Gastrite, Reflusso o altro?
Buon pomeriggio egregi dottori. Cercherò di descrivere il problema in maniera più sintetica possibile. E' da un mese e mezzo ormai che convivo con questi fastidiosissimi sintomi quali: sensazione di addome gonfio, bruciore a livello addominale, sensazione di un peso sulla bocca dello stomaco ed a volte sensazione anche di nodo in gola; da diverso tempo ho riscontrato inoltre avere pure feci molto molli. Tutti questi sintomi di conseguenza mi portano ad avere scarso appetito. Ci sono alcuni giorni che li ho dalla mattina alla sera (anche quando mi metto a dormire), mentre altri si presentano a volte sia dopo i pasti, sia lontano dai pasti. Altre volte invece sto discretamente. Il bruciore comunque, mangiando qualcosa, sembra attenuarsi anche se resta la sensazione di gonfiore e pesantezza. Mi sono recato dal medico un mese e 15 giorni fa che in seguito a visita ha notato in gola segni di reflusso e così mi ha prescritto pantoprazolo 2 volte al giorno da 20mg unito a peridon per una settimana. La situazione era sembrata migliorare anche se qualche problemetto persisteva. Successivamente ho assunto un giorno mezza bustina di aulin per alleviare un mal di testa e nei giorni seguenti i sintomi si sono ripresentati come se non avessi mai effettuato la cura con antiacido, al che mi sono recato dal curante di nuovo. Mi ha detto di continuare la terapia con solo pantoprazolo per un mese ulteriore e conoscendo la mia ipocondria, mi ha prescritto una gastroscopia più per tranquillizzarmi che non per reale esigenza. Nel mentre ho eseguito il test per Helicobacter che è risultato essere negativo. Ora vi confesso che ho preoccupazione anche nell'eseguire la gastroscopia a causa della sua invasività e della mia scarsa capacità di autocontrollo dettata dall'ansia. Noterete infatti dalla mia storia clinica che rimbalzo da un problema all'altro nei vari ambiti medici come se ciò che stessi vivendo sia dovuto alla psicosomatizzazione dello stress che accumulo a causa del mio percorso universitario. Anche se sono consapevole di questo, ad ogni problema che si presenta penso sempre che sia qualcosa di brutto,e stavolta uguale. Io vorrei consigli sul da farsi. Il mese e mezzo di pantoprazolo lo ho fatto ma i risultati non sono molto incoraggianti e non so come comportarmi; ho ridotto la dose in autonomia adesso ad una compressa al giorno da 20mg (forse sbagliando) per cercare di smettere gradualmente e poi consultare di nuovo il medico se mai mi deciderò a fare la gastroscopia. I fastidi sono ancora presenti e davvero fastidiosi. Avevo deciso di pensare seriamente di sottopormi a visita ma di cominciare ad informarmi una volta terminato un esame che avrò tra 10 giorni. Voi riscontrate che debba effettuarla nel breve periodo la gastroscopia? Pensereste a qualche patologia grave? Come posso comportarmi con il pantoprazolo? Prendete queste mie domande come se volessero ricevere delle risposte che hanno valenza di consiglio, ed ovviamente non di terapia. Grazie a tutti.
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gentile signora, tutto fa pensare che lei soffra di reflusso gastroesfageo. la terapia che le ha dato, il suo medico è corretta e l'Aulin che è controindicato assumere quando si hanno questi disturbi, l'ha fatta tornre in dietro con i suoi sintomi. E' corretto fare una gastroscopia da un bravo gastroscopista e riprendere la terapia associando anche una dieta alimentare ed una terapia ansioitica. ha sbagliato a ridurre la terapia senza consultare il medico. E' verosimile che dovrà prendere per sempre le medicine e quindi mantenga la posologia che il suo medico le ha consigliato, anche perchè se non funziona bene il suo medico può modificarla per renderla più efficace, se però lei cambia il dosaggio lo mette in condizioni di non capire bene cosa le fa bene e cosa le fa male.
RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI
Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti.
Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi.
Evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde.
Evitare l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi durante i pasti, gli stessi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata.
Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi.
ALIMENTI NON CONSENTITI
Cibi fritti, piatti già pronti (perché per la loro preparazione sono spesso utilizzati molti grassi).
Salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto dolci con creme.
Carni molto cotte: stracotti, gulasch, bolliti, ragù.
Grasso visibile della carne e degli affettati.
Superalcolici.
RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI
Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti.
Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi.
Evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde.
Evitare l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi durante i pasti, gli stessi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata.
Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi.
ALIMENTI NON CONSENTITI
Cibi fritti, piatti già pronti (perché per la loro preparazione sono spesso utilizzati molti grassi).
Salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto dolci con creme.
Carni molto cotte: stracotti, gulasch, bolliti, ragù.
Grasso visibile della carne e degli affettati.
Superalcolici.
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
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Utente
Buonasera gentile dottore. La ringrazio per la risposta e mi permetto di correggerla in merito al fatto che appartengo al sesso maschile. Indipendentemente da questo, ho molto apprezzato i suoi consigli anche quelli relativi alla dieta da seguire. Mi ero permesso di ridurre il dosaggio del pantoprazolo a causa del fatto che il curante mi aveva consigliato di non superare i due mesi, confidando nel fatto che nel frattempo avrei eseguito la gastroscopia per poi aggiornarci in merito ai risultati e rischedulare la terapia. Provvederò ad eseguirla credo, una volta che ho portato a termine questo impegno universitario che mi affligge. La mia ansia circa la gastroscopia e le faccende universitarie hanno fatto sì che la rimandassi con la speranza nel frattempo di ottenere una attenuazione dei sintomi, cosa che non è avvenuta. La riduzione di pantoprazolo aveva come mio obiettivo quello di cessare gradualmente l'assunzione per cercare di non superare i due mesi consigliati e al tempo stesso evitare effetti rebound di interruzione srastica da un giorno all'altro. Secondo lei come dovrei comportarmi con il pantoprazolo in questo arco di tempo in cui ho superato la scadenza consigliata dal curante ma non ho ancora effettuato l'esame strumentale? Potrei recarmi nuovamente dal medico e sentire che ne pensa ma ascoltare più campane può essere utile. Grazie Tante
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Gentile signore, potrà ridurre o sospendere la terapia quando avrà recuperato uno stato di serenità e tranquillità. se ha esami universitari da fare l'ansi ed il nervosismo saranno elevati e quindi anche la digestione ed il reflusso peggiorano. faccia intanto la gastroscopia e poi quando sarà rilassato riduca il farmaco. ma lo riduca nell'arco di una settimana. se i disturbi ritornano dovrà scegliere cosa fare, o usare il farmaco quando sa che mangerà qualche cosa di difficile da digerire per chi ha il reflusso (pizza per esempio). attenda per di avere fatto la gastroscopia e di aver finito gli esami , dopo si vedrà.
cordialmente
cordialmente
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Utente
Grazie per la puntuale risposta dottore. Ho terminato il mio principale impegno, e in questa settimana sto smaltendo tutta la tensione accumulata precedentemente e quindi i sintomi sono ahimè incrementati. Dovrò dunque, come anche da suo invito, rassegnarmi e cercare di sottopormi ad una gastroscopia per avere un quadro chiaro sul da farsi. Dal punto di vista sintomatico aggiungo, giusto per informazione, che mi sono accorto che le feci hanno un colorito marroncino molto chiaro/giallognolo e sono piuttosto molli con residui di cibo indigesti, fibre e palline simili a noccioline piccole. Mi auguro che ciò non faccia cambiare inquadramento alla cosa verso ipotesi ben più gravi sui miei disturbi. Volevo sottoporle inoltre un'altra domanda: posto che soffro ogni tanto di episodi di laringospasmo, soprattutto in seguito ad assunzione di cibo viscoso come miele, oppure in concomitanza di raffreddori con produzione di muco, desideravo sapere se tali episodi potranno essere scatenati dall'introduzione dell'endoscopio nel tratto esofageo perchè il tal caso sarebbe davvero un incubo. Purtroppo l'idea della gastroscopia in sè mi allarma e non poco, a causa della mia indole. Grazie molte per il servizio che presta su questo sito. Saluti.
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Gentile signore, la presenza di muco a livello faringeo può essere legata al reflusso gastroesofageo che giunge fino alla laringe/faringe come conseguenza di una rilassatezza anche dello sfintere esofageo superiore. quindi l'infiammazione laringea le può portare una abbassamento di voce, la necessità di espellere il muco dalla gola con colpi di tosse ecc. quindi la gastroscopia è essenziale per capire e documentare la sua situazione. cordialmente
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Utente
Buon pomeriggio. Scrivo per dare aggiornamenti in merito alla vicenda. Ho effettuato, raccogliendo tutto il mio coraggio, una gastroscopia (consiglio a tutti quelli che devono farla di stare sereni perchè se richiedete la sedazione, dormite e non vi accorgete assolutamente di niente). Non è risultato niente di particolare, nessuna lacerazione, nessua esofagite. L'unica cosa degna di nota è il cardias beante. Non sono state fatte biopsie perchè ritenute non necessarie. Il gastroenterologo mi ha prescritto il limpidex 30 mg in sostituzione del pantoprazolo e il motilex al bisogno, in previsione di qualche pasto abbondante.
Mi sono recato dal curante il quale mi ha consigliato per il momento di non procedere con l'assunzione di Limpidex e sospendere anche il pantoprazolo in quanto sono più di due mesi che ne faccio uso e di ricorrervi qualora sopraggiungano di nuovo i bruciori e fare un mini ciclo di terapia.
In tutto questo, il mio senso di pesantezza allo stomaco (epigastrica) quotidiano rimane (sempre, anche lontano dai pasti) ed a volte è accompagnato da nausea oppure scarso appetito. I disagi maggiori li ho forse al mattino nel letto, in quanto appena mi sveglio, a livello dell'ombelico (nella parte superiore) iniziano numerosi gorgoglii incessanti fino a quando non mi alzo in piedi. Lei cosa consiglia? Di indagare ancora in campo gastroenterologico? E' d'accordo col curante? Grazie per la disponibilità.
Mi sono recato dal curante il quale mi ha consigliato per il momento di non procedere con l'assunzione di Limpidex e sospendere anche il pantoprazolo in quanto sono più di due mesi che ne faccio uso e di ricorrervi qualora sopraggiungano di nuovo i bruciori e fare un mini ciclo di terapia.
In tutto questo, il mio senso di pesantezza allo stomaco (epigastrica) quotidiano rimane (sempre, anche lontano dai pasti) ed a volte è accompagnato da nausea oppure scarso appetito. I disagi maggiori li ho forse al mattino nel letto, in quanto appena mi sveglio, a livello dell'ombelico (nella parte superiore) iniziano numerosi gorgoglii incessanti fino a quando non mi alzo in piedi. Lei cosa consiglia? Di indagare ancora in campo gastroenterologico? E' d'accordo col curante? Grazie per la disponibilità.
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Gentile signore posso essere d'accordo sulla sospensione del Limpidex o del Pantorc (non c'è differenza tra i due farmaci), perchè non c'è esofagite ed è un momento buono dell'anno per vedere se ne può fare a meno. (i sintomi si riacutizzano al cambio stagionale). Per i disturbi di pesantezza epigastrica e quelli mattutini io le consiglierei di prendere del Motilex dopo i pasti e prima di dormire, perchè dovrebbe favorire lo scarico dello stomaco e quindi probabilmente alla mattina dovrebbe evitarle il gorgoglio. Almeno provi e veda se le è utile. cordiali saluti
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Utente
Buonasera dottore. La ringrazio per l'attenzione mostratami e spero che questo canale sia ancora aperto, per poterle chiedere dei consigli.
La situazione complessivamente è migliorata, non avverto più pesantezza, non assumo farmaci specifici se non mezza pastiglia di Motilex al bisogno. E' sempre più frequente però (anche col Motilex) che alcuni cibi mi restino indigesti come salmone al forno, tonno delle scatolette, uova sode, qualche carne, insalata ed a volte anche altri (a volte sì, a volte no). Generalmente questo avviene post pranzo; è più difficile che ciò avvenga dopo cena. Quando dico che non digerisco i cibi, mi riferisco al fatto che a distanza di ore dal pasto, anche 6-7, emetto eruttazioni molto fastidiose dove è possibile nitidamente avvertire il gusto di quanto precedentemente mangiato, ed ho inappetenza.
Vorrei farle una domanda nello specifico; sono una persona che per abitudine personale e per forte inappetenza appena alzato (da sempre), raramente fa colazione. Capita spesso nell'ultimo tempo, a causa di orari particolari, che io mi alzi piuttosto tardi, ritrovandomi a dover fare pranzo circa 30 minuti dopo essermi destato. Ovviamente non ho molto appetito nella circostanza. Volevo chiederle se questo può causare il rallentamento della digestione suddetto e se nell'occasione sarebbe più opportuno fare una colazione abbondante saltando il pranzo completo oppure se alzarsi e pranzare subito non è una condizione particolarmente sfavorevole.
Grazie per l'eventuale risposta.
La situazione complessivamente è migliorata, non avverto più pesantezza, non assumo farmaci specifici se non mezza pastiglia di Motilex al bisogno. E' sempre più frequente però (anche col Motilex) che alcuni cibi mi restino indigesti come salmone al forno, tonno delle scatolette, uova sode, qualche carne, insalata ed a volte anche altri (a volte sì, a volte no). Generalmente questo avviene post pranzo; è più difficile che ciò avvenga dopo cena. Quando dico che non digerisco i cibi, mi riferisco al fatto che a distanza di ore dal pasto, anche 6-7, emetto eruttazioni molto fastidiose dove è possibile nitidamente avvertire il gusto di quanto precedentemente mangiato, ed ho inappetenza.
Vorrei farle una domanda nello specifico; sono una persona che per abitudine personale e per forte inappetenza appena alzato (da sempre), raramente fa colazione. Capita spesso nell'ultimo tempo, a causa di orari particolari, che io mi alzi piuttosto tardi, ritrovandomi a dover fare pranzo circa 30 minuti dopo essermi destato. Ovviamente non ho molto appetito nella circostanza. Volevo chiederle se questo può causare il rallentamento della digestione suddetto e se nell'occasione sarebbe più opportuno fare una colazione abbondante saltando il pranzo completo oppure se alzarsi e pranzare subito non è una condizione particolarmente sfavorevole.
Grazie per l'eventuale risposta.
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Gentile signore è normale che alcuni cibi diventino non facilmente digeribili nel corso del tempo. Possono diventarlo perchè cambia il sistema di cottura o perchè si cambiano gli orari di alimentazione (come lei). In questi casi smetta di mangiare quei cibi per un pò di tempo per riprenderli successivamente e vedere come va. In termini generali sarebbe opportuno fare una colazione abbondante , mangiare poco a mezzogiorno e riprendere una buona alimentazione (senza esagerare) la sera. Ma questo dipende da come uno sa organizzarsi. Peraltro penso che sarebbe utile riassumere il Pantorc o Limpidex (sono la stessa cosa) per cercare di ridurre la gastrite che sicuramente ha ed anche il reflusso (cardias beante) postprandiale, associando il Motilex (da forse un pò di sonnolenza) o il Plasil, per favorire lo svuotamento gastrico ,particolarmente nel pasto di mezza giornata. Cari saluti
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Utente
Buonasera, la ringrazio per la pronta risposta. Lei dunque crede ufficialmente che io abbia la gastrite? Sono conscio che molto probabilmente questi problemi che ho mi perseguiteranno per tutta la vita, ma lei crede che questa gastrite sia perenne o dovuta al cambio di stagione? Mi spiego meglio, tale patologia con qualche ciclo più o meno saltuario e lungo di antiacidi e procinetici si risolve o sono costretto a tenerla in maniera cronica e questi farmaci servono a lenire i sintomi nei periodi di picco? Tra l'altro suppongo che avere costantemente lo stomaco infiammato possa portare ad altre complicanze nel lungo periodo.
Grazie molte dottore.
Grazie molte dottore.
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Gentile signore bisogna vedere cosa accade dopo la fine della terapia. Spesso questi disturbi hanno carattere stagionale o saltuario. Al limite se la situazione si cronicizza bisogna imparare a usare i farmaci a protezione quando si prevede di andare in contro a periodi di stress o per esempio ad una cena pesante ( anche semplicemente una pizza). Cari saluti
[#15]
Gentile signore l'obiettivo è stare bene. Quindi dopo la fine della cura (fase acuta più mantenimento e verifica della guarigione dall'HELICOBACTER) deve vedere come sta. Se sta bene senza medicine può cautelarsi come le ho detto (usare i farmaci preventivamente quando prevede disturbi) o se le vengono al cambio stagionale, fa un mese di cura a marzo e settembre. Cari saluti
[#18]
Utente
Buonasera. Ringraziandola per le risposte fornitemi fino ad adesso, spero che potrà nuovamente elargire preziosi consigli. Nell'ultimo mese sono stato piuttosto bene di stomaco senza particoari ausili di medicinali. Il caso vuole adesso che a causa di un raffreddore con febbre in cui ho assunto medicinali a base di paracetamolo ho cominciato ad avvertire il solito fastidio alla bocca dello stomaco e dispepsia. Ho cercato di tamponare gli effetti, in funzione anche degli stravizi delle feste che sarebbero arrivati, assumendo pantoprazolo 20 mg una volta al giorno ma devo dire che la situazione è andata peggiorando soprattutto dopo natale. Attualmente ho intenzione di continuare fino a 10 giorni col pantoprazolo e aggiungere mezza pasticca di motilex da 0,5 mg prima dei pasti e fare così un mini ciclo di cura. Il punto cruciale di tutto questo, che diventa anche il fulcro della domanda, al di lá dei disturbi, é questo: l'assunzione di pantoprazolo o lansoprazolo o derivati, oppure procinetici (motilex) oppure antiacidi come riopan o gaviscon a cicli più o meno lunghi di un mese sono realmente in grado di aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari? In particolare mi riferisco a quanto letto in giro per gli inibitori di pompa protonica ma estendo la domanda anche agli altri farmaci e ad un loro possibile effetto combinato nocivo lato cardiaco.
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Gentile signore l'assunzione di farmaci risponde ad una esigenza soecifuca( mal dubstomaco) e i sintomi si trattano in quel modo. Non trattarli significa andare in contro a problemi più seri tipo ulcera, esifagute, sanguinamento ecc. ovviamente riducendo l'acufita dello stomaco si riduce una difesa naturale contro i germi che sono sensibili all'acido. Quindi bisogna scegliere il male minore e prendere i vantaggi della cura cercando di minimizzare gli effetti collaterali. In conclusione se si eccede con cibi impropri è bene proteggersi per il periodo a rischio. Se si assumono farmaci pericolosi lo stesso. Dopo una decina di giorni conviene ridurre la terapia al minimo possibile. Cari saluti ed auguri
Questo consulto ha ricevuto 21 risposte e 5.2k visite dal 04/07/2016.
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Approfondimento su Reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.