Conviene l'intervento per reflusso gastroesofageo?
Salve, ho 37 anni e circa 12 anni fa in seguito ad una gastroscopia mi è stata diagnosticata una esofagite da reflusso di secondo grado che ho iniziato a tratta con inibitori di pompa gastrica e antiacidi portandola a regredire. Successivamente nel 2001 ho fatto degli esami + specialistici: mi scuso se non ricordo il nome ma un esame ha comportato la misura per 24h degli episodi di reflusso nell'esofago con un sondino nasale e l'altro sempre con l'inserimento di un sondino nasale la misurazione della pressione cardiale. E' emerso che soffro della malattia da reflusso gastroesofageo dovuta a incontinenza cardiale associata ad iperacidità gastrica aspecifica. Non è presente ernia jatale. Lo specialista mi ha consigliato di continuare la terapia farmacologica alla bisogna o di ricorrere all'intervento x via laparoscopica per la ricostruzione del cardias. Il mio medico però si è sempre dimostrato scettico su questa via dicendo che da un lato è un intervento i cui benefici sul lungo periodo non si conoscono e non sono garantiti, dall'altro non è esenti da complessità (pur se eseguito in via laparoscopica) e mi ha sempre suggerito in questi anni di continuare la via farmacologica in quanto alterno periodi in cui il reflusso è presente ad altri in cui riesco a non sentirne gli effetti (prevalentemente pirosi) anche senza farmaci.
Il problema è che più passano gli anni più i periodi in cui devo prendere i farmaci aumentano rispetto a quelli in cui non li prendo e adesso sono quasi sempre a prendere almeno l'inibitore di pompa (limpidex/nexium, ecc.)
La mia domanda è: conviene valutare l'opportunità di intervenire chirurgicamente? L'intervento garantirebbe di risolvere il mio problema definitivamente o almeno per un numero di anni congruo (eventualmente quanti)? Quali sono le eventuali controindicazioni di tale intervento? Sono possibili modifiche allo stile di vita dopo averlo fatto? O viceversa se continuo a prendere i farmaci questi possono comportare dei problemi sul lungo periodo?
Grazie in anticipo per le risposte
Cordiali Saluti
Il problema è che più passano gli anni più i periodi in cui devo prendere i farmaci aumentano rispetto a quelli in cui non li prendo e adesso sono quasi sempre a prendere almeno l'inibitore di pompa (limpidex/nexium, ecc.)
La mia domanda è: conviene valutare l'opportunità di intervenire chirurgicamente? L'intervento garantirebbe di risolvere il mio problema definitivamente o almeno per un numero di anni congruo (eventualmente quanti)? Quali sono le eventuali controindicazioni di tale intervento? Sono possibili modifiche allo stile di vita dopo averlo fatto? O viceversa se continuo a prendere i farmaci questi possono comportare dei problemi sul lungo periodo?
Grazie in anticipo per le risposte
Cordiali Saluti
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Pur comprendendo le giuste affermazioni del suo medico di base, nel suo caso, per quanto scrive, credo che l' opzione chirurgica sia da considerare. In caso contrario puo' proseguire la terapia, se efficace, a tempo indeterminato senza problemi particolari, eseguendo periodici controlli endoscopici.
A Padova la clinica chirurgica è un centro di eccellenza per queste patologie.Auguri!
A Padova la clinica chirurgica è un centro di eccellenza per queste patologie.Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
[#2]
L'intervento puo' non essere necessario se i risultati ottenuti con i farmaci, con l'edeguamento delle abitudini di vita e con la corretta alimentazione appaiono sufficienti a tenere i sintomi sotto controllo.
Se invece tutto questo non dovesse produrre gli effetti sperati vale la pena valutare l'ipotesi chirurgica. Ma attenzione: non tutti i pazienti ottengono una remissione completa della sintomatologia. Deve pertanto parlarne con il Chirurgo e capire quale possa essere, nel suo caso specifico, la scelta migliore.
Cordiali saluti
Se invece tutto questo non dovesse produrre gli effetti sperati vale la pena valutare l'ipotesi chirurgica. Ma attenzione: non tutti i pazienti ottengono una remissione completa della sintomatologia. Deve pertanto parlarne con il Chirurgo e capire quale possa essere, nel suo caso specifico, la scelta migliore.
Cordiali saluti
dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 11.5k visite dal 16/05/2009.
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