Sondino nasogastrico e peg in paziente affetta da demenza senile grave
Mia madre di 83 anni affetta da demenza gravissima (malata da 10 anni, non interagisce, non mi riconosce) ha cessato da 15 giorni di collaborare per la nutrizione.
Ho dato il consenso al sondino nasogastrico e a inserirla nella lista di attesa per l’intervento di peg.
Sono rosa dal rimorso e dal rimpianto: è corretta la mia scelta?
Nella struttura dove è ricoverata mi avevano proposto l’alternativa dell’’infusionale, che però non la nutre e quindi sarebbe stata una morte per digiuno alla quale non avrei forza di assistere, tuttavia anche sottoporla alla sonda nel naso e alla peg mi sembra una tortura ingiusta.
Sto molto male per la pena, vorrei sapere se ho sbagliato, se era meglio farle praticare l’infusionale.
Grazie.
Ho dato il consenso al sondino nasogastrico e a inserirla nella lista di attesa per l’intervento di peg.
Sono rosa dal rimorso e dal rimpianto: è corretta la mia scelta?
Nella struttura dove è ricoverata mi avevano proposto l’alternativa dell’’infusionale, che però non la nutre e quindi sarebbe stata una morte per digiuno alla quale non avrei forza di assistere, tuttavia anche sottoporla alla sonda nel naso e alla peg mi sembra una tortura ingiusta.
Sto molto male per la pena, vorrei sapere se ho sbagliato, se era meglio farle praticare l’infusionale.
Grazie.
[#1]
Cara signora
Mi creda che la capisco dato che per vent'anni ho diretto RSA.
È una situazione crudele perché non c'è uscita. Ogni scelta ci lascia turbati.
Lei andrà aiutata dalla famiglia e dal personale sanitario che circonda la sua mamma ma non esiti a cercare un sostegno nel suo medico di famiglia o in uno psicoterapeuta.
Tenga fermo il punto che lei è costretta a scegliere col senno di prima e non permetta a nessuno, compreso lei stessa, di criticarla col senno di poi.
Per esperienza la PEG in genere risolve in parte il Problema del cibo. Sulla qualità residua di vita nessuno ha diritto di intervenire, solo lei. Si ascolti e scelga col grande cuore che sta dimostrando per la sua mamma.
La saluto con grande rispetto e stima
Mi creda che la capisco dato che per vent'anni ho diretto RSA.
È una situazione crudele perché non c'è uscita. Ogni scelta ci lascia turbati.
Lei andrà aiutata dalla famiglia e dal personale sanitario che circonda la sua mamma ma non esiti a cercare un sostegno nel suo medico di famiglia o in uno psicoterapeuta.
Tenga fermo il punto che lei è costretta a scegliere col senno di prima e non permetta a nessuno, compreso lei stessa, di criticarla col senno di poi.
Per esperienza la PEG in genere risolve in parte il Problema del cibo. Sulla qualità residua di vita nessuno ha diritto di intervenire, solo lei. Si ascolti e scelga col grande cuore che sta dimostrando per la sua mamma.
La saluto con grande rispetto e stima
Dr. Anton Maria Mussini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 146 visite dal 26/10/2024.
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