Stitichezza e parkinsonismo

Gent.mi Dott.ri,
Mia madre, di anni 88, è affetta da parkinsonismo secondario (probabilmente di origine vascolare) e, tra le varie sintomatologie correlate, è presente un’ostinata stitichezza (patologia anche prima episodicamente presente sia pure in maniera assai meno marcata), causata probabilmente sia dalla malattia che dai farmaci che assume. Sono a conoscenza che il citato problema in un soggetto anziano parkinsoniano assume una rilevanza peculiare, camminando di pari passo con l’evolversi della malattia. Il prodotto farmacologico consigliatole è il “paxabel 10” (macrogol) a metà mattina (per evitare la concomitanza con gli altri farmaci) che, a detta dei medici, agendo con meccanismo osmotico, non dovrebbe creare assuefazione e non dovrebbe irritare il colon. Tra l’altro sono presenti dei diverticoli a causa dei quali è necessario un ciclo di “normix” al mese che però, di norma, acuisce il problema della stipsi. Il “peridon” sarebbe un farmaco consigliabile ma, potendo accentuare i sintomi parkinsoniani, non mi sento di farglielo assumere. L’assunzione del paxabel ha migliorato la situazione in relazione alla maggiore sofficità delle feci ma, riguardo alla quantità, si registra spesso un’emissione molto frequente (essendo incontinente urinaria, la mamma va spesso a far pipì e moltissime volte si trova ad “evacuare” spontaneamente, senza avvertire il sintomo premonitore se non quando orina), però in maniera molto ridotta, quasi risibile. Probabilmente la quantità di feci nel corso della giornata sono “rassicuranti” (chi può saperlo con certezza?), tuttavia, ovviamente, il dovere, quasi ad ogni pipì (circa una dozzina di volte al giorno), affrontare l’evacuazione con ciò che ne deriva (pulizia personale, stress dovuto a scarsissima autonomia di movimenti) non è l’ideale. Ho provato ad aggiungere, in terapia, una bustina di “biofibrolax”) a colazione, nell’intento di dare una maggiore voluminosità alle feci, di riuscire, insomma, a “legarle”. Niente da fare. C’è qualcos’altro che si può tentare? Altri prodotti, tipo il psyllium, hanno l’handicap di dover essere assunti molto lontano dai farmaci perché possono inferire con la loro azione, e la cosa sarebbe alquanto problematica. Me lo consigliate? Scusate per la tanta carne al fuoco e forse per la poca chiarezza con cui ho esposto profanamente il problema.
Gli altri farmaci assunti sono: Peptazol 40- Keppra 250 mg.x 2 – Jumex 10- Congescor 2,5 – Cipralex 10 – Minias 6/8 gocce la sera – 25 gocce di “Intrafer” x 2 – Flupid 250 – Folina- 1 fiala di “Clodron” la settimana.
RingraziandoVi per l’attenzione che vorrete prestarmi, porgo i più cordiali saluti.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Ho letto la sua richiesta, indubbiamente si tratta di una situazione complessa ma mi sembra che Lei abbia chiari i termini della questione e affronti correttamente il problema. Detto questo, purtroppo, cure miracolose non esistono, credo quindi sia giusto proseguire con quanto sta già facendo seguendo le indicazioni del collega che la segue personalmente. Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
La ringrazio moltissimo, Dr, Favara, del Suo autorevole parere. Le chiedo solo se, cercando magari di ottimizzare i tempi di assunzione al fine di non interferire con l'azione degli altri farmaci, il "Psyllim" (che Le avevo citato in precedenza) possa teoricamente rappresentare la soluzione migliore.Buon pomeriggio e grazie ancora
Parkinson

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