Terapia a lungo termine con lansoprazolo: quali i rischi?

Gentili dottori,

circa 5 anni fa, in seguito a gastroscopia, mi è stata diagnosticata la malattia da reflusso gastroesofageo ("cardias parzialmente incontinente", diceva il referto). Il mio gastroenterologo di allora cominciò col prescrivermi 15mg di lansoprazolo per 3 mesi. Terminata la terapia ho ricominciato a soffrire di mal di gola, bruciori alla gola e tosse. Ho ripreso così ad assumere 15mg di lansoprazolo al mattino, mezz'ora prima di colazione, ritrovando finalmente un po' di pace dai sintomi del reflusso.

Negli ultimi 5 anni ho sospeso periodicamente la terapia per verificare eventuali remissioni della sintomatologia ma a quanto pare riesco a stare bene solo quando assumo il farmaco.


Ho smesso di fumare da quasi tre anni, non bevo alcolici e seguo una dieta sana. Ho provato di tutto, dal bicarbonato di sodio al Maalox, ma non ho mai ottenuto nulla se non un momentaneo sollievo.

La mia domanda è: a cosa vado incontro? In rete se ne leggono di tutti i colori sugli inibitori di pompa protonica assunti per molti anni: morte improvvisa, problemi alle ossa, al fegato... Devo preoccuparmi? Esiste eventualmente un'alternativa efficace?


Grazie in anticipo e buon lavoro.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Tutti i farmaci hanno effetti collaterali, questi come altri, tuttavia se l'indicazione e' corretta e non esistono alternative efficaci e' giusto assumerli.Prego.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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