Trattamento ernia iatale a lungo termine

Buongiorno
ho una ernia iatale da qualche anno.
Ormai sono quasi 5 mesi che ininterrrottamente prendo una pasticchina di patecta 20 la sera per mantenere calma questa ernietta.
Ultimamente pero' mi sono accorto che molte volte non basta e sono costretto a raddoppiare la dose.
Spesso sento anche un bruciore localizzato sempre nel medesimo punto dietro la scapola sx quando ad esempio bevo qualcosa di caldo o mangio qualcosa di forte (tipo spremuta di arancio).
Per cercare di non far irritare troppo prendo il riopan gel che riesce un po' a tutelare la parete dell'esofago.
le mie domande sono:
La cura prolungata con pantecta puo' dare controindicazioni ?
Questa perenne infiammazione dell'esofago puo' portare a brutte soprese?
A 33 anni mi sono un po' stufato di prendere le pasticchine la sera come fanno i vecchietti. L'operazione e' risolutiva ?
Grazie mille
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Per prima cosa vorrei chiarirle che la "pasticchetta" non tiene a bada l'ernia iatale, che infatti e' una condizione anatomica e non si giova della terapia medica, ma soltanto di manovre chirurgiche.
Tuttavia i PPI, cioe' gli inibitori di pompa protonica che gia' sta assumendo, in genere consentono un buon controllo degli effetti causati dall'ernia medesima, in primo luogo quindi del reflusso gastro-esofageo, rendendo spesso possibile condurre una vita sostanzialmente normale anche senza ricorrere alla chirurgia; a patto naturalmente di non sospendere la terapia e di utilizzare qualche accorgimento dietetico e comportamentale.
Se alla sua giovane eta' si e' stancato di prendere il pantoprazolo questo non e' un buon motivo per sottoporsi ai rischi chirurgici del caso. Se invece la terapia medica risultasse insufficiente allora e' consigliabile parlare con un Chirurgo e valutare insieme le opportunita' offerte dall'intervento di "funduplicatio"; sempre tenendo presente che nessun intervento chirurgico, anche se effettuato per via laparoscopica, e' completamente esente da rischi; e anche considerando l'eventalita' che potrebbe non risultare completamente risolutivo e che, in certi sfortunati casi, la terapia medica potrebbe dover essere continuata ugualmente, anche se a dosi meno elevate.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com