Consigli per colite aspecifica

Buongiorno, ho bisogno di un consulto.

Da decenni soffro di colite (crampi, diarrea, gonfiore).
Anni fa, in un periodo di grande infiammazione, seguii una dieta in funzione delle intolleranze alimentari, mi disintossicai e proseguii abbastanza bene; da lì eliminai completamente lattosio (fatto anche breath test), caffeina e teina dalla mia vita.
Dal 2021 ho avuto però una forte ricaduta e da allora non ci sono cenni di miglioramento.
Il gastroenterologo provò prima con i probiotici, poi mi consigliò la fodmap (davvero, DAVVERO restrittiva) che mi alleviò i sintomi per il solo tempo della dieta (2 mesi).
Dopodiché procedemmo con la colonscopia e biopsia: risultato "colite aspecifica".
Venni curato per i successivi tre mesi con mesalazina per via orale e via rettale.
Mi venne detto che iniziando a prendere questo farmaco potevo tornare a mangiare di tutto, perché di fatto si era constatata una malattia infiammatoria.
Tuttavia non fu propriamente così, riscontravo comunque qualche problema, ma finché prendevo la mesalazina un po' contenevo i disagi.
Terminata la mesalazina via rettare continuai con quella via orale cercando di mangiare un po' di tutto ma stando attento a limitare/evitare cibi spazzatura/alcol ecc, ma di fatto i problemi continuavano a sussistere.
Nel frattempo cominciai ad avere stanchezza fisica e dolori muscolari forti.
Feci anche la rettosigmoscopia di controllo: infiammazione sparita, ma i problemi di intestinali rimanevano.
Dopo un po' di mesi mi rivolsi a un altro medico, mi visitò e diagnosticò al tatto un'ileocolite in yeast syndrome e dalle foto della precedente colonscopia evidenziò delle macchie dovute al nichel, pertanto mi esortò a togliere il nichel finché la nutrizionista mi preparava la dieta.
Devo dire che dopo una settimana dall'eliminazione del nichel la stanchezza e i dolori muscolari sparirono quasi del tutto.

La dieta, che attualmente seguo, prevede per due mesi l'esclusione di lattosio e proteine del latte, tutto ciò che contiene grandi quantità di nichel, lieviti, tutti i tipi di zucchero, tutto ciò che ha glutine (ho fatto l'esame: non sono celiaco, ma è stata rilevata un'intolleranza), frutta e verdura che può fermentare, cibi processati, alcol, determinata frutta e verdura posso mangiarla limitatamente e max 1-2 volte a settimana.
Nel primo mese di dieta mi stavo riprendendo, poi qualche piccolo sgarro ogni tanto mi ha fatto perdere i risultati raggiunti.
Ora è un mese che l'ho iniziata nuovamente e l'unica cosa che mi concedo è la marmellata alla mattina (con solo zuccheri della frutta), tuttavia ho comunque gonfiore e dopo ogni pasto sento la necessità di evacuare.
Non ho diarrea né sangue, ma dopo l'evacuazione sento l'intestino scombussolato come quando avevo gli attacchi diarroici.
Non so che fare e dove sbattere la testa.
Questa malattia sta influendo pesantemente anche sul mio benessere psicologico, perché mi porta a escludermi da ogni attività.
Cos'altro posso sondare?
Grazie per l'attenzione
[#1]
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 7.4k 216
Probabilmente a questo punto la composizione batterica del tratto gastrointestinale è disequilibrata per l'azione dei farmaci e della dieta restrittiva. Una integrazione di lunga durata con probiotici (contenenti Lactobacillus rhamnosus) potrà essere di beneficio nel tempo.
Pratichi l'esame della calprotectina fecale per valutare se c'è infiammazione della mucosa.
Sul versante nutrizionale è preferibile che sia seguito nel tempo per cercare poco alla volta di tornare all'alimentazione varia,
Infine, poiché nei disturbi funzionali gastrointestinali c'è sempre una componente associata di ordine psicologico (ansia, umore), è utile un consulto specialistico in questo ambito.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta Dottore. Le rispondo su quanto mi ha scritto.
L’esame della calprotectina l’avevo fatto l’anno scorso prima della colonscopia e non aveva riscontrato anomalie. Al momento prendo dopo colazione solamente una compressa di mesalazina da 1200g.
I probiotici mi sono stati tolti in quanto fermentativi e il loro effetto era legato solo al periodo di assunzione. Ho preso fino a qualche mese fa VSL3, secondo lei era adatto?
Sul versante emotivo sono già seguito da uno psicoterapeuta: gli effetti di questa malattia si stanno ripercuotendo pesantemente sulla mia quotidianità.
Mi trovo a non saper come fronteggiare questa cosa
[#3]
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 7.4k 216
Ma se ha preso il VSL#3, che è un mix di probiotici, fino a qualche mese fa, in che senso le sono stati tolti i probiotici? e che senso ha dire che sono fermentativi?
Se la terapia attuale è con mesalazina ci sono due opzioni: o continuare così a tempo indefinito. visto che i sintomi gastrointestinali non sono intensi, oppure fare una valutazione - prima con calprotectina e poi con colonscopia - per valutare le condizioni della mucosa e tentare la riduzione e/o la sospensione del farmaco. Ovviamente questa valutazione dovrà farla il gastroenterologo che la segue.
Da quanto ha riferito fino a ora, l'aspetto più rilevante è a carico della componente psicologica, per cui la invito a discuterne con lo psicoterapeuta.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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