L'anno scorso sono stato sottoposto a gastroscopia ed è stata riscontrata un'esofagite di primo
Salve, sono un ragazzo di 26 anni afflitto da circa un paio d'anni da problemi di reflusso. L'anno scorso sono stato sottoposto a gastroscopia ed è stata riscontrata un'esofagite di primo livello. Avevo chiesto consulto in questa sezione e ho avuto modo di confrontarmi con il dottor Cosentino. Credo sia importante sottolineare che il peggioramento della sintomatologia che sto per menzionare è avvenuto in concomitanza con la morte prematura di mio padre (è scomparso con un mesotelioma in soli 3 mesi dalla diagnosi). Tutt'ora vivo la morte di mio padre con molta sofferenza e so che questo può influire notevolmente sul mio stato di salute. Sono laureato e vivo fuori dalla mia città da circa 7 anni. Ho notato che accuso il peggioramento dei sintomi ogni qual volta rientri nella mia città natale. Per un determinato periodo sono riuscito a dissociarmi dal lansoprazolo, usufruendo del gaviscon quando è stato necessario. Da Luglio ho riaccusato un peggioramento della sintomatologia..inizialmente con la ricomparsa di acidità, seguita da una sensazione di vuoto allo stomaco e a volte anche stati dolorosi di bassa intensità. Successivamente ho iniziato ad accusare un fastidioso sintomo di nodo in gola che avverto soltanto al di fuori della deglutizione di cibi o liquidi, associato ad una sensazione che in passato ho già avvertito: una strana pressione nella regione dorsale, non dolente ma fastidiosa. quasi come se qualcuno mi toccasse. Il medico ha deciso di riprendere la terapia (questa volta con esomeprazolo da 20 mg). Tutt'ora sono circa 10 giorni che ho ripreso e ho notato miglioramenti sotto l'aspetto più importante (non avverto acidità e dolore) ma ho ancora questa strana sensazione di nodo in gola..so bene che si aggravi con l'associazione di pensieri malinconici o contesti ansiogeni, a volte ho sento continuamente lo stimolo di schiarire la voce quasi come se fossi leggermente rauco. Avverto anche quella strana pressione dorsale che va e viene, ma il nodo è persistente e scompare improvvisamente ai pasti per poi ripresentarsi quando mi trovo fuori o in momenti di riflessione. Ho avvertito il medico e avvisandomi del potenziale psicologico ha sottolineato la possibilità di una flogosi dovuta all'infiammazione causata dal reflusso, e mi ha consigliato di pazientare. Io ammetto di non aiutarmi psicologicamente, dopo la morte di mio padre vivo l'incubo del tumore e questo ha effetti devastanti sulla mia ipocondria.Nei mesi precedenti ho anche vissuto all'estero con alimentazioni pessime (in scozia il cibo è scadente) e sono riuscito ad evitare il reflusso anche senza copertura. Da quando son tornato qui a casa mi è sembrato di ripiombare nel buio. Non vivo bene, e ogni volta che avverto questo nodo in gola che diventa sempre più fastidioso inizio a riflettere su eventi infausti e nefasti. Stesso discorso vale per la pressione dorsale che non riesco a capire se è di natura nervosa o gastrica.. va e viene a seconda dei momenti. Spero possiate aiutarmi.
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Credo che la componente ansiogena sia assai prevalente.
Cosa pensa il suo curante?
Cosa pensa il suo curante?
Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it
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Utente
Gentile dottor Quatraro, nell'arco di questi mesi sono stato in cura con un gastroenterologo dell'ospedale sant'orsola (vivevo a bologna per motivi di studio). Più volte mi son recato per visite e consulti e altrettante volte il dottore mi ha spiegato quanto la componente emotiva influisca sullo stomaco. Anche il medico curante di bologna ha cercato pazientemente di illustrarmi come eventi luttuosi possano arrecare disturbi del genere. Per mediare a periodi del genere ho cercato di controllarmi con il lansoprazolo da 15mg.. A maggio mi son recato in scozia e le devo dire che gli impegni per la ricerca di un lavoro mi hanno aiutato a distrarmi da problemi del genere. Ora son tornato da luglio a casa e improvvisamente son ripiombato in un vortice di sensazioni (dispnea, dolori, bolo isterico, e quella sensazione di pressione dorsale). Non le nascondo che soffro di attacchi di panico.ero riuscito a sconfiggerli ma con la morte di mio padre son tornati..Il medico della mia città natale è lo stesso medico di mio padre, e conosce bene i risvolti di questa storia. Anch'egli pazientemente cerca di spiegarmi che associato al difetto congenito del reflusso vi è la componente psichica che non mi aiuta affatto. Mi ha ribadito insieme al resto dei medici che le ho citato l'inutilità di effettuare un'altra gastroscopia. Ma dentro di me son sempre impaurito che un giorno mi ritrovi malato gravemente e non vivo più serenamente. Per ora sono sotto cura con esomeprazolo da 20mg e il medico mi ha detto che la dose è giusta e che al massimo debba associare antiacidi prima di andare a dormire. Sono sensazioni che a casa colpiscono maggiormente e che mi uccidono interiormente. È difficile credere che siano frutto della
Mente quando sono in atto, proprio come il nodo in gola che avverto ora.
Mente quando sono in atto, proprio come il nodo in gola che avverto ora.
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Utente
Gentile dottore,In questi giorni la sensazione di nodo in gola sta leggermente migliorando. Sto assumendo esomeprazolo da 20 mg almeno 30 minuti prima della colazione e contestualmente assumo gaviscon prima di andare a dormire. Cerco di curarmi con la dieta mangiando prevalentemente biscotti secchi, carni bianche, pesce, riso, frutta poco acida come la mela.
Il medico mi ha consigliato una cura di almeno 4 settimane per poi riprendere solo all'occorrenza. Tutto è dipeso dalla malattia di mio padre, se non avessi vissuto questo stato di dolore probabilmente avrei accettato con più serenità una malattia che sembra banale e al quanto comune, ma a me arreca questo fastidioso disagio che troppo spesso si manifesta associato a sintomi dettati dalla paura. La mattina ho il terrore di avere peggioramenti rispetto al giorno precedente e parto inevitabilmente con il piede sbagliato.
Il medico mi ha consigliato una cura di almeno 4 settimane per poi riprendere solo all'occorrenza. Tutto è dipeso dalla malattia di mio padre, se non avessi vissuto questo stato di dolore probabilmente avrei accettato con più serenità una malattia che sembra banale e al quanto comune, ma a me arreca questo fastidioso disagio che troppo spesso si manifesta associato a sintomi dettati dalla paura. La mattina ho il terrore di avere peggioramenti rispetto al giorno precedente e parto inevitabilmente con il piede sbagliato.
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Utente
Ha perfettamente ragione, del resto anche tutta la trafila di medici che ha ascoltato i miei problemi la pensa ugualmente. Io credo che manifestazioni come l'esofagite siano tendenzialmente più compatibili con l'ansia perché esiste quell'incertezza del paziente nel capire cosa stia succedendo dentro di sé, perché essendo una malattia interna non si ha visione del decorso. Ma credo anche che se fosse in uno stadio decisamente grave non provochi quello che le ho elencato.. ma sintomi peggiori?
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2k visite dal 07/09/2014.
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