Effetti interruzione terapia a lungo termine ipp per mrge cronica
Buongiorno,
sentendomi un pò disorientato circa il proseguire una terapia a lungo termine chiedo alcuni pareri che mi aiutino a prendere una decisione.
Da poco meno di 20 anni (io ho 39 anni) attraverso diverse gastroscopie mi è stata diagnosticata una MRGE dovuta principalmente ad una ernia iatale.
Ho trattato questa patologia per tutto questo tempo assumendo IPP una volta al giorno, principalmente omeprazolo (20mg) prima di colazione.
La terapia iniziale prevista era di tre anni, ma ogni qualvolta provassi ad interrompere i sintomi si ripresentavano (principalmente acidità di stomaco e reflusso), ho deciso quindi col mio medico di base di proseguire per tutti questi anni con la suddetta terapia.
La terapia con omeprazolo 20mg mi ha consentito di mangiare e bere normalmente e di stare bene per la maggior parte del tempo (unici possibili effetti collaterali eventualmente collegabili rinite cronica e cefalea).
Negli ultimi mesi per diversi motivi ho deciso di effettuare un controllo e provare a interrompere la terapia, per cui ho effettuato un ulteriore gastroscopia che ha confermato l esito delle precedenti, ciò che è cambiato è stata la terapia del gastroenterologo che non prevedeva più l'utilizzo di IPP ma di un procinetico ed esoxx one. I risultati per me sono stati scoraggianti e sicuramente più intensi di quanto mi acadde in passato all'interruzione degli IPP. Oltre ad una fortissima acidità e relativo rigulgito sono caratterizzati dalla presenza di costante pirosi, aerofagia, digestione lenta e laboriosa, dissenteria acuta, e frequente senso di stanchezza. Per circa due settimane ho provato questa terapia, per altre tre vista l'inefficacia ho provato a contrastare i sintomi con antiacidi da banco (es. maalox) col solo risultato di ottenere una lieve diminuzione della acidità nei giorni. Preciso che sono perfettamente a conoscenza delle regole alimentari e di stile di vita normalmente suggeriti, da me seguiti con precisione.
Successivamente ho ricontattato il gastroenterologo che mi ha consigliato di riprendere un ciclo di IPP (questa volta rabeprazolo 20mg e peridon) per cicli di un mese alternati a pause di due mesi, provando a scalare il farmaco (un giorno si e uno no) negli ultimi giorni di terapia.
Una volta ripresi gli IPP ho potuto riprendere il mio "normale" stile di vita in cui pur sempre senza fare eccessi, riesco a mangiare e bere normalmente di tutto. Al termine del mese come ho iniziato ad alternare i giorni di assunzione del IPP nuovamente ed accentuati tutti i sintomi elencati precedentemente, forte acidità, reflusso, aerofagia, difficoltà digestione e diarrea acuta.
Ora visto che ad ogni minima interruzione degli IPP i sintomi si ripresentano ed aumentano in intensità e varietà, chiedo se sia il caso a) di interrompere la terapia quotidiana b) di fare altri accertamenti c) di rivolgermi ad un altro gastroenterologo d) di considerare seriamente la possibilità di effettuare un intervento chirurgico.
Grazie per l'attenzione
sentendomi un pò disorientato circa il proseguire una terapia a lungo termine chiedo alcuni pareri che mi aiutino a prendere una decisione.
Da poco meno di 20 anni (io ho 39 anni) attraverso diverse gastroscopie mi è stata diagnosticata una MRGE dovuta principalmente ad una ernia iatale.
Ho trattato questa patologia per tutto questo tempo assumendo IPP una volta al giorno, principalmente omeprazolo (20mg) prima di colazione.
La terapia iniziale prevista era di tre anni, ma ogni qualvolta provassi ad interrompere i sintomi si ripresentavano (principalmente acidità di stomaco e reflusso), ho deciso quindi col mio medico di base di proseguire per tutti questi anni con la suddetta terapia.
La terapia con omeprazolo 20mg mi ha consentito di mangiare e bere normalmente e di stare bene per la maggior parte del tempo (unici possibili effetti collaterali eventualmente collegabili rinite cronica e cefalea).
Negli ultimi mesi per diversi motivi ho deciso di effettuare un controllo e provare a interrompere la terapia, per cui ho effettuato un ulteriore gastroscopia che ha confermato l esito delle precedenti, ciò che è cambiato è stata la terapia del gastroenterologo che non prevedeva più l'utilizzo di IPP ma di un procinetico ed esoxx one. I risultati per me sono stati scoraggianti e sicuramente più intensi di quanto mi acadde in passato all'interruzione degli IPP. Oltre ad una fortissima acidità e relativo rigulgito sono caratterizzati dalla presenza di costante pirosi, aerofagia, digestione lenta e laboriosa, dissenteria acuta, e frequente senso di stanchezza. Per circa due settimane ho provato questa terapia, per altre tre vista l'inefficacia ho provato a contrastare i sintomi con antiacidi da banco (es. maalox) col solo risultato di ottenere una lieve diminuzione della acidità nei giorni. Preciso che sono perfettamente a conoscenza delle regole alimentari e di stile di vita normalmente suggeriti, da me seguiti con precisione.
Successivamente ho ricontattato il gastroenterologo che mi ha consigliato di riprendere un ciclo di IPP (questa volta rabeprazolo 20mg e peridon) per cicli di un mese alternati a pause di due mesi, provando a scalare il farmaco (un giorno si e uno no) negli ultimi giorni di terapia.
Una volta ripresi gli IPP ho potuto riprendere il mio "normale" stile di vita in cui pur sempre senza fare eccessi, riesco a mangiare e bere normalmente di tutto. Al termine del mese come ho iniziato ad alternare i giorni di assunzione del IPP nuovamente ed accentuati tutti i sintomi elencati precedentemente, forte acidità, reflusso, aerofagia, difficoltà digestione e diarrea acuta.
Ora visto che ad ogni minima interruzione degli IPP i sintomi si ripresentano ed aumentano in intensità e varietà, chiedo se sia il caso a) di interrompere la terapia quotidiana b) di fare altri accertamenti c) di rivolgermi ad un altro gastroenterologo d) di considerare seriamente la possibilità di effettuare un intervento chirurgico.
Grazie per l'attenzione
[#1]
Gentilissimo Signore lei sta facendo una terapia da 19 anni e per stare decentemente bene deve assumere gli IPP a dosaggio pieno senza interrompere mai. Data la sua situazione non ha senso interrompere la cura perchè la malattia non si risolve spontaneamente. E' legata ad una alterazione anatomica e funzionale del giunto gastroesfageo e quindi non può guarire. Quindi deve utilizzare la terapia più efficace che è l'IPP. Peraltro data la situazione io le consiglierei di rivolgersi ad un chirurgo gastroenterologo per fare tutta la diagnostica completa del reflusso gastroesfageo ( oltre alla gastroscopia, la Phmetria/impedenziometria esofagea, manometria esofagea) e quindi valutare l'opportunità di un intervento chirurgico. Oggi l'intervento si esegue per via laparoscopica con una degenza minima, bassissimo dolore postoperatorio e recupero fisico in pochi giorni. Penso che non abbia senso continuare una terapia per sempre. Cari saluti
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
[#2]
Utente
Gentilissimo Professore,
la ringrazio per il tempo e l'attenzione dedicata a quanto da me esposto, ho trovato la sua risposta, oltre che empatica, chiara, esauriente ed in linea con quanto da me richiesto.
Personalmente sono più che propenso ad effettuare l'intervento chirurgico per non dover più dipendere dall'assunzione quotidiana ed a vita di un farmaco, anche in considerazione della mia età e dei tempi da cui si protrae la terapia.
Seguirò il suo consiglio e contatterò un chirurgo gastroenterologo al fine di effettuare gli esami da lei consigliati e valutare la possibilità di un intervento.
Qualora avessi novità o bisogno di eventuali delucidazioni continuerò a scrivere in questo consulto.
Per ora la ringrazio sentitamente, e le porgo cordiali saluti.
la ringrazio per il tempo e l'attenzione dedicata a quanto da me esposto, ho trovato la sua risposta, oltre che empatica, chiara, esauriente ed in linea con quanto da me richiesto.
Personalmente sono più che propenso ad effettuare l'intervento chirurgico per non dover più dipendere dall'assunzione quotidiana ed a vita di un farmaco, anche in considerazione della mia età e dei tempi da cui si protrae la terapia.
Seguirò il suo consiglio e contatterò un chirurgo gastroenterologo al fine di effettuare gli esami da lei consigliati e valutare la possibilità di un intervento.
Qualora avessi novità o bisogno di eventuali delucidazioni continuerò a scrivere in questo consulto.
Per ora la ringrazio sentitamente, e le porgo cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.8k visite dal 08/10/2016.
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