Ernia iatale ed esofagite da tre anni
Salve, sono un ragazzo di 28 anni con ernia iatale. Per la domanda che vorrei fare è opportuno fare una piccola anamnesi della mia storia gastrointestinale. Circa quattro anni fa, dopo aver avvertito dei rari spasmi al petto, sono arrivato ad effettuare una gastroscopia dalla quale è stata riscontrata un'esofagite da reflusso con presenza di un'ernia iatale di primo grado. Lo specialista mi prescrisse pantoprazolo da 40 per circa 6 settimane accompagnato da gaviscon e dieta e da una seconda gastroscopia a fine terapia, tramite la quale si è evidenziata una guarigione. Premetto che non sono mai stato un perfetto paziente per quel che concerne la dieta, dove spesso mi lasciavo trasportare da cibi pesanti e da bevande irritanti. Nel corso di questi anni gli spasmi esofagei sono praticamente aumentati, e ho provato di tanto in tanto a tamponarli con gli inibitori di pompa. Fino a poco tempo fa mi ero convinto che tali spasmi potessero essere normali extrasistole, ma solo di recente mi sono reso conto che il cuore durante tali eventi continua a battere regolarmente. Per tale motivo ho preso coscienza del fatto che probabilmente in questi ultimi 3/4 anni non ho più curato in modo corretto le esofagite e sono praticamente stato sempre in costante stato intermedio tra la tolleranza e il fastidio. Attualmente ho ripreso la cura, cercando di mutare drasticamente l'alimentazione, ma gli spasmi sono ormai costanti e continui anche oggi che sono a quasi due settimane di cura. La mia paura più grande è quella della stenosi o del Barret, e non vorrei andare oltre anche perché la mia storia familiare da quel punto di vista non è molto incoraggiante. La mia domanda è dunque relativa al da farsi: è opportuno continuare e prolungare la cura finché gli spasmi non cessano (come avvenne la prima volta, quattro anni fa) o è il caso di effettuare un altro controllo dallo specialista con gastroscopia a seguito? tale esame va fatto prima e dopo ogni evento o basta limitarsi a controlli periodici durante gli anni? E ogni quanti anni? Devo infine preoccuparmi per questi spasmi? Vi ringrazio in anticipo per ogni eventuale risposta
PS vorrei inoltre un parere sulla ipotetica "cancerogenità" di controlli invasivi quali gastroscopia o di farmaci quali inibitori di pompa.
PS vorrei inoltre un parere sulla ipotetica "cancerogenità" di controlli invasivi quali gastroscopia o di farmaci quali inibitori di pompa.
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In pratica non ha curato bene il suo,reflusso.
Solitamente la patologia da reflusso é cronica e, come nel suo caso, andava trattata con terapia continuativa. Deve adesso farsi vedere dal gastroenterologo e probabilmente eseguire una nuova gastroscopia. Per il futuro non vi é necessità di ripetuti controlli endoscopici, ma bisogna solo seguire un corretto regime alimentare ed una adeguata terapia.
Cordialmente
Solitamente la patologia da reflusso é cronica e, come nel suo caso, andava trattata con terapia continuativa. Deve adesso farsi vedere dal gastroenterologo e probabilmente eseguire una nuova gastroscopia. Per il futuro non vi é necessità di ripetuti controlli endoscopici, ma bisogna solo seguire un corretto regime alimentare ed una adeguata terapia.
Cordialmente
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
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Utente
Gentile dott. Cosentino, la ringrazio per la risposta. Nel caso in cui alla fine della cura che sto facendo dovessi trovare dei sostanziali miglioramenti sarà ugualmente opportuno farsi controllare dallo specialista? E in caso contrario, quanto può essere concreto un eventuale rischio di stenosi?
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Utente
Grazie ancora per la risposta, la mia preoccupazione per la stenosi è frutto del timore di eventuali strascichi delle esofagiti degli ultimi due tre anni ed eventuali cicatrici. Vedrò di stare più attento alla situazione alimentare e di consultarmi con uno specialista in caso di persistenza dei sintomi. Cordiali saluti
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Utente
Gentile dr. Cosentino,
sono andato dal mio nuovo medico di base, che peraltro è specialzzato in gastroenterologia. Gli ho spiegato il problema e la mia storia clinica (ernia iatale, e cure varie per esofagiti da tre anni). Mi è stato detto che i sintomi spastici sono probabilmente legati ad un'attuale esofagite, la quale solitamente andrebbe curata con inibitori di pompa per non meno di tre mesi. Avendo già un mese e mezzo di cura alle spalle, e presentando ancora sintomi spastici allo stomaco soprattutto in posizione supina, mi è stato prescritto dell'altro pantoprazolo per un altro mese e mezzo, con piccolo aumento per i prossimi dieci giorni (ne prendo una dose da 40 al giorno, ma mi è stato detto di aumentare a 60, ovvero 20 al mattino e 40 alla sera). La cosa inizialmente mi ha rincuorato, ma leggendo un po' diversi articoli online ho appreso che gli inibitori di pompa sono potenzialmente cancerogeni se usati a lungo termine. Mi chiedo dunque, avendo una storia recente legata all'assunzione di questi farmaci, se tale approccio possa essere pericoloso per la mia salute, visto che le dosi da me assunte sono sempre state da 40, quindi abbastanza alte, e visto che mi è stato prescritto di aumentare il dosaggio per un periodo di dieci giorni. Consideri che in tre anni avrò fatto almeno 4/5 cicli di pantoprazolo ogni due mesi circa. Sono piuttosto preoccupato, anche perché la mia storia familiare non è delle migliori (mio padre è scomparso per via di un sarcoma allo stomaco e i miei zii paterni e i miei fratelli hanno tutti un'ernia iatale)
sono andato dal mio nuovo medico di base, che peraltro è specialzzato in gastroenterologia. Gli ho spiegato il problema e la mia storia clinica (ernia iatale, e cure varie per esofagiti da tre anni). Mi è stato detto che i sintomi spastici sono probabilmente legati ad un'attuale esofagite, la quale solitamente andrebbe curata con inibitori di pompa per non meno di tre mesi. Avendo già un mese e mezzo di cura alle spalle, e presentando ancora sintomi spastici allo stomaco soprattutto in posizione supina, mi è stato prescritto dell'altro pantoprazolo per un altro mese e mezzo, con piccolo aumento per i prossimi dieci giorni (ne prendo una dose da 40 al giorno, ma mi è stato detto di aumentare a 60, ovvero 20 al mattino e 40 alla sera). La cosa inizialmente mi ha rincuorato, ma leggendo un po' diversi articoli online ho appreso che gli inibitori di pompa sono potenzialmente cancerogeni se usati a lungo termine. Mi chiedo dunque, avendo una storia recente legata all'assunzione di questi farmaci, se tale approccio possa essere pericoloso per la mia salute, visto che le dosi da me assunte sono sempre state da 40, quindi abbastanza alte, e visto che mi è stato prescritto di aumentare il dosaggio per un periodo di dieci giorni. Consideri che in tre anni avrò fatto almeno 4/5 cicli di pantoprazolo ogni due mesi circa. Sono piuttosto preoccupato, anche perché la mia storia familiare non è delle migliori (mio padre è scomparso per via di un sarcoma allo stomaco e i miei zii paterni e i miei fratelli hanno tutti un'ernia iatale)
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Utente
Questa cosa mi tranquillizza moltissimo sotto tale punto di vista, grazie! Quel che non mi tranquilla affatto sono i miei sintomi che dopo quasi due mesi di cura continuano a persistere in modo evidente. Ormai mi sento un abbonato del reflusso, della gola secca e dei bruciori al petto, ma la cosa che mi fa davvero paura sono gli spasmi che ormai sono talmente forti da darmi l'impressione che qualcuno mi prenda a pugni dall'interno. Sto vivendo un incubo, credo che tutto questo sia il risultato di esofagite curata male per anni e ora ne piango le conseguenze e non riesco ad uscirne. Quanto posso essere a rischio di esofago di Barret? Inoltre volevo sapere quanto l'esame endoscopico possa essere considerato come una potenziale causa di lesioni cancerogene?
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Utente
Mi riferisco al fatto che esami del genere possano sollecitare le cellule e i tessuti interni e contribuire alla formazione di lesioni fino ad arrivare a tumori. Non so se sono dicerie, luoghi comuni o se certe voci hanno un fondamento scentifico, ma è quello che ho sentito dire. Fosse per me, nonostante i fastidiosissimi effetti, farei la gastroscopia ogni anno. Mi piacerebbe avere chiarimenti a riguardo.
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Utente
Eccomi qua. Cura di due mesi esatti ultimata. Negli ultimi quindici giorni ho aumentato (sotto consiglio medico) la dose di pantoprazolo a 60mg (20 al mattino e 40 alla sera). Devo dire che gli spasmi sono finalmente diminuiti, anche se ancora si presentano quando mi stendo, ma in modo molto meno intenso. Credevo e speravo di aver risolto tutto, ma i sintomi "classici" (reflusso e rigurgito) persistono. A tal proposito il medico curante mi ha detto di procedere nel seguente modo:
-continuare per altre 4 settimane ma con una sola dose di pantoprazolo giornaliera da 40mg
-assumere per 2 settimane una compressa orosolubile di Raxar, ovvero domperidone, due volte al giorno prima dei pasti.
Ovviamente durante la prescrizione del farmaco non ho chiesto nulla al medico perchè non sapevo di cosa si trattasse e solo dopo essere rientrato a casa ho preso nota della composizione del farmaco. Vorrei totalmente evitare di assumere domperidone per via dei tanti fattori di grave rischio ad esso associati (aritmie e morte improvvisa per arresto cardiaco.)
Mi consiglierebbe dunque di ascoltare il parere di altri medici prima di assumere il domperidone?
-continuare per altre 4 settimane ma con una sola dose di pantoprazolo giornaliera da 40mg
-assumere per 2 settimane una compressa orosolubile di Raxar, ovvero domperidone, due volte al giorno prima dei pasti.
Ovviamente durante la prescrizione del farmaco non ho chiesto nulla al medico perchè non sapevo di cosa si trattasse e solo dopo essere rientrato a casa ho preso nota della composizione del farmaco. Vorrei totalmente evitare di assumere domperidone per via dei tanti fattori di grave rischio ad esso associati (aritmie e morte improvvisa per arresto cardiaco.)
Mi consiglierebbe dunque di ascoltare il parere di altri medici prima di assumere il domperidone?
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 5.3k visite dal 08/10/2014.
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