Ernia iatale o reflusso?
Salve, sono un ragazzo di 29 anni e scrivo per una serie di disturbi che mi affliggono ormai da tempo.
In sintesi, ho un senso di gonfiore e pesantezza di stomaco pressoché permanente, con digestione lenta e difficile, qualche sporadico bruciore all'altezza dell'epigastrio che nei momenti peggiori s'irradia fin verso la schiena, frequenti eruttazioni con conati di vomito (che mi portano a espellere soltanto aria), a volte senso di bocca amara o impastata. Ho provato a tamponare i sintomi con del gaviscon per il bruciore e con del simeticone per l'eccesso d'aria, con risultati tuttavia minimi.
Ciò che è peggio, purtroppo, è che tendo ad essere particolarmente ansioso e stressato, con la conseguenza che i sintomi peggiorano e si auto-alimentano in un circolo vizioso di disturbi ed ansia crescente. Il risultato è che dormo male di notte, con frequenti risvegli, tendo ad assumere posture contratte e a stringere i denti con tutti i dolori muscolo-scheletrici che ne derivano. In casi estremi tendo ad essere assalito da vere e proprie crisi d'ansia, con senso di sbandamento, vertigini, tachicardia, sudorazione alle mani e via dicendo. I sedativi più blandi come la valeriana non mi sono ormai di nessun conforto.
Di tanto in tanto, inoltre, avverto dei dolori al braccio sinistro, come se il tendine venisse "tirato", e inevitabilmente si impossessa di me la paura di qualcosa di più serio, sebbene tale dolore tenda poi a scomparire cambiando postura o espellendo molta aria: è possibile che si tratti di una stimolazione del nervo vago causata dallo stomaco stesso o dovrei farmi controllare? Il punto è che non so quanto e fino a che punto il mio stato ansioso possa influire sui disturbi gastrici che già avverto, e con quali conseguenze.
Ho il timore che il mio stato possa finire con il condizionare la mia vita già stressante di per sé, per cui vorrei un consiglio su quale genere di visita, accertamento o consulto effettuare, alla luce del quadro generale esposto, ed eventualmente su che percorso terapeutico seguire, quantomeno per alleviare i sintomi e tornare a condurre una vita più serena.
Nell'attesa di un Vostro riscontro, Vi ringrazio in anticipo per la gentile attenzione concessami.
In sintesi, ho un senso di gonfiore e pesantezza di stomaco pressoché permanente, con digestione lenta e difficile, qualche sporadico bruciore all'altezza dell'epigastrio che nei momenti peggiori s'irradia fin verso la schiena, frequenti eruttazioni con conati di vomito (che mi portano a espellere soltanto aria), a volte senso di bocca amara o impastata. Ho provato a tamponare i sintomi con del gaviscon per il bruciore e con del simeticone per l'eccesso d'aria, con risultati tuttavia minimi.
Ciò che è peggio, purtroppo, è che tendo ad essere particolarmente ansioso e stressato, con la conseguenza che i sintomi peggiorano e si auto-alimentano in un circolo vizioso di disturbi ed ansia crescente. Il risultato è che dormo male di notte, con frequenti risvegli, tendo ad assumere posture contratte e a stringere i denti con tutti i dolori muscolo-scheletrici che ne derivano. In casi estremi tendo ad essere assalito da vere e proprie crisi d'ansia, con senso di sbandamento, vertigini, tachicardia, sudorazione alle mani e via dicendo. I sedativi più blandi come la valeriana non mi sono ormai di nessun conforto.
Di tanto in tanto, inoltre, avverto dei dolori al braccio sinistro, come se il tendine venisse "tirato", e inevitabilmente si impossessa di me la paura di qualcosa di più serio, sebbene tale dolore tenda poi a scomparire cambiando postura o espellendo molta aria: è possibile che si tratti di una stimolazione del nervo vago causata dallo stomaco stesso o dovrei farmi controllare? Il punto è che non so quanto e fino a che punto il mio stato ansioso possa influire sui disturbi gastrici che già avverto, e con quali conseguenze.
Ho il timore che il mio stato possa finire con il condizionare la mia vita già stressante di per sé, per cui vorrei un consiglio su quale genere di visita, accertamento o consulto effettuare, alla luce del quadro generale esposto, ed eventualmente su che percorso terapeutico seguire, quantomeno per alleviare i sintomi e tornare a condurre una vita più serena.
Nell'attesa di un Vostro riscontro, Vi ringrazio in anticipo per la gentile attenzione concessami.
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Escluderei qualche intolleranza alimentare (lattosio e glutine) con l'aiuto di un gastroenterologo. Poi prenderei in seria considerazione i " sintomi fisici dell'ansia":
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Cordialmente
Felice Cosentino - Milano
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html
Cordialmente
Felice Cosentino - Milano
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
[#2]
Utente
La ringrazio, cercherò di attivarmi per valutare possibili intolleranze. A dire il vero, non ho mai contemplato questa eventualità per la mancanza di alcuni sintomi caratteristici (come ad esempio la diarrea, il vomito o la perdita di peso), però è meglio non lasciare nulla al caso.
Quanto al disturbo causato dall'ansia, avendo letto l'articolo suggerito, mi sembra di capire che l'unica opzione valida sia quella di ricorrere all'aiuto di uno specialista: è possibile tuttavia che risalendo alla causa dei problemi gastrici, e intervenendo in maniera correttiva, ciò possa influire positivamente anche sullo stato d'ansia?
Quanto al disturbo causato dall'ansia, avendo letto l'articolo suggerito, mi sembra di capire che l'unica opzione valida sia quella di ricorrere all'aiuto di uno specialista: è possibile tuttavia che risalendo alla causa dei problemi gastrici, e intervenendo in maniera correttiva, ciò possa influire positivamente anche sullo stato d'ansia?
[#4]
Utente
Giusto un'ultima domanda per fugare qualsiasi perplessità: in che misura l'ansia può influire sui disturbi gastrici e viceversa?
Ho letto che una condizione d'ansia prolungata, bloccando il lavoro del diaframma, può causare tutta una serie di disturbi psico-fisici tra i quali appunto ernia iatale, reflusso ed altro; è dunque più probabile che l'origine del malessere sia di natura psicologica, con ripercussioni sulle funzioni digestive, oppure che i problemi gastrici abbiano poi condotto all'ansia?
Ho letto che una condizione d'ansia prolungata, bloccando il lavoro del diaframma, può causare tutta una serie di disturbi psico-fisici tra i quali appunto ernia iatale, reflusso ed altro; è dunque più probabile che l'origine del malessere sia di natura psicologica, con ripercussioni sulle funzioni digestive, oppure che i problemi gastrici abbiano poi condotto all'ansia?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 07/12/2016.
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