Anni che soffro di dolore allo stomaco
E' da più di 15 anni che soffro di dolore allo stomaco. Succede sistematicamente, e sembra avvenire durante i cambi di stagione: dura un mese, alle volte un po' di più, per poi riapparire a cicli di 3, 4, 6 mesi. E' un dolore costante, presente, toglie il respiro, che stranamente sparisce dopo che mangio: i dottori, nel tempo, non riuscendo a trovarvi una spiegazione, talvolta arrivarono alla conclusione che si trattasse di sintomi psicosomatici, ed io, non essendo in età adulta, accettai questa conclusione ed il fatto che, tutto sommato, bastasse ingerire cibo qualsiasi per calmare il dolore fino al prossimo pasto (o poco prima). Alcuni piccoli pasti intermedi hanno sempre aiutato il processo di placamento del dolore.
Il punto è che, a 28 anni e con la novella volontà di migliorare un poco la mia condizione fisica, non trovo accettabile dover essere legato alla necessità di mangiare fuori pasto. Tentando di sostituire alle solite merende sostanziose qualcosa di più sano (frutta, yogurt), ho scoperto che il loro effetto calmante è molto minore: per esempio, sto scrivendo alle 4 del mattino perchè impossibilitato al riposo, ma all'1:30 ho mangiato 3 prugne abbastanza grandi, il cui effetto non è durato che una mezzora. Avessi ingerito la stessa quantità di cibo, ma sotto forma ad esempio di biscotti o ancora di crostini salati, sarei andato avanti fino al mattino.
La cosa sorprendente è che il dolore si placa nel giro di pochi minuti, dopo aver ingerito cibo. Probabilmente, la stranezza oggettiva di questo fattore ha spinto i dottori a bollare il mio dolore come riflesso di nervosismo o di altre componenti psicologiche.
Aggiungo che il dolore si presenta come una sorta di costante oppressione alla zona dello stomaco, ma non lo definirei un bruciore. Quando è forte, lo si sente anche dietro la schiena, sempre però all'altezza dello stomaco. Diciamo pure tutta la scatola toracica. Toglie il respiro per entità, la quale cresce con costanza più ci si allontana dal pasto precedente. Eppure alle volte (anche se di rado) sparisce senza ingerire cibo (indicativamente, una volta su 5). Non è presente reflusso.
Il fatto che da piccolo, negli anni, per farmi capire dai genitori o dai dottori e prima di capire che si trattasse dello stomaco, lo indicassi come "male alle costole", può aver ingannato il giudizio dei precedenti professionisti, ma forse aiutare il Vostro odierno.
Vorrei scoprire con esattezza di che si tratta, se è una malattia con nome specifico o davvero un insieme di ripercussioni dovute più al mio cervello che effettivamente al mio stomaco. Se fosse una malattia, naturalmente vorrei conoscerne una cura. In caso contrario, vorrei alcune indicazioni per liberarmi del dolore in maniera accettabile a livello di dieta corretta (alternative al cibo fuori pasto).
Ringrazio in anticipo per la Vostra disponibilità
Il punto è che, a 28 anni e con la novella volontà di migliorare un poco la mia condizione fisica, non trovo accettabile dover essere legato alla necessità di mangiare fuori pasto. Tentando di sostituire alle solite merende sostanziose qualcosa di più sano (frutta, yogurt), ho scoperto che il loro effetto calmante è molto minore: per esempio, sto scrivendo alle 4 del mattino perchè impossibilitato al riposo, ma all'1:30 ho mangiato 3 prugne abbastanza grandi, il cui effetto non è durato che una mezzora. Avessi ingerito la stessa quantità di cibo, ma sotto forma ad esempio di biscotti o ancora di crostini salati, sarei andato avanti fino al mattino.
La cosa sorprendente è che il dolore si placa nel giro di pochi minuti, dopo aver ingerito cibo. Probabilmente, la stranezza oggettiva di questo fattore ha spinto i dottori a bollare il mio dolore come riflesso di nervosismo o di altre componenti psicologiche.
Aggiungo che il dolore si presenta come una sorta di costante oppressione alla zona dello stomaco, ma non lo definirei un bruciore. Quando è forte, lo si sente anche dietro la schiena, sempre però all'altezza dello stomaco. Diciamo pure tutta la scatola toracica. Toglie il respiro per entità, la quale cresce con costanza più ci si allontana dal pasto precedente. Eppure alle volte (anche se di rado) sparisce senza ingerire cibo (indicativamente, una volta su 5). Non è presente reflusso.
Il fatto che da piccolo, negli anni, per farmi capire dai genitori o dai dottori e prima di capire che si trattasse dello stomaco, lo indicassi come "male alle costole", può aver ingannato il giudizio dei precedenti professionisti, ma forse aiutare il Vostro odierno.
Vorrei scoprire con esattezza di che si tratta, se è una malattia con nome specifico o davvero un insieme di ripercussioni dovute più al mio cervello che effettivamente al mio stomaco. Se fosse una malattia, naturalmente vorrei conoscerne una cura. In caso contrario, vorrei alcune indicazioni per liberarmi del dolore in maniera accettabile a livello di dieta corretta (alternative al cibo fuori pasto).
Ringrazio in anticipo per la Vostra disponibilità
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Probabile gastrite.
Farei urea breath test per ricerca helicobacter p. E visita gastroenterologica.
Cordiali saluti.
Farei urea breath test per ricerca helicobacter p. E visita gastroenterologica.
Cordiali saluti.
MARCO BACOSI MD PhD
Spec. in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Dott. di Ricerca in Fisiopatologia Chirurgica e Gastroenterologia
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 12/07/2017.
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