Gerd e asma

gentili Dottori,
ho 39 anni e dall'età di 10 anni soffro di asma allergico (gatto e parietaria +++) gestita con ventolin al bisogno e bentelan solo in casi rari di attacchi più violenti. Tre anni fa ho avuto una bnale influenza seguita da forti difficoltà di respirazione. si è pensato ad una recidiva asmatica: ricovero ospedaliero, tac toracica e rx a posto, esami di sangue d ossigenazione idem ma la fame d'aria e l'oppressione toracica continuavano. per quasi due anni sono stata curata con bentelan, deltacortene e una serie di broncodilatatori a lunga azione cambiati di volta in volta a causa degli effetti collaterali che mi provocavano(ansia, dolore toracico e sensazione di pizzicotti al cuore, attacchi di panico, dolore diffuso fino alla spalla e braccio sn con conseguenti corse al pronto soccorso dove di norma avevo battiti cardiaci accellerati, un po' di dispnea. una flebo di bentelan e una di ranidil di norma seguivano la dimissione come soggetto asmatico). la dispnea continuava nonostante il cortisone e i broncodilatatori fino a quando un medico illuminato mi ha consigliato una gastroscopia.
malattia da reflusso gastroesofageo ed ernia iatale. oggi, dopo due anni di inibitori di pompa (ora lanzoprazololo 30 ogni mattina) e antiacidi alla seconda gastroscopia le lesioni sono cicatrizzate e l'ernia è molto piccola.l'esofago è a posto. di tanto in tanto però l'asma mi tormenta, ma non so più se è asma o dispnea legata al reflusso, a volte mi passa con uno spruzzo di ventolin, altre volte mi resta fame d'aria per giorni. se prendo il cortisone aumenta il reflusso e pare che il reflusso mi scateni la fame d'aria.
recentemente il broncopneumologo mi ha prescritto il clenilxx (2 volte mattina, due pranzo e due sera)e mi ha detto di continuare a curare il gerd con i farmaci abituali (lanzopr. peridon e riopan e dieta e dormire con illetto sollevato di 20 cm) ma da qualche giorno si è aggiunta una sensazione di bruciore allo stomaco in alto che prende anche tutta la cassa toracica.

da premettere, per dolori toracico forte e fastidioso con nausea e sensazione di pizzicotto al cuore sono stata al pronto soccorso un mese fa, dove mi hanno fatto un ranidil, rx toracico e elettro-eco-cardiogramma a posto, esami di sangue a posto)

il bruciore persiste ed è forte, come se avessi spalmato del peperoncino all'interno della cassa toracica fino alla bocca dello stomaco, ogni tanto sento quelle fitte sotto il seno sn, dentro, che descrivo come un pizzicotto al cuore. ho letto che anche alcuni broncodilatatori possono provocare la pirosi,ma come la si risolve? ci sono farmaci migliori di quelli che prendo per questo fastidio? e soprattutto, esiste un centro a Roma(o due medici disposti a collaborare tra loro) dove un broncopneumologo e un gastroenterologo possano valutare e seguire insieme la mia situazione? e ci sono esami che psso fare per capire se la dispnea è da curare come asma o come gerd? mi sembra di essere nella stessa situazione di un cane che si morde la coda
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Gentile Utente,
e' molto probabile che i sintomi da lei descritti siano causati da entrambe le patologie principali che le hanno diagnosticato: non c'e' un'unica terapia da effettuare, ma ce ne sono due, che giustamente andrebbero comunque "tarate" sulla sua persona anche favorendo la collaborazione tra i due diversi Specialisti che la seguono. E aggiungerei che hanno fatto bene a sottoporla a Visita Cardiologica un mese fa: quanto meno e' stato verificato il buono stato generale del suo apparato cardiocircolatorio.
Tornando all'ernia iatale e al conseguente reflusso, ma anche all'asma bronchiale, posso dirle che sono entrambe patologie da curare con costanza nel tempo: nessuna delle due sopporta bene le corse al Pronto Soccorso, ma si giovano soprattutto di terapie di mantenimento e di abitudini di vita corrette da seguire pazientemente giorno dopo giorno. Intanto puo' trovare qualche piccola notizia in piu' sull'ernia iatale cliccando su https://www.medicitalia.it/minforma/chirurgia-generale/112-ernia-iatale-e-reflusso-gastro-esofageo.html
Per quanto riguarda l'integrazione delle due terapie il miglior consiglio e' quello di mettere in contatto i due Specialisti che la seguono, al fine di far si che possa essere messa a punto una terapia "condivisa" che limiti gli effetti collaterali e che soprattutto massimizzi l'effetto dei farmaci che le verranno prescritti. Non abbia paura di chiedere loro questo piccolo sforzo: sono certo che lo faranno con piacere perche' entrambi sanno che le due patologie ne trarranno reciproco beneficio.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

[#2]
Utente
Utente
gentile Dottore, grazie della sollecita risposta ma il mio problema è proprio quello di trovare due specialisti capaci di collaborare tra loro, mi creda, non è affatto facile a parte la telefonata di circostanza, l'uno non sa nemmeno le cure che mi da l'altro e viceversa. e sono tre anni ormai che ci provo in tutti i modi. forse in una clinica privata è più facile che da studio a studio?

ne approfitto però della sua cortesia e le chiedo se il pizzicotto al cuore, dopo tre holter di cui l'ultimo lo scorso anno, varie visite cardiologiche e l'ultima quella di un mese fa al pronto soccorso con eco ed elettrocardiogramma possono tranquillizare dal punto di vista cardiaco o dovrei sottopormi ad alti esami? il ventolin e gli altri farmaci (cortisone, peridon, broncodilatatori vari)che prendo da una vita possono dare problemi ed io, nonostante non si sia mai riscontrato nulla se non un po' di tachicardia, appena salgo tre gradini ho il cuore che accelera moltissimo e mi affatico parecchio.

grazie molte
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
E' ben noto che alcuni dei farmaci che lei assume possano indurre tachicardia: sono effetti collaterali che vanno valutati e, se necessario, accettati. D'altro canto la visita effettuata da un buon Cardiologo, supportata dai referti strumentali che lei ha gia' acquisito, e' di norma sufficiente per escludere problemi di natura cardiovascolare.
Sulla possibilita' di far collaborare due Specialisti invece non deve demordere: e' fondamentale. E' ovvio che se entrambi operano nella stessa struttura le comunicazioni saranno piu' semplici, anche perche' in genere si conoscono personalmente e il confronto sui pazienti "in comune" e' prassi consolidata. Ma non e' impossibile neanche far collaborare due Professionisti che non si siano mai visti prima...
Cordiali saluti
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