Fegato e calcificazioni che crescono
Buongiorno Dottori,
A causa di una malattia rara, Malattia di Behcet con coinvolgimento neurologico ( aree iperintense di alterato segnale di origine vasculitica) intestinale ( flogosi cronica aspecifica intervallata lungo il colon con infiltrati del tessuto linfoide) cutanea, e delle vie urinarie ( vescica neurologica con mitto a goccia, reflusso vescicale con uretero idronefrosi, per cui mi sottopongo a cateterismi da solo per tutta la vita...a causa di errori medici che dal 2008 al 2015 rimpallavano tra nefrologi e urologi e urologi tra loro in quanto problema non strutturale ma funzionale quindi di pertinenza di neuro urologi di unità spinale, alla fine ho accettato solo il minimo 30.000 euro danno biologico). Ora il problema è il seguente. A giugno 2016 eseguo senza avvalermi del ssn ma pagando in toto TAC torace senza MDC e refertano oltre nodulo polmonare poi cresciuto e operato in tempo (adenocarcinoma polmonare) anche micronodulo calcifico del 7 segmento epatico delle dimensioni di 4 mm. Ad agosto ecoaddome che dimostra steatosi epatica, lieve ingrossamento fegato e nodulo calcifico di 7 mm. A settembre ho dovuto fare un urotc, per valutare reni e ureteri e vescica, e refertano tra le altre cose, calcificazione del 7 segmento epatico di 18 mm. Premetto che l' oncologo non ha mai prescritto una pet ma una tc total body viste le modeste dimensioni del nodulo polmonare e la non estensione a mediastino,no versamenti pleurici, nulla. Solo linfonodi ascellari altamente reattivi. Quindi operato al polmone dx e due cicli di chemio, il primo tutto OK il secondo interrotto per comparsa di febbre e aumento di globuli bianchi gamma GT, VES, amilasi, uricemia, risultano normali transaminasi e funzionalità renale ( lievissimo aumento della creatinina e riduzione della clereance ai limiti). L' oncologo ritiene sia un' infezione in corso ( negativi esami infettivologici epatici HIV quantiferon ) quindi adesso antibiotici e sospensione di ogni antinfiammatorio non steroideo ( per via della vasculite sconsigliati tutti i fans eccetto il paracetamolo che assumevo occasionalmente alla dose di 1 GR alla comparsa di dolore che però mi è stato sospeso per precauzione, in attesa che venga visitato, forse intorno al 26 ottobre da un epatologo).
So che la storia è lunga e che ho omesso qualcosa.
Vorrei chiedere se le calcificazioni epatiche possono più che raddoppiare nel giro di tre mesi ( da 4 mm a 16 mm)? Farmaci? Terapie oncologiche? Quindi processo fisiologico come qualcuno vuol far credere? Esistono esami da fare e suggerire ai medici visto che ora si limitano all' essenziale. Vedi TAC torace fatta mea sponte e rivelatasi salvavita.
Grazie mille.
A causa di una malattia rara, Malattia di Behcet con coinvolgimento neurologico ( aree iperintense di alterato segnale di origine vasculitica) intestinale ( flogosi cronica aspecifica intervallata lungo il colon con infiltrati del tessuto linfoide) cutanea, e delle vie urinarie ( vescica neurologica con mitto a goccia, reflusso vescicale con uretero idronefrosi, per cui mi sottopongo a cateterismi da solo per tutta la vita...a causa di errori medici che dal 2008 al 2015 rimpallavano tra nefrologi e urologi e urologi tra loro in quanto problema non strutturale ma funzionale quindi di pertinenza di neuro urologi di unità spinale, alla fine ho accettato solo il minimo 30.000 euro danno biologico). Ora il problema è il seguente. A giugno 2016 eseguo senza avvalermi del ssn ma pagando in toto TAC torace senza MDC e refertano oltre nodulo polmonare poi cresciuto e operato in tempo (adenocarcinoma polmonare) anche micronodulo calcifico del 7 segmento epatico delle dimensioni di 4 mm. Ad agosto ecoaddome che dimostra steatosi epatica, lieve ingrossamento fegato e nodulo calcifico di 7 mm. A settembre ho dovuto fare un urotc, per valutare reni e ureteri e vescica, e refertano tra le altre cose, calcificazione del 7 segmento epatico di 18 mm. Premetto che l' oncologo non ha mai prescritto una pet ma una tc total body viste le modeste dimensioni del nodulo polmonare e la non estensione a mediastino,no versamenti pleurici, nulla. Solo linfonodi ascellari altamente reattivi. Quindi operato al polmone dx e due cicli di chemio, il primo tutto OK il secondo interrotto per comparsa di febbre e aumento di globuli bianchi gamma GT, VES, amilasi, uricemia, risultano normali transaminasi e funzionalità renale ( lievissimo aumento della creatinina e riduzione della clereance ai limiti). L' oncologo ritiene sia un' infezione in corso ( negativi esami infettivologici epatici HIV quantiferon ) quindi adesso antibiotici e sospensione di ogni antinfiammatorio non steroideo ( per via della vasculite sconsigliati tutti i fans eccetto il paracetamolo che assumevo occasionalmente alla dose di 1 GR alla comparsa di dolore che però mi è stato sospeso per precauzione, in attesa che venga visitato, forse intorno al 26 ottobre da un epatologo).
So che la storia è lunga e che ho omesso qualcosa.
Vorrei chiedere se le calcificazioni epatiche possono più che raddoppiare nel giro di tre mesi ( da 4 mm a 16 mm)? Farmaci? Terapie oncologiche? Quindi processo fisiologico come qualcuno vuol far credere? Esistono esami da fare e suggerire ai medici visto che ora si limitano all' essenziale. Vedi TAC torace fatta mea sponte e rivelatasi salvavita.
Grazie mille.
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Gentile signore avendo lei avuto un tumore al polmone una lesione focale epatica anche se calcifica che aumenta in pochi mesi da 4 a 18 millimetri merita attenzione e come tale dovrebbe essere biopsiata. !8 millimetri sono una dimensione che un buon ecografista dovrebbe essere in grado di biopsiare anche se il 7 segmento è una zona critica, perchè è molto alta rispetto all'area utile per eseguire la biopsia. Per quanto riguarda gli esami di controllo, sappia che gli oncologi sono messi in croce per il numero dio esami che fanno fare e quindi oggi riducono all'essenziale le indagini e questo in molti casi può essere un errore come nel suo caso. Cordiali saluti
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
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Utente
Intendo ringraziarla. Chiederò io la biopsia, e se nessuno la farà nel SSN, la farò comunque presso strutture a pagamento che problemi non hanno. Solo una cosa mi fa specie. Accedendo al sito del Ministero di salute, compaiono messaggi in cui il cittadino è invitato a chiedere al proprio medico di non richiedere esami "inutili". A parte lo svilimento del professionista che è l'unico a dover qualificare l'aggettivo "inutile" secondo scienza e coscienza, mi domando come possa essere il cittadino a qualificare l'utilità o inutilità di un esame? Ai posteri, se ci saranno, ardua sentenza.
Grazie infinite gentilissimo Professore.
Grazie infinite gentilissimo Professore.
[#3]
Gentile signore non è il cittadino che può valutare l'utilità o no di una indagine diagnostica. Ovviamente è il medico che deve valutare cosa è più utile indipendentemente dalle indicazioni ministeriali, anche se in certi contesti può risultare difficile. M il medico non può venire meno ai suoi obblighi professionali e deontologici. Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.9k visite dal 12/10/2016.
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