Gastrite cronica aspecifica, sintomatologia persistente
salve, innanzitutto complimenti per il sito.
Mi chiamo Paolo ed ho 50 anni,
vi farò una breve cronostoria per farvi capire meglio la mia situazione,
Dal 2008, dopo la separazione coniugale, ho cominciato ad avere disturbi allo stomaco.
Ero molto triste e nervoso, tant'è vero che il mio medico attribuì questo malessere al periodo che stavo attraversando e mi prescrisse un antidepressivo denominato Cipralex.
Fortunatamente, dopo il passaggio in tribunale, il mio stato psicologico migliorò e smisi di assumere il farmaco, ma i problemi allo stomaco rimasero e, dopo indagine gastroscopica, mi vidi costretto ad eradicare l'HP tramite terapia antibiotica. Nonostante ciò ho avuto saltuariamente diversi episodi di gastrite, protratti fino al 2012, probabilmente dovuti al fatto che bevevo vino regolarmente durante i pasti, ma spesso anche in eccesso. Decisi di nuovo di sottopormi a gastroscopia nel 2013 che diagnosticò una gastrite cronica nell'antro con infiltr. infiammatorio mononucleato lieve ed infiltr. granulocitario neutrofilo lieve, il resto era negativo sia per HP che per atrofia e metaplasia. Devo dire che il mio stile di vita migliorò di poco, perché credevo che fosse una cosa abbastanza normale soffrire di gastrite, invece, con grande rammarico per non aver preso sul serio la cosa, mi sono ritrovato a settembre dello scorso anno a dover fare una nuova indagine che sottolineava l'aggravarsi della situazione, con tale responso: gastrite cronica aspecifica da lieve a moderata, focalmente follicolare, con presenza di nuovo di HP. Quindi triplice terapia ecc.ecc. Ora a distanza di appena sei mesi, e dopo aver smesso di fumare e di bere, continuo a prendere pantoprazolo da 20, ma la sintomatologia non migliora. Passo da periodi abbastanza buoni di qualche settimana a periodi di gonfiore persistente, lievi nausee e una fastidiosa tensione appena sotto la costola destra, vicino allo sterno. La mie domande sono queste: pensate si possa migliorare il mio quadro clinico? Se si, come? Dovrò comunque convivere, facendo gli scongiuri, per tutta la vita con questi disturbi? Vi ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente.
Mi chiamo Paolo ed ho 50 anni,
vi farò una breve cronostoria per farvi capire meglio la mia situazione,
Dal 2008, dopo la separazione coniugale, ho cominciato ad avere disturbi allo stomaco.
Ero molto triste e nervoso, tant'è vero che il mio medico attribuì questo malessere al periodo che stavo attraversando e mi prescrisse un antidepressivo denominato Cipralex.
Fortunatamente, dopo il passaggio in tribunale, il mio stato psicologico migliorò e smisi di assumere il farmaco, ma i problemi allo stomaco rimasero e, dopo indagine gastroscopica, mi vidi costretto ad eradicare l'HP tramite terapia antibiotica. Nonostante ciò ho avuto saltuariamente diversi episodi di gastrite, protratti fino al 2012, probabilmente dovuti al fatto che bevevo vino regolarmente durante i pasti, ma spesso anche in eccesso. Decisi di nuovo di sottopormi a gastroscopia nel 2013 che diagnosticò una gastrite cronica nell'antro con infiltr. infiammatorio mononucleato lieve ed infiltr. granulocitario neutrofilo lieve, il resto era negativo sia per HP che per atrofia e metaplasia. Devo dire che il mio stile di vita migliorò di poco, perché credevo che fosse una cosa abbastanza normale soffrire di gastrite, invece, con grande rammarico per non aver preso sul serio la cosa, mi sono ritrovato a settembre dello scorso anno a dover fare una nuova indagine che sottolineava l'aggravarsi della situazione, con tale responso: gastrite cronica aspecifica da lieve a moderata, focalmente follicolare, con presenza di nuovo di HP. Quindi triplice terapia ecc.ecc. Ora a distanza di appena sei mesi, e dopo aver smesso di fumare e di bere, continuo a prendere pantoprazolo da 20, ma la sintomatologia non migliora. Passo da periodi abbastanza buoni di qualche settimana a periodi di gonfiore persistente, lievi nausee e una fastidiosa tensione appena sotto la costola destra, vicino allo sterno. La mie domande sono queste: pensate si possa migliorare il mio quadro clinico? Se si, come? Dovrò comunque convivere, facendo gli scongiuri, per tutta la vita con questi disturbi? Vi ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente.
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Non si allarmi per la gastrite, non si tratta di una cosa seria. Ha escluso eventuali intolleranze alimentari (lattosio) ?
Cordialmente
Cordialmente
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
[#2]
Utente
Buonasera Dr. Cosentino, e grazie per la risposta.
Nel frattempo mi sono sottoposto ad una nuova EGDS che le da ragione sul fatto di non preoccuparmi troppo per la gastrite. Di fatto, quest' ultimo gastroenterologo che l'ha eseguita, ha detto che la gastrite non presenta particolari degni di nota oltre a quelli già espressi. Rileva l'ernia iatale di piccole dimensioni (rileggendomi non ve l'ho citata nel consulto precedente) che mi genera reflusso gastroesofageo con sporadico e lieve interessamento anche della faringe, e che molto probabilmente dovrò prendere pantoprazolo a vita. Quindi i disturbi andavano imputati ad altra causa, cosicchè ha deciso di eseguirmi un esame ecografico all'addome superiore destro, curioso anche lui di indagare più approfonditamente. Ne è uscito fuori che ho la parte del colon a ridosso del fegato che presenta una zona di infiammazione che provoca tensione nella parte interessata, verosimilmente dovuta ad un accumulo eccessivo di gas. Mi sta facendo eseguire una dieta a base di verdure e frutta cotta, evitando legumi e graminacee e tutto ciò che può fermentare, con l'aggiunta di pesce, poca pasta, e una compressa di enzimi No Gas Giuliani prima di pranzo e cena. Devo dire che dopo qualche giorno stò decisamente meglio. Anche lui mi ha detto che, se la terapia non avesse sortito l'effetto desiderato, avremmo dovuto considerare eventuali intolleranze. Sono molto rinfrancato, ma volevo porgervi un ulteriore ultima domanda: "dovrò necessariamente prendere pantoprazolo a vita, e se si, potrebbe darmi disturbi assumendolo per sempre? Grazie tante Dr. Cosentino, e cordiali saluti.
Nel frattempo mi sono sottoposto ad una nuova EGDS che le da ragione sul fatto di non preoccuparmi troppo per la gastrite. Di fatto, quest' ultimo gastroenterologo che l'ha eseguita, ha detto che la gastrite non presenta particolari degni di nota oltre a quelli già espressi. Rileva l'ernia iatale di piccole dimensioni (rileggendomi non ve l'ho citata nel consulto precedente) che mi genera reflusso gastroesofageo con sporadico e lieve interessamento anche della faringe, e che molto probabilmente dovrò prendere pantoprazolo a vita. Quindi i disturbi andavano imputati ad altra causa, cosicchè ha deciso di eseguirmi un esame ecografico all'addome superiore destro, curioso anche lui di indagare più approfonditamente. Ne è uscito fuori che ho la parte del colon a ridosso del fegato che presenta una zona di infiammazione che provoca tensione nella parte interessata, verosimilmente dovuta ad un accumulo eccessivo di gas. Mi sta facendo eseguire una dieta a base di verdure e frutta cotta, evitando legumi e graminacee e tutto ciò che può fermentare, con l'aggiunta di pesce, poca pasta, e una compressa di enzimi No Gas Giuliani prima di pranzo e cena. Devo dire che dopo qualche giorno stò decisamente meglio. Anche lui mi ha detto che, se la terapia non avesse sortito l'effetto desiderato, avremmo dovuto considerare eventuali intolleranze. Sono molto rinfrancato, ma volevo porgervi un ulteriore ultima domanda: "dovrò necessariamente prendere pantoprazolo a vita, e se si, potrebbe darmi disturbi assumendolo per sempre? Grazie tante Dr. Cosentino, e cordiali saluti.
[#4]
Utente
Grazie mille per la celerità,
ho deciso comunque di fare un ulteriore piccolo sacrificio eliminando del tutto il caffè, anche se ultimamente ne prendevo solo uno al mattino con un po' di latte. Fosse solo per impormi una disciplina alimentare più ferrea, dopo anni di sregolatezze. Ho telefonato anche al gastroenterologo, per quanto riguarda il pantoprazolo; mi ricontrollerà fra sei mesi la faringe per eventualmente interrompere la terapia, per poi monitorarmi a distanza di tempo, per veder meglio come reagisco in assenza di cura. La ringrazio ancora e le rinnovo i complimenti per il sito.
Cordiali saluti
Paolo
ho deciso comunque di fare un ulteriore piccolo sacrificio eliminando del tutto il caffè, anche se ultimamente ne prendevo solo uno al mattino con un po' di latte. Fosse solo per impormi una disciplina alimentare più ferrea, dopo anni di sregolatezze. Ho telefonato anche al gastroenterologo, per quanto riguarda il pantoprazolo; mi ricontrollerà fra sei mesi la faringe per eventualmente interrompere la terapia, per poi monitorarmi a distanza di tempo, per veder meglio come reagisco in assenza di cura. La ringrazio ancora e le rinnovo i complimenti per il sito.
Cordiali saluti
Paolo
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7k visite dal 03/03/2016.
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