Ulcera perforata - decesso di mia madre di 75 anni in ospedale a parigi in seguito a 2 interventi
Mia mamma, ansiosa, un ictus emorragico 4 anni fa, si trasferisce nel 2016 a Parigi. Preoccupata per me. Le viene subito ulcera, esce poco, suda freddo e molto su schiena senza dolore di stomaco. In giugno 2017 io licenziata dopo molestie. A fine settembre comincia con spasmi a stomaco e schiena. Le compro di corsa Maalox.
Non torno in farmacia preferendo parere medico (il 16/11 il suo per telefono ci dice di continuare col Maalox).
Sente sollievo una settimana.
15 giorni dopo la trovo una sera in preda a forti spasmi.
Beve latte per attenuare dolori. Dolori prima solo notte e intermittenti per 3 settimane. A Novembre quasi persistenti ma suo rifiuto di farsi visitare anche a domicilio.
Dato dolore schiena prende Aulin senza ipp ma in quantità limitata.
Lo dice al chirurgo.
Si sente male verso le 17, ambulanza arriva alle 20. In ospedale prima delle 21. La operano alle 6 e 30 del 18/11.
All'arrivo parametri vitali non critici, lucida. Pressione normale, 37,5. Infezione batterica ma no setticemia, addome morbido. Desatura parlando, occhialetti per ossigeno.
Dice mal di stomaco e schiena da 1,5 mesi ma le fanno tac alle 4 di mattina dopo altri esami. Perforazione a duodeno e ulcera cronica a stomaco.
In sala operatoria prima delle 5 lucida. Sedata ma fin lì niente antibiotici. Peritonite. Foro di 5 cm duodeno. Antrectomia con anastomosi. Ricrea condotto digestivo con ansa intestino. Helicobacter.
Sutura duodeno cede il 21. Intervento notte con altro chirurgo di 4 ore, va lucida ma dolori addome e un po' confusa per infezione. Peritonite biliare. Il 22 shock settico.
Addormentata per 6 giorni fino al 28/11, estubata il 3/12, trasferita in terapia intensiva il 4/12. Dicono "Sta meglio" ma poi scrivono "dal 1/12, dato peggioramento, cure limitate" e smettono antibiotici presi solo per una settimana. "Embolia polmonare".
Nutrita tutto il ricovero via flebo e sondino nasale. "Problemi di deglutizione". 2o chirurgo lo trova normale, intubata 11 giorni. Ma poi rianimatori scrivono "neuromiopatia".
Dal 3 al 5/12 indebolita ma si esprime con tutti.
Il 5 sera febbre a quasi 39 fino al 7. Il 6 alle 21 ha freddo per febbre ma la lascio lucida. Il 7 la trovo semincosciente.
Le chiedo se ha dolori. Nessun medico dal 5 al 7/12. Rianimatore "la trovo male, diaframma affaticato, denutrita e febbricitante, rimanga la notte per accompagnarla""!
Sotto morfina in base a MIA impressione sui dolori addominali: se respiro affaticato non deleteria?
Lei molto meglio 24 ore prima, 2o chirurgo alle 20 sorpreso di trovarla così, suture e drenaggi puliti, "infezione per altre cause".
Alle 22,30 38,3. Solo grembiulino e lenzuolino, stanza a 20 gradi "per la febbre", fuori -2.
Emoglobina a 10.
Pressione abituale, battito 120, saturazione min a 95% stabili dalle 14. Lo rimangono fino a passaggio infermieri alle 02,30 dell'8/12. Arresto cardiorespiratorio in 10 secondi. Nessuno la soccorre. "Shock settico"...
L'avrei potuta salvare io un mese e mezzo prima con ipp e farmacista?
Non torno in farmacia preferendo parere medico (il 16/11 il suo per telefono ci dice di continuare col Maalox).
Sente sollievo una settimana.
15 giorni dopo la trovo una sera in preda a forti spasmi.
Beve latte per attenuare dolori. Dolori prima solo notte e intermittenti per 3 settimane. A Novembre quasi persistenti ma suo rifiuto di farsi visitare anche a domicilio.
Dato dolore schiena prende Aulin senza ipp ma in quantità limitata.
Lo dice al chirurgo.
Si sente male verso le 17, ambulanza arriva alle 20. In ospedale prima delle 21. La operano alle 6 e 30 del 18/11.
All'arrivo parametri vitali non critici, lucida. Pressione normale, 37,5. Infezione batterica ma no setticemia, addome morbido. Desatura parlando, occhialetti per ossigeno.
Dice mal di stomaco e schiena da 1,5 mesi ma le fanno tac alle 4 di mattina dopo altri esami. Perforazione a duodeno e ulcera cronica a stomaco.
In sala operatoria prima delle 5 lucida. Sedata ma fin lì niente antibiotici. Peritonite. Foro di 5 cm duodeno. Antrectomia con anastomosi. Ricrea condotto digestivo con ansa intestino. Helicobacter.
Sutura duodeno cede il 21. Intervento notte con altro chirurgo di 4 ore, va lucida ma dolori addome e un po' confusa per infezione. Peritonite biliare. Il 22 shock settico.
Addormentata per 6 giorni fino al 28/11, estubata il 3/12, trasferita in terapia intensiva il 4/12. Dicono "Sta meglio" ma poi scrivono "dal 1/12, dato peggioramento, cure limitate" e smettono antibiotici presi solo per una settimana. "Embolia polmonare".
Nutrita tutto il ricovero via flebo e sondino nasale. "Problemi di deglutizione". 2o chirurgo lo trova normale, intubata 11 giorni. Ma poi rianimatori scrivono "neuromiopatia".
Dal 3 al 5/12 indebolita ma si esprime con tutti.
Il 5 sera febbre a quasi 39 fino al 7. Il 6 alle 21 ha freddo per febbre ma la lascio lucida. Il 7 la trovo semincosciente.
Le chiedo se ha dolori. Nessun medico dal 5 al 7/12. Rianimatore "la trovo male, diaframma affaticato, denutrita e febbricitante, rimanga la notte per accompagnarla""!
Sotto morfina in base a MIA impressione sui dolori addominali: se respiro affaticato non deleteria?
Lei molto meglio 24 ore prima, 2o chirurgo alle 20 sorpreso di trovarla così, suture e drenaggi puliti, "infezione per altre cause".
Alle 22,30 38,3. Solo grembiulino e lenzuolino, stanza a 20 gradi "per la febbre", fuori -2.
Emoglobina a 10.
Pressione abituale, battito 120, saturazione min a 95% stabili dalle 14. Lo rimangono fino a passaggio infermieri alle 02,30 dell'8/12. Arresto cardiorespiratorio in 10 secondi. Nessuno la soccorre. "Shock settico"...
L'avrei potuta salvare io un mese e mezzo prima con ipp e farmacista?
[#1]
Dal racconto è senza coscienza diretta del caso non si può dare una risposta al quesito posto.
Inizialmente lei dice che nel 2016 sua mamma ha un'ulcera perché preoccupata per lei.
A prescindere dal fatto che l'ulcera non viene per le preoccupazioni, occorrerebbe sapere come è stata trattata.
Resto a sua disposizione! Cordiali saluti!
Inizialmente lei dice che nel 2016 sua mamma ha un'ulcera perché preoccupata per lei.
A prescindere dal fatto che l'ulcera non viene per le preoccupazioni, occorrerebbe sapere come è stata trattata.
Resto a sua disposizione! Cordiali saluti!
MARCO BACOSI MD PhD
Spec. in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Dott. di Ricerca in Fisiopatologia Chirurgica e Gastroenterologia
[#2]
Utente
Buongiorno,
Grazie di cuore per la sua risposta e attenzione.
E" stata "trattata" solo con una scatola o poco più di Maalox ..!
Prendeva del tenormin e del triatec ogni giorno dall'ictus.
Non conoscevamo il ruolo dei gastroprotettori come farmaci antiulcera ..
Non vedeva un medico da 3 anni.
Con la biopsia durante l'intervento hanno trovato l'helicobacter pylori.
Ma non aveva mai sofferto di ulcera.
Inoltre ha sempre preso l'aulin senza protezione gastrica, mangiando qualcosa.
Con mia madre mi sfogavo da due anni degli abusi a lavoro a cui non ero nuova.. Era la mia "manager". Ma appena arrivata lei, io cerco lavoro altrove ... Situazione certamente molto dtressante per lei.
L'alimentazione ultimamente sana, non aveva evitato qualche eccesso. Ristoranti asiatici, birra, un po' di vino.
Ma non ha mai sofferto di problemi gastrici, almeno fino all'ictus quando le diagnosticarono una leggera gastrite.
Quindi la mia domanda è: avrei potuto salvarla comprando qualche scatola di omeprazolo o simili in emergenza dal farmacista? Ho bisogno di sapere.
Ringraziandola di nuovo della sua attenzione.
Grazie di cuore per la sua risposta e attenzione.
E" stata "trattata" solo con una scatola o poco più di Maalox ..!
Prendeva del tenormin e del triatec ogni giorno dall'ictus.
Non conoscevamo il ruolo dei gastroprotettori come farmaci antiulcera ..
Non vedeva un medico da 3 anni.
Con la biopsia durante l'intervento hanno trovato l'helicobacter pylori.
Ma non aveva mai sofferto di ulcera.
Inoltre ha sempre preso l'aulin senza protezione gastrica, mangiando qualcosa.
Con mia madre mi sfogavo da due anni degli abusi a lavoro a cui non ero nuova.. Era la mia "manager". Ma appena arrivata lei, io cerco lavoro altrove ... Situazione certamente molto dtressante per lei.
L'alimentazione ultimamente sana, non aveva evitato qualche eccesso. Ristoranti asiatici, birra, un po' di vino.
Ma non ha mai sofferto di problemi gastrici, almeno fino all'ictus quando le diagnosticarono una leggera gastrite.
Quindi la mia domanda è: avrei potuto salvarla comprando qualche scatola di omeprazolo o simili in emergenza dal farmacista? Ho bisogno di sapere.
Ringraziandola di nuovo della sua attenzione.
[#4]
Utente
Un mese e mezzo prima le avrei quindi forse salvato la vita, chiedendo solo al farmacista che mi avrebbe certamente consigliato degli ipp, dosaggio e durata, evitando così forse la perforazione. E" corretto?
Invece, sebbene in assenza di cartella clinica e con pochi dati, cosa pensa di come è stata operata e curata in ospedale?
Ancora molte grazie.
Invece, sebbene in assenza di cartella clinica e con pochi dati, cosa pensa di come è stata operata e curata in ospedale?
Ancora molte grazie.
[#6]
Utente
Mi scusi ancora,.
A cosa pensa sia dovuto il cedimento della sutura duodenale durante il primo intervento, a parte l'ipotesi di errore umano?
Quando l'operazione cominciò erano già passate 14 ore dalla perforazione dell'ulcera. Peritonite e pus furono osservati dal chirurgo durante l'intervento, mentre al pronto soccorso mia madre aveva l'addome morbido e un tasso d'infezione non molto alto. Quindi non c'era ancora peritonite. Quindi non può essere che i tessuti del duodeno si siano infragiliti per l'infezione aumentata col passare delle ore (arrivo ospedale ore 21, intervento iniziato alle 6 e 30 l'indomani)?
Cordiali saluti,
A cosa pensa sia dovuto il cedimento della sutura duodenale durante il primo intervento, a parte l'ipotesi di errore umano?
Quando l'operazione cominciò erano già passate 14 ore dalla perforazione dell'ulcera. Peritonite e pus furono osservati dal chirurgo durante l'intervento, mentre al pronto soccorso mia madre aveva l'addome morbido e un tasso d'infezione non molto alto. Quindi non c'era ancora peritonite. Quindi non può essere che i tessuti del duodeno si siano infragiliti per l'infezione aumentata col passare delle ore (arrivo ospedale ore 21, intervento iniziato alle 6 e 30 l'indomani)?
Cordiali saluti,
[#7]
Utente
Buongiorno,
Reitero la mia domanda, questa volta rivolgendomi a tutti i medici del sito.
Mi scusi ancora,
A cosa pensa sia dovuto il cedimento della sutura duodenale durante il primo intervento, a parte l'ipotesi di errore umano?
Quando l'operazione cominciò erano già passate 14 ore dalla perforazione dell'ulcera. Peritonite e pus furono osservati dal chirurgo durante l'intervento, mentre al pronto soccorso mia madre aveva l'addome morbido e un tasso d'infezione non molto alto. Quindi non c'era ancora peritonite. Quindi non può essere che i tessuti del duodeno si siano infragiliti per l'infezione aumentata col passare delle ore (arrivo ospedale ore 21, intervento iniziato alle 6 e 30 l'indomani)?
Cordiali saluti,
Reitero la mia domanda, questa volta rivolgendomi a tutti i medici del sito.
Mi scusi ancora,
A cosa pensa sia dovuto il cedimento della sutura duodenale durante il primo intervento, a parte l'ipotesi di errore umano?
Quando l'operazione cominciò erano già passate 14 ore dalla perforazione dell'ulcera. Peritonite e pus furono osservati dal chirurgo durante l'intervento, mentre al pronto soccorso mia madre aveva l'addome morbido e un tasso d'infezione non molto alto. Quindi non c'era ancora peritonite. Quindi non può essere che i tessuti del duodeno si siano infragiliti per l'infezione aumentata col passare delle ore (arrivo ospedale ore 21, intervento iniziato alle 6 e 30 l'indomani)?
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 6.1k visite dal 10/03/2018.
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