Un ottimo miglioramento del quadro clinico,
Gentili Dottori,
sono un ragazzo di 27 anni affetto da Retto Colite Ulcerosa da circa 10 anni; appena diagnosticata la malattia ho cominciato la classica terapia a base di anti-infiammatori non steroidei in forma di pillole e clismi/supposte che però non hanno mai provocato una remissione della malattia che, invece, è andata col tempo a peggiorare.
Dopo qualche anno ho cambiato dottore e con esso ho potenziato la terapia, che è diventata:
Mesalazina (per via orale e rettale)
Azatioprina (dopo i primi mesi a dosi sempre minori per insorgenza di leucopenia)
Psicofarmaci (Trittico, Lexil, Levosulpiride...)
Psicoterapia
Nel paio d’anni che ho seguito questo schema di trattamento ho assistito ad un graduale ma costante peggioramento della sintomatologia che mi ha portato a 7 scariche giornaliere diarroiche con molto sangue e muco, calo ponderale, grave mancanza di forze.
In seguito al fallimento della terapia ho deciso di abbandonare psicologo e gastroenterologo e mi sono rivolto ad un immunologo che mi ha ricoverato in ospedale per 20 gg. e mi ha sottoposto ad una terapia d’urto di cortisone (80mg) ed ha successivamente disposto la seguente terapia:
Asacol 800 6cp/die
Asacol 4g 100ml clisma
Sandimmun Neoral (100mg 2cp/die)
Medrol (a scalare)
Esomeprazolo
Con questa terapia ho ottenuto un ottimo miglioramento del quadro clinico, con 2 scariche giornaliere ben formate, niente sangue e poche tracce di muco. Mi sembra comunque forzato parlare di completa remissione, poiché l’infiammazione è semplicemente soffocata e pronta a ripartire, infatti se salto un giorno la mesalazina subisco subito un peggioramento...
Nel corso di 3 anni, scalando il cortisone, sono riuscito ad arrivare alla dose minima efficace di 4mg di medrol a giorni alterni. Tuttavia manifesto i tipici effetti collaterali del cortisone (e del Sandimmun?) quali gonfiore del viso e del corpo, aumento dell’appetito, leggero irsutismo.
Negli ultimi sei mesi ho fatto tre tentativi di eliminare del tutto il cortisone, eppure dopo un paio di giorni la sintomatologia inizia a peggiorare e dopo una settimana ritorna ad un livello preoccupante con frequenti scariche liquide e abbondante sangue. Se reintroduco il cortisone passa tutto.
Ben conoscendo l’esito cronico della malattia vorrei adesso sapere se dovrò assume cortisone per il resto della vita (ed accettarne i rischi) oppure se sia il caso di provare una terapia alternativa a base di farmaci biologici (infliximab, natalizumab o adalimumab) o ancor meglio tentare una plasmaferesi selettiva dei leucociti. Esistono altri metodi per affrancarsi da questa scomoda dipendenza?
Saluti.
sono un ragazzo di 27 anni affetto da Retto Colite Ulcerosa da circa 10 anni; appena diagnosticata la malattia ho cominciato la classica terapia a base di anti-infiammatori non steroidei in forma di pillole e clismi/supposte che però non hanno mai provocato una remissione della malattia che, invece, è andata col tempo a peggiorare.
Dopo qualche anno ho cambiato dottore e con esso ho potenziato la terapia, che è diventata:
Mesalazina (per via orale e rettale)
Azatioprina (dopo i primi mesi a dosi sempre minori per insorgenza di leucopenia)
Psicofarmaci (Trittico, Lexil, Levosulpiride...)
Psicoterapia
Nel paio d’anni che ho seguito questo schema di trattamento ho assistito ad un graduale ma costante peggioramento della sintomatologia che mi ha portato a 7 scariche giornaliere diarroiche con molto sangue e muco, calo ponderale, grave mancanza di forze.
In seguito al fallimento della terapia ho deciso di abbandonare psicologo e gastroenterologo e mi sono rivolto ad un immunologo che mi ha ricoverato in ospedale per 20 gg. e mi ha sottoposto ad una terapia d’urto di cortisone (80mg) ed ha successivamente disposto la seguente terapia:
Asacol 800 6cp/die
Asacol 4g 100ml clisma
Sandimmun Neoral (100mg 2cp/die)
Medrol (a scalare)
Esomeprazolo
Con questa terapia ho ottenuto un ottimo miglioramento del quadro clinico, con 2 scariche giornaliere ben formate, niente sangue e poche tracce di muco. Mi sembra comunque forzato parlare di completa remissione, poiché l’infiammazione è semplicemente soffocata e pronta a ripartire, infatti se salto un giorno la mesalazina subisco subito un peggioramento...
Nel corso di 3 anni, scalando il cortisone, sono riuscito ad arrivare alla dose minima efficace di 4mg di medrol a giorni alterni. Tuttavia manifesto i tipici effetti collaterali del cortisone (e del Sandimmun?) quali gonfiore del viso e del corpo, aumento dell’appetito, leggero irsutismo.
Negli ultimi sei mesi ho fatto tre tentativi di eliminare del tutto il cortisone, eppure dopo un paio di giorni la sintomatologia inizia a peggiorare e dopo una settimana ritorna ad un livello preoccupante con frequenti scariche liquide e abbondante sangue. Se reintroduco il cortisone passa tutto.
Ben conoscendo l’esito cronico della malattia vorrei adesso sapere se dovrò assume cortisone per il resto della vita (ed accettarne i rischi) oppure se sia il caso di provare una terapia alternativa a base di farmaci biologici (infliximab, natalizumab o adalimumab) o ancor meglio tentare una plasmaferesi selettiva dei leucociti. Esistono altri metodi per affrancarsi da questa scomoda dipendenza?
Saluti.
[#1]
La terapia steroidea è efficace ma risulta però frequentemente associata a un gran numero di effetti collaterali,quindi è necassario nelle forme strettamente dipendenti dalla terapia steroidea,instaurare terapie alternative. L'uso di anticorpi monoclonali umani, che agiscono come antagonista del TNF-alfa, una citochina coinvolta nella cascata infiammatoria ,in diversi studi doppio cieco e nella pratica clinica, con soggetti con una diagnosi di colite ulcerosa hanno evidenziato una remissione della sintomatologia clinica e delle lesioni alla sigmoidoscopia.l’induzione di una remissione sia clinica che endoscopica della colite ulcerosa ha dato un ruolo importante a questi anticorpi nella pratica clinica e quindi da valutare nel tuo caso.
Saluti dr Giuseppe D'Oriano
Saluti dr Giuseppe D'Oriano
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
[#2]
Gentile Utente,
occorre prima di tutto avere una certezza nella diagnosi: quando è stata effettuata l'ultima colonscopia totale? L'istologia conferma in modo sicuro la diagnosi? è stato studiato il tenue? Detto ciò, non sarei d'accordo nel continuare con la ciclosporina (farmaco comunque gravato da potenziali effetti collaterali) e tanto meno con lo steroide di cui va evitato l'uso cronico. Ritenterei con l'uso dell'azatioprina o del Purinethol (suo analogo) al dosaggio opportuno considerando che la leucopenia è legata all'efficacia del farmaco stesso evitando di scendere sotto i 3000 - 3500 globuli bianchi (importante anche il numero in % dei neutrofili). Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
occorre prima di tutto avere una certezza nella diagnosi: quando è stata effettuata l'ultima colonscopia totale? L'istologia conferma in modo sicuro la diagnosi? è stato studiato il tenue? Detto ciò, non sarei d'accordo nel continuare con la ciclosporina (farmaco comunque gravato da potenziali effetti collaterali) e tanto meno con lo steroide di cui va evitato l'uso cronico. Ritenterei con l'uso dell'azatioprina o del Purinethol (suo analogo) al dosaggio opportuno considerando che la leucopenia è legata all'efficacia del farmaco stesso evitando di scendere sotto i 3000 - 3500 globuli bianchi (importante anche il numero in % dei neutrofili). Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dott. Roberto Mangiarotti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.8k visite dal 15/12/2006.
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