Ernia iatale e reflusso

Buonasera,
sono un uomo di 34 anni. Fin dall'adolescenza ho sofferto di episodi di reflusso acido curato all'occorrenza con del maalox. Fin da piccolo ho sofferto altresì con la gola, dapprima operato alle tonsille e successivamente con frequenti episodi di faringite. A Febbraio 2014 dopo visita otorino mi è stato consigliato di fare una gastroscopia in seguito alla quale mi è stata diagnosticata una ernia iatale da scivolamento a 33 cm dall'arcata dentaria, pareti esofagee nella norma senza lesioni o ulcere. Dopo la diagnosi mi è stata prescritta una cura con pantopazolo dapprima 40mg/die poi ridotta a 20mg/die. Ho seguito tale terapia per 1 anno. Durante la terapia nessuna manifestazione di bruciore di stomaco o rigurgito acido. A Gennaio 2015 ho sospeso la terapia con pantoprazolo ed ho ripetuto la gastroscopia a Febbraio; esito uguale, quadro come da ernia iatale non complicata senza lesioni o irritazioni all'esofago. Mi è stato consigliato di dismettere la terapia con pantoprazolo giornaliera e di riattivarla solo al bisogno. Avendo dismesso la terapia ho avvertito nuovamente bruciori alla bocca dello stomaco e rigurgito acido, fenomeni di lieve entità ma frequenti (ad esempio negli ultimi 15 giorni li ho avvertiti tutti i giorni, specie prima dei pasti). Seguo una alimentazione in linea con le precauzioni da assumere per ernia iatale.
Vorrei sapere come va gestita la terapia in questo caso: al bisogno o costante?
In caso di terapia costante con inibitori di pompa ci sono rischi particolari? E' vero che favoriscono l'insorgenza di gastrinoma?
Viceversa una terapia al solo bisogno espone l'esofago a rischi gravi o degenerazioni del tipo Barrett?
Magari prima di usare gli IPP è bene utilizzare farmaci come il Gaviscon Advance per fermare la sintomatologia e proteggere l'esofago?
Sono molto confuso su quale sia l'iter migliore da seguire.
Oltretutto sono un soggetto molto ansioso e questa situazione mi sta creando forte panico.
Mi son convinto del fatto che non prendendo gli IPP la mia patologia comprometterà l'esofago in modo grave (Barrett e altro) o viceversa che prendendoli sarà lo stomaco ad essere compromesso in maniera grave (gastrinoma).
Grazie mille per la consulenza.


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Dr. Felice Cosentino Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo generale, Colonproctologo 71.9k 2.3k
Via l'ansia e continui la sua terapia. Sono maggiori i danni del non assumere la terapia, se necessaria (come nel suo caso), che gli "improbabili" effetti collaterali di una terapia a lungo termine.

Cordialmente

Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)

[#2]
Utente
Utente
E' consigliabile dunque una terapia con IPP giornaliera da fare a vita?
Oppure dei cicli prestabiliti ad esempio 1 settimana al mese?
O soltanto al bisogno?
La ringrazio moltissimo per le sue risposte.

Saluti.

[#3]
Dr. Felice Cosentino Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo generale, Colonproctologo 71.9k 2.3k
Se alla sospensione del farmaco i sintomi si ripresentano allora è necessaria una terapia continuativa.


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