Intolleranze alimentali e disbiosi
Salve, scrivo per domandare un consiglio su come intervenire nella mia condizione attuale.
Di recente mi sono sottoposto ad una serie di visite da un Gastroenterologo per problemi vari legati alla digestione, all'umore e alla pelle (che ho descritto in modo più specifico in un precedente consulto su questo sito).
Da queste visite non è risultato niente di particolare, eccetto una serie di intolleranze a diversi alimenti, cui esclusione nel periodo successivo all'esame mi ha dato effettivamente dei benefici.
Tuttavia, l'esame che ho fatto (che penso sia il citotest) è stato eseguito solamente su 30 alimenti e ho notato, seppur avendo escluso ciò che dovevo dalla dieta, di aver avuto e di avere nuovamente, sintomi in corrispondenza di alimenti non verificati dal test.
Tuttavia, nella ricerca di un nutrizionista nella mia zona col fine di farmi prescrivere una dieta personalizzata, così come consigliatomi dall'internista a cui mi sono rivolto, mi sono imbattuto in diversi pareri sulle intolleranze alimentari, sulla loro effettiva esistenza e sulla validità del test che ho eseguito.
Perciò vi domando cosa mi consigliate di fare, considerando che il test che ho fatto, a parer mio, non comprendeva tutti gli alimenti che mi potrebbero arrecare effettivo disturbo. Inoltre è possibile che la mia condizione sia causata in realtà da uno stato di disbiosi, da verificare e trattare diversamente da una dieta per le intolleranze? Ci sono test affidabili per la diagnosi della disbiosi che dovrei fare?
Altrimenti, è giusto che vada da un nutrizionista con i risultati che ho, oppure è consigliabile eseguire un altro citotest con verifica su più alimenti?
Di recente mi sono sottoposto ad una serie di visite da un Gastroenterologo per problemi vari legati alla digestione, all'umore e alla pelle (che ho descritto in modo più specifico in un precedente consulto su questo sito).
Da queste visite non è risultato niente di particolare, eccetto una serie di intolleranze a diversi alimenti, cui esclusione nel periodo successivo all'esame mi ha dato effettivamente dei benefici.
Tuttavia, l'esame che ho fatto (che penso sia il citotest) è stato eseguito solamente su 30 alimenti e ho notato, seppur avendo escluso ciò che dovevo dalla dieta, di aver avuto e di avere nuovamente, sintomi in corrispondenza di alimenti non verificati dal test.
Tuttavia, nella ricerca di un nutrizionista nella mia zona col fine di farmi prescrivere una dieta personalizzata, così come consigliatomi dall'internista a cui mi sono rivolto, mi sono imbattuto in diversi pareri sulle intolleranze alimentari, sulla loro effettiva esistenza e sulla validità del test che ho eseguito.
Perciò vi domando cosa mi consigliate di fare, considerando che il test che ho fatto, a parer mio, non comprendeva tutti gli alimenti che mi potrebbero arrecare effettivo disturbo. Inoltre è possibile che la mia condizione sia causata in realtà da uno stato di disbiosi, da verificare e trattare diversamente da una dieta per le intolleranze? Ci sono test affidabili per la diagnosi della disbiosi che dovrei fare?
Altrimenti, è giusto che vada da un nutrizionista con i risultati che ho, oppure è consigliabile eseguire un altro citotest con verifica su più alimenti?
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Come dico sempre non è semplice a distanza senza una visita completa rispondere.
Tenendo presenti quindi i limiti dei consulti a distanza direi che di fronte a disturbi digestivi cronici che non si accompagnino a segni preoccupanti tipo dimagramento ... volendo considerare la possibilità di problemi alimentari va considerata l'intolleranza al lattosio. A volte in attesa del test si può provare un periodo senza latte e derivati e alimenti industriali che lo contengano per vedere se si sta meglio. Se non si riscontrasse alcun beneficio allora si potrebbe indagare sulla presenza di una eventuale intolleranza al glutine inizialmente solo attraverso esami del sangue e poi eventualmente anche con una EGDS con le biopsie specifiche.
Esiste anche una sindrome da allergia al nichel...
Il percorso è graduale.
Certi tests non sono considerati affidabili compreso il citotest.
Comunque ne parli con il suo medico .
In un disturbo digestivo sono diverse le cose da considerare tra cui l 'aspetto delle feci, la loro composizione, i grassi fecali, la frequenza delle evacuazioni ....
Anche le allergie alimentari vanno escluse....
Vanno considerati anche i problemi che possono nascere dall'uso di antibiotici ...
Non so che esami lei abbia già fatto.
Tenendo presenti quindi i limiti dei consulti a distanza direi che di fronte a disturbi digestivi cronici che non si accompagnino a segni preoccupanti tipo dimagramento ... volendo considerare la possibilità di problemi alimentari va considerata l'intolleranza al lattosio. A volte in attesa del test si può provare un periodo senza latte e derivati e alimenti industriali che lo contengano per vedere se si sta meglio. Se non si riscontrasse alcun beneficio allora si potrebbe indagare sulla presenza di una eventuale intolleranza al glutine inizialmente solo attraverso esami del sangue e poi eventualmente anche con una EGDS con le biopsie specifiche.
Esiste anche una sindrome da allergia al nichel...
Il percorso è graduale.
Certi tests non sono considerati affidabili compreso il citotest.
Comunque ne parli con il suo medico .
In un disturbo digestivo sono diverse le cose da considerare tra cui l 'aspetto delle feci, la loro composizione, i grassi fecali, la frequenza delle evacuazioni ....
Anche le allergie alimentari vanno escluse....
Vanno considerati anche i problemi che possono nascere dall'uso di antibiotici ...
Non so che esami lei abbia già fatto.
Dr. Ida Fumagalli
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 23/05/2017.
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