Gonfiore addominale associato al grano

Buongiorno, sono una ragazza di 21 anni e fin da piccola soffro di un notevole gonfiore addominale. Da bambina sia i miei genitori che il medico di base dicevano che era la "pancia gonfia come i bambini africani" e lo imputavano al fatto che mangiavo effettivamente molto poco e solo alcuni tipi di alimenti perchè soffrivo di molte allergie. Crescendo, le allergie sono sparite e ho iniziato a mangiare normalmente, ma la pancia è sempre stata molto gonfia, a volte tesa fino a far male. A 18 anni, in seguito ad una dieta dimagrante in cui ho eliminato pane e pasta la pancia è scomparsa nel giro di una settimana circa e da allora ho fatto varie prove, eliminando grano e farinacei la pancia si sgonfia nel giro di pochi giorni. Il riso invece, non mi da alcun problema. Inoltre ho sempre avuto problemi di stitichezza. Non seguo al momento una dieta priva di glutine, perchè essendo una dieta molto limitante, vorrei prima esser certa che sia effettivamente quello il problema. Quest'anno poi, ho avuto problemi di varia natura (febbre a 37.5 ogni sera, dolori addominali, nausea, difficoltà a respirare,...) e mi hanno diagnosticato, dopo mesi di esami vari,fra cui anche una gastroscopia, una gastrite cronica, con reflusso gastro-esofageo, priva di Helycobacter. L'ecografista ha detto che è molto probabilmente dovuta al fatto che il cibo fa fatica a lasciare lo stomaco perchè l'intestino non si svuota e che l'intestino stesso contiene moltissimo gas e ha proposto l'ipotesi della celiachia. Ho fatto il test fai-da-te per la celiachia ed è risultato negativo ma non so se e quanto sia attendibile. I miei problemi potrebbero esser dovuti alla celiachia oppure a qualche altra patologia od intolleranza alimentare? e poi, il mio medico di base ha chiaramente detto di non avere idee in materia, quali sarebbero i test che dovrei eventualmente fare? grazie mille. Ludovica
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Dr.ssa Micaela Cretella Gastroenterologo 56 2
Le intolleranze alimentari dell'età pediatrica poco o nulla hanno a che vedere con ciò che accade nell'intestino di un individuo adulto, la cui barriera intestinale ha raggiunto il pieno della sua maturità.
E' vero che in molti casi l'ipotesi della malattia celiaca viene da sintomi addominali vagi, come distensione addominale, cattiva digestione, diarrea o stitichezza, anemia, ritardo nella crescita e via dicendo..
In molti casi purtroppo, escludere i farinacei dalla dieta non è prova di essere affetti da tale intolleranza, poichè quasi tutte le patologie intestinali organiche o funzionali hanno beneficio dalla sospensione di questi alimenti.

Gli esami del sangue da eseguire nel sospetto di celiachia sono:

Anticorpi anti-gliadina (IgA ed IgG)
Anticorpi anti-endomisio (IgA ed IgG)
Anticorpi anti-transglutaminasi

Dosaggio delle immunoglobuline di classe A, G, M.

Esistono inoltre dei test genetici che però consiglio di effettuare solo in un secondo momento. Nel sospetto di malattia celiaca è comunque opportuno fare degli esami ematici di base come emocromo, sideremia, ferritina, azotemia, creatininemia, albumina, VES, PCR, Fibrinogeno per la valutazione dello stato nutrizionale ed escludere l'eventuale presenza di stati infiammatori.

Noto inoltre che nell'esame endoscopico a cui si è sottoposta non si fa menzione della seconda porzione duodenale, che l'operatore avrà sicuramente esplorato.

Infine le consiglio di rivolgersi ad un collega specialista, soprattutto nel caso in cui gli esami risultino positivi: si può convivere benissimo con la celiachia e non subire alcuna privazione... a patto di essere alleati del proprio medico gastroenterologo!

Cordialmente

Dr.ssa Micaela Cretella

[#2]
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
La ringrazio molto della sua risposta. L'esito della gastroscopia dice solamente "prima porzione duodenale intatta". Proverò a fare gli esami che mi ha consigliato, sperando di riuscire a capire qual'è l'effettiva causa del mio disturbo. Ha detto che anche altre patologie intestinali traggono beneficio dalla sospensione dei farinacei. Nel caso il test fosse negativo, quali possono essere le altre patologie da indagare? grazie mille.
[#3]
Dr.ssa Micaela Cretella Gastroenterologo 56 2
Nella precedente risposta non ho sottolineato il fatto che gli esami ematici sovraelencati devono essere effettuati dopo aver condotto un regime alimentare normale (cioè NON escludendo pane e pasta) per almeno due settimane, per escludere falsi negativi.
Nel caso in cui risultassero negativi riterrei opportuno effettuare una visita dallo specialista, per ottimizzare l'alvo (cioè il modo e la frequenza delle evacuazioni) ed eventualmente ripetere un'ecografia dell'addome.
Tendo comunque a tranquillizzarla, ricordandole che la diagnosi in medicina è una strada da percorrere passo dopo passo.

Cordialmente
[#4]
Attivo dal 2009 al 2011
Ex utente
Ho fatto gli esami che mi ha consigliato ed i risultati sono i seguenti:

S-IgG 8,74 range: 7,00-16,00
S-IgA 1,29 range: 0,70-4,00
S-IgM 0,60 range: 0,40-2,38

Ab antitransglutaminasi IgA 5,0 U range: 0,0-20,0

Ab antiendomisio ed antipeptidigliadinici: il laboratorio non li ha eseguiti in quanto sostituiti dalla ricerca degli Ab antitransglutaminasi che si è dimostrata più efficace.

P-ferritina 8 range: 14-233 *

Il mio medico di base ha detto che devo consumare più ferro, ma non credo la mia alimentazione ne sia carente.

Si può dedurre qualcosa da queste analisi?

Per quanto riguarda l'ottimizzazione dell'alvo prendo già fermenti e fibra di Psyllium, ma senza grandi risultati.

Grazie ancora per la sua attenzione.
[#5]
Dr.ssa Micaela Cretella Gastroenterologo 56 2
La sua produzione di immunoglobuline è nella norma e qli anticorpi anti-transglutaminasi negativi. Per ora non ci sono dati oggettivi che facciano pensare alla celiachia. Nelle giovani donne è molto consueto trovare una riduzione della ferritina, soprattutto se si presentano mestruzioni abbondanti.
Per ciò che riguarda l'alvo: i fermenti lattici non hanno un'azione regolarizzante.
L'aumento della quota di fibra alimentare è efficace solamente se associata ad una corretta assunzione di acqua che deve essere di almeno 2 litri al giorno.
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