Ernia iatale: intervento chirurgico si o no?

Buonasera dottori.
Sono molto confusa.
L'ultima esofagogastroduodenoscopia (27 gennaio) ha rilevato: piccola ernia iatale, esofagite di II grado, gastroduodenite ipersecretiva e reflusso biliare. Da settembre assumo IPP: li ho provati tutti, dal pantoprazolo al lansoprazolo. Ora sono in cura con l'esomeprazolo, ma sembro resistente a qualsiasi farmaco. Io non accuso dolori al torace ma mi vengono forte palpitazioni dopo i pasti e ho sempre la lingua bianca e impastata.
Il dottore che mi ha in cura, oltre ad essere un gastroenterologo, ha sofferto in prima persona di ernia iatale e 6 anni fa è stato operato e ora sta bene. Quindi, data la mia resistenza ai farmaci, mi ha indirizzata verso l'intervento e mi ha prescritto la PH metria e la manometria.
Io sono confusa perché i pareri sull'intervento di fundoplicatio sono molto discordanti: chi ne parla bene, chi ne parla male. Io vorrei conoscere il parere dei dottori di questo forum nella massima sincerità. Non ho paura dell'intervento, anzi lo considero una liberazione. Ho conosciuto personalmente alcune persone operate: c'è chi ha risolto definitivamente; c'è, invece, chi, pur continuando ad avere il reflusso e a prendere l'IPP ogni giorno, non è pentito di essersi fatto operare. I farmaci, oltre a non farmi effetto, mi hanno anche intossicato il fegato. Chiedo un Vostro consiglio: che devo fare????
Grazie.
[#1]
Dr. Giuseppe Sciarretta Gastroenterologo 45
Cara signora,
il suo problema si presenta non di rado: la prima cosa da accertare è se lei è resistente alla terapia medica: quindi proverei una dose doppia di esomeprazolo per 4 settimane e poi una dose standard per 3 mesi; associare un procinetico, adottare tutte le misure alimentari + rialzo della testata del letto di 10-12 cm, + uso di Gaviscon la sera e dopo i pasti. Se questa cura non darà risultato, sarà indicato l'intervento antireflusso che, in mani esperte, dà ottimi risultati. Naturalmente dovrà prima eseguire gli esami consigliati dal Collega.
Cari saluti.
Dott. Sciarretta-Bologna

[#2]
Dr. Roberto Mangiarotti Gastroenterologo, Medico internista 908 15
Gentile Signora,
condordo con il Dr. Sciarretta sull'opportunità di completare le indagini prescritte e di assumere dosi doppie (o triple) di esomeprazolo. Purtroppo le sue perplessità sull'intervento sono reali poichè molti pazienti operati devono poi continuare ad assumere farmaci. Sull'indicazione all'intervento nel suo caso mi lascia perplesso il reperto endoscopico di "piccola ernia iatale" sulla quale quindi un intervento chirurgico di correzione avrebbe poco senso. Spesso tuttavia risulta difficile descrivere adeguatamente la grandezza di un'ernia iatale endoscopicamente e quindi si fa ricorso alle ulteriori indagini suddette.
Cordiali saluti

Dott. Roberto Mangiarotti

[#3]
Attivo dal 2005 al 2009
Ex utente
Gentili dottori,
grazie per la Vostra risposta.
Soffro di ernia sin dal 1993: in quell'anno mi venne diagnosticata tramite radiografia una grossa ernia iatale da scivolamento. Nel 2003 feci la mia prima EGDS che rilevò la linea Z a 3 cm. dallo iato. Poi sono stata bene con il lansoprazolo. Ma questa volta non passa: è dallo scorso settembre che assumo IPP (prima pantoprazolo, poi lansoprazolo) col risultato che l'EGDS di settembre non aveva rilevato esofagite; l'EGDS di 2 settimane fa ha evidenziato, invece, un'esofagite di 2 grado. Attualmente la mia cura è:
1)LUCEN 20 mg 1 ora prima di colazione e 1 ora prima di cena;
2) RIGES compresse 30 minuti prima dei pasti;
3) MAGALTOP bustine alle 10, 16 e 22;
4) DESOXIL 1 compressa dopo cena;
5) ALPRAZOLAM 1 compressa al mattino e una alla sera.
Cura da seguire per 1 mese.
Avverto dei minimi leggeri benefici (almeno non ho più la nausea) ma ho sempre coliche, fitte e dolori a tutta la parte destra dell'addome soprattutto dopo i pasti.
Grazie
[#4]
Attivo dal 2005 al 2009
Ex utente
Mi sono espressa male: volevo dire che l'EGDS di settembre non aveva evidenziato esofagite alcuna; dopo la cura a base di pantoprazolo e lansoprazolo sono peggiorata e adesso ho l'esofagite di II grado.
Aggiungo, infine, una considerazione personale: se la mia ernia fosse piccola, le palpitazioni (forti da non poter parlare) non le avrei. O sbaglio??? Grazie
[#5]
Dr. Giuseppe Sciarretta Gastroenterologo 45
Cara signora,
resta valido quanto detto. Vorrei precisare che l'intervento si farebbe non solo e non tanto per l'ernia, ma per il reflusso G.E. se confermato dalla pH-metria e se la manometria dimostrerà una normale capacità motoria dell'esofago. Per quanto riguarda le palpitazioni, non sempre la causa è l'ernia o il reflusso per cui bisogna valutarne le caratteristiche e quindi un accurato studio cardiologico, se non fatto già, è necessario. Infine, l'incertezza dei risultati spesso dipende dalla componente "nervosa" che sicuramente è presente nel suo caso.
Dott. Sciarretta-Bologna
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