Rettocolite ulcerosa

Carissimi e gentilissimi Dottori,
mi chiamo Marco, ho 34 anni e da circa 8 anni mi hanno diagnosticato una colite ulcerosa, malattia che nel corso degli anni mi ha dato parecchi problemi e parecchie riacutizzazioni.....l'ultima mi è costato un ricovero in ospedale di circa un mese e mezzo, perchè inizialmente il mio organismo non ha risposto in maniera positiva alla cura di cortisone....quindi hanno provato con delle infusioni di Inflixmab che ha dato subito i suoi risultati positivi ma le ultimi due infusioni non sono state tali in quanto dopo circa un mese dall'infusione ho di nuovo avuto problemi con sanguinamenti e scariche subito dopo i pasti, ricorrendo nuovamente alla somministrazione di Cortisone per via orale.....Vi chiedo un consiglio a voi esperti in materia....come mai le prime tre infusioni di Inflixmab sono andate bene e le ultime due mi sono durate solo un mese?...cosa posso fare per mettere in remissione nuovamente la malattia?....c'è qualche altro cortisone che possa sostituire il Deltacortene?(cortisone che dà tanti effetti collaterali tra cui il viso gonfio e l'aumento di peso)...ho sentito parlare dell'Entocir?...potrei usare questo cortisone al posto del deltacortene?...eventualmente in quali dosi?....di Deltacortene ne assumeno 25 mg + 25 mg scalando 5 mg alla settimana...grazie e buon anno a tutti
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 7.4k 217
Gentile signore,
l'evoluzione clinica della rettocolite ulcerosa assume talvolta degli aspetti che pongono a dura prova la pazienza del paziente e del gastroenterologo. La gestione clinica procede attraverso aggiustamenti progressivi del dosaggio dei farmaci in relazione alla sintomatologia e la scelta degli stessi è subordinata all'esperienza clinica.
Il cortisonico al quale fa riferimento - budesonide - è prevalentemente indicato nel m. di Crohn ed è scarsamente utilizzato nella rettocolite ulcerosa.
La terapia con infliximab nella rettocolite ulcerosa è riservata ai casi non rispondenti alla terapia steroidea o immunosoppressiva.
La condizione attuale richiede un accurato monitoraggio clinico ed endoscopico e soltanto in relazione a questo si può decidere l'uso e il dosaggio di un farmaco, nonché le eventuali variazioni per favorire l'induzione dello stato di remissione.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.