mai: ora non riusciva neanche a dormire, abbiamo dovuto dare anche ansiolitici mattina e sera, pareva camminare di nuovo come prima (ai tempi di Zyprexa). Un incubo.
Ora basta. Mi sono preso la responsabilità di togliere Abilify e ho ridotto anche Solian (adesso ne prende un quarto a pranzo, ho letto che con questo dosaggio a un effetto antidepressivo): E' RINATA! Nel giro di 10 giorni, si è ripresa dalla debolezza, nessuna psicosi e anzi è fin troppo gentile. Non durerà sempre così , avrà ancora alti e bassi, ma mi domando: perchè lo psichiatra ha voluto perseverare con questi farmaci (ben sapendo anche quello che era successo con Zyprexa). Ancora oggi pensa che la strada era raddoppiare il Seroquel o comunque tenere la cura con Abilify perchè mia madre "sentiva di perdere l'autocontrollo con Seroquel e per quel motivo si lamentava e diceva di stare male: se avessimo aumentato il dosaggio di Seroquel, avrebbe ceduto la volontà e non si sarebbe più lamentata". E noi nel frattempo saremmo impazziti (oltre che dovere cercare una badante tutto il giorno, perchè mia madre era diventata ingestibile). MA VOI CHE NE PENSATE?? Datemi un aiuto e un supporto, per favore... Grazie!!! Roberto
Dopo un paio d'anni di somministrazioni di Zyprexa (mia madre pareva ormai uno zombi che camminava con le braccia rigide), ho ridotto e tolto questo dannoso farmaco. Il consulto successivo con psichiatra ha avvalorato la mia scelta, dando una cura ricostituente a mia madre e lasciando infine come terapia un antidepressivo come Cymbalta.
Mia madre è ritornata lentamente normale e anzi ha avuto un periodo di grande benessere, in ottima forma fisica e con voglia di uscire accompagnata. Le psicosi ogni tanto ritornavano e anche il suo carattere le rende spesso non tanto sopportabili (essendo bipolare tende ad avere periodi di psicosi più accentuate, come comunque è sempre avvenuto, soffrendone probabilmente anche da giovane). Dal 2008 al 2014 è andata avanti col Cymbalta (confermato anche da un consulto avuto un paio d'anni fa).
Nel 2014 (luglio) essendo arrivato un vicino di casa psichiatra e parlando con lui talvolta (ci si incontra nel condiminio), ci dice che il Cymbalta andava assolutamente tolto, per lei era controproducente e non faceva che peggiorare le psicosi. Decidiamo di ridurre al minimo il Cymbalta e nella visita psichiatrica effettuata proprio nello studio del vicino , esce fuori un'altra terapia: togliere Cymbalta e iniziare Seroquel (a basso dosaggio), per poi aumentarlo fino a 150 mg o anche oltre: l'ultimo anno per noi è stato un inferno. Mia madre ha subito lamentato malessere, debolezza e ansia fin da subito. Ma la cosa peggiore è che i deliri sono aumentati come mai era successo. A me e mia moglie ci ha accusato di tutto (furti, dispetti, etc.), a periodi ogni giorno aveva un'accusa. Siamo stati al limite del ricovero, perchè diceva che la volevamo morta e non sapevo come gestirla. Darle il farmaco ogni notte è stato un dramma. Pensavo che fosse un periodo di assestamento, invece peggiorava sempre più. Dopo 10 mesi di sfinimento (Seroquel ne prendeva metà da 150 mg perchè con una intera stava sempre malissimo la mattina dopo) ho deciso di riportarla dal precedente psichiatra (quello che le aveva tolto lo Zyprexa e di cui aveva molta fiducia). Lo psichiatra (gli scrissi tutta una relazione con le gravi psicosi dell'ultimo anno) gli da questa cura: Solian 200 mg (un quarto la mattina e un quarto a pranzo) e Abilify la notte. Peggio che mai: ora non riusciva neanche a dormire, abbiamo dovuto dare anche ansiolitici mattina e sera, pareva camminare di nuovo come prima (ai tempi di Zyprexa). Un incubo.
Ora basta. Mi sono preso la responsabilità di togliere Abilify e ho ridotto anche Solian (adesso ne prende un quarto a pranzo, ho letto che con questo dosaggio a un effetto antidepressivo): E' RINATA! Nel giro di 10 giorni, si è ripresa dalla debolezza, nessuna psicosi e anzi è fin troppo gentile. Non durerà sempre così , avrà ancora alti e bassi, ma mi domando: perchè lo psichiatra ha voluto perseverare con questi farmaci (ben sapendo anche quello che era successo con Zyprexa). Ancora oggi pensa che la strada era raddoppiare il Seroquel o comunque tenere la cura con Abilify perchè mia madre "sentiva di perdere l'autocontrollo con Seroquel e per quel motivo si lamentava e diceva di stare male: se avessimo aumentato il dosaggio di Seroquel, avrebbe ceduto la volontà e non si sarebbe più lamentata". E noi nel frattempo saremmo impazziti (oltre che dovere cercare una badante tutto il giorno, perchè mia madre era diventata ingestibile). MA VOI CHE NE PENSATE?? Datemi un aiuto e un supporto, per favore... Grazie!!! Roberto
[#7]
Gentile Utente,
non conoscendo il caso in maniera approfondita non è possibile darLe un parere attendibile.
Come principio generale però Le posso dire che ogni terapia va personalizzata al singolo soggetto, senza generalizzare, per cui se un farmaco peggiora la condizione precedente è chiaro che debba essere sostituito, senza intestardirsi sulle proprie convinzioni.
Evidentemente la Mamma tollera poco i neurolettici (zyprexa, seroquel, abilify) e di questo si deve tenere conto nella prescrizione di una terapia che poi deve essere gestita in maniera adeguata ed elastica. Se quella attuale da buoni risultati non c'è motivo di variarla.
Cordialmente
non conoscendo il caso in maniera approfondita non è possibile darLe un parere attendibile.
Come principio generale però Le posso dire che ogni terapia va personalizzata al singolo soggetto, senza generalizzare, per cui se un farmaco peggiora la condizione precedente è chiaro che debba essere sostituito, senza intestardirsi sulle proprie convinzioni.
Evidentemente la Mamma tollera poco i neurolettici (zyprexa, seroquel, abilify) e di questo si deve tenere conto nella prescrizione di una terapia che poi deve essere gestita in maniera adeguata ed elastica. Se quella attuale da buoni risultati non c'è motivo di variarla.
Cordialmente
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Psichiatra, Psicoterapeuta
Concordo con il Dottor Ferraloro.
Del resto anche nella mia risposta del 2010 sconsigliavo il ricorso ai neurolettici, e a giudicare dalla sua esperienza, i fatti mi avevano dato ragione.
Una terapia farmacologica dovrebbe essere sempre personalizzata sulle caratteristiche della patologia del paziente e sulla sua risposta.
Le consiglio di tornare dallo psichiatra cui in un primo tempo si era affidato (quello che le aveva consigliato il Cymbalta, farmaco che giudico, tra l'altro, sicuro ed efficace) e ridurre sino a eliminare i neurolettici, proseguendo eventualmente con l'antidepressivo.
Del resto anche nella mia risposta del 2010 sconsigliavo il ricorso ai neurolettici, e a giudicare dalla sua esperienza, i fatti mi avevano dato ragione.
Una terapia farmacologica dovrebbe essere sempre personalizzata sulle caratteristiche della patologia del paziente e sulla sua risposta.
Le consiglio di tornare dallo psichiatra cui in un primo tempo si era affidato (quello che le aveva consigliato il Cymbalta, farmaco che giudico, tra l'altro, sicuro ed efficace) e ridurre sino a eliminare i neurolettici, proseguendo eventualmente con l'antidepressivo.
[#9]
Utente
Vi ringrazio, ma davvero tanto, per la consueta cortesia e competenza. Mia madre ha da sempre sofferto di manie di persecuzione e anche mio padre (era medico di famiglia) se non ho voluto mai somministrare antipsicotici penso che sapesse il fatto suo.
Lo psichiatra che recentemente ha prescritto Abilify + Solian era quello che a suo tempo prescrisse Cymbalta. E' irreperibile (non risponde via mail e si trova in studio solo alcuni giorni) e ci ha lasciato senza sostegno nel momento che avevamo bisogno di un consulto urgente.
Adesso mia madre assume un quarto di Solian dopo pranzo e basta. Le cose vanno benissimo (niente ansia insonnia malessere, anche le psicosi....ma non ci illudiamo). Se rimaniamo così per ora? (in seguito magari si farà un consulto con altro specialista, ma adesso non ce la sentiamo, dopo un anno da incubo come questo)
Lo psichiatra che recentemente ha prescritto Abilify + Solian era quello che a suo tempo prescrisse Cymbalta. E' irreperibile (non risponde via mail e si trova in studio solo alcuni giorni) e ci ha lasciato senza sostegno nel momento che avevamo bisogno di un consulto urgente.
Adesso mia madre assume un quarto di Solian dopo pranzo e basta. Le cose vanno benissimo (niente ansia insonnia malessere, anche le psicosi....ma non ci illudiamo). Se rimaniamo così per ora? (in seguito magari si farà un consulto con altro specialista, ma adesso non ce la sentiamo, dopo un anno da incubo come questo)
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Psichiatra, Psicoterapeuta
Egregio signore,
Se al momento sua madre sta bene con solo un quarto di Solian, non vedo motivo per cambiare le cose. A mio parere fino a che la situazione si mantiene stabile, con eventuali minime variazioni del tono dell'umore e disturbi psicotici blandi e gestibili, non conviene fare variazioni della terapia, che del resto sua madre ha dimostrato di sopportare poco e male.
Conviene comunque che vi attiviate per cercare uno specialista psichiatra o geriatra di vostra fiducia nel caso che sua madre subisse un improvviso peggioramento, purtroppo sempre possibile in situazioni come la sua.
Invio cordiali saluti
Se al momento sua madre sta bene con solo un quarto di Solian, non vedo motivo per cambiare le cose. A mio parere fino a che la situazione si mantiene stabile, con eventuali minime variazioni del tono dell'umore e disturbi psicotici blandi e gestibili, non conviene fare variazioni della terapia, che del resto sua madre ha dimostrato di sopportare poco e male.
Conviene comunque che vi attiviate per cercare uno specialista psichiatra o geriatra di vostra fiducia nel caso che sua madre subisse un improvviso peggioramento, purtroppo sempre possibile in situazioni come la sua.
Invio cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 14.8k visite dal 16/04/2010.
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