Mrge con duodenite erosiva bulbare e stomaco iperacido: servono o no i ppi?
Buona sera,
circa tre anni fa ho scoperto, attraverso una gastroscopia, di essere affetto da ernia iatale e malattia del riflusso gastroesofageo di grado A.
La cura quotidiana prescrittami prevedeva 1 capsula di Omeprazolo 20mg al mattino e 1 dose di Riopan la sera prima di coricarmi.
Per due anni circa non ho mai smesso la cura.
Poi la situazione è peggiorata.
Una seconda gastroscopia ha rilevato anche un’iniziale duodenite erosiva bulbare.
Una fibroscopia delle vie aero-digestive superiori ha confermato MRGE con iperemia aritenoidea. La cura è diventata Esomeprazolo 40mg, 1 capsula al mattino, ma non più costante bensì a cicli al bisogno, più il solito Riopan.
Nessun beneficio: continuavo ad avere male, soprattutto notturno, alla regione sternale, sensazione come di lacerazione interna, tosse, sensazione di soffocamento, di affaticamento, specie nelle due ore immediatamente successive ad un pasto.
Mi sono sottoposto ad una pH-metria sulle 24h - dopo aver sospeso ogni cura per un mese - il cui risultato è stato: “pH-metria esofagea normale. Secrezione acida gastrica costante con scarso tampone postprandiale”. Il gastroenterologo ha sintetizzato dicendo che ho “uno stomaco molto acido” e ha confermato PPI (Esomeprazolo 40mg) ma solo al bisogno.
Non stando bene ho avviato un nuovo ciclo di PPI ma non sono stato meglio, anzi. Il medico di base ma ha quindi suggerito di provare, ma per una settimana soltanto, a portare il PPI a 80mg (40 al mattino e 40 alla sera): niente da fare, il malessere che ho descritto sopra continuava.
Così, di mia iniziativa, da 10 gg ho interrotto completamente l’assunzione di PPI, mantenendo il Riopan alla sera, unitamente ad una dieta più attenta in cui ho eliminato completamente il vino rosso (che prima assumevo nella misura di 1/2 bicchieri al giorno) e parzialmente il caffè (prima non più di tre al giorno), che oggi assumo in miscela di 50% caffè e 50% orzo.
Devo dire che ho ancora alcuni dei fastidi descritti, ma posso dire di stare un po’ (poco) meglio di prima, soprattutto non ho più avuto quella orribile sensazione di lacerazione interna che mi coglieva di notte.
Ora, vi chiedo: ma cosa mi è servito assumere per anni PPI se poi la situazione complessiva è peggiorata, con la comparsa di duodenite?
Perchè, anche con l’incremento del dosaggio di PPI non c’è stato beneficio?
Ma il PPI è curativo o lenisce semplicemente la sintomatologia?
Quali sono le alternative di cura, se ci sono?
Devo effettuare altre indagini per capire meglio l’origine dell’eccesso acido prodotto dal mio stomaco?
Quali sono i rischi cui vado incontro interrompendo l’assunzione di PPI?
Quali sono i rischi cui vado incontro prolungando indefinitamente l’assunzione di PPI?
Grazie per un Vostro parere.
circa tre anni fa ho scoperto, attraverso una gastroscopia, di essere affetto da ernia iatale e malattia del riflusso gastroesofageo di grado A.
La cura quotidiana prescrittami prevedeva 1 capsula di Omeprazolo 20mg al mattino e 1 dose di Riopan la sera prima di coricarmi.
Per due anni circa non ho mai smesso la cura.
Poi la situazione è peggiorata.
Una seconda gastroscopia ha rilevato anche un’iniziale duodenite erosiva bulbare.
Una fibroscopia delle vie aero-digestive superiori ha confermato MRGE con iperemia aritenoidea. La cura è diventata Esomeprazolo 40mg, 1 capsula al mattino, ma non più costante bensì a cicli al bisogno, più il solito Riopan.
Nessun beneficio: continuavo ad avere male, soprattutto notturno, alla regione sternale, sensazione come di lacerazione interna, tosse, sensazione di soffocamento, di affaticamento, specie nelle due ore immediatamente successive ad un pasto.
Mi sono sottoposto ad una pH-metria sulle 24h - dopo aver sospeso ogni cura per un mese - il cui risultato è stato: “pH-metria esofagea normale. Secrezione acida gastrica costante con scarso tampone postprandiale”. Il gastroenterologo ha sintetizzato dicendo che ho “uno stomaco molto acido” e ha confermato PPI (Esomeprazolo 40mg) ma solo al bisogno.
Non stando bene ho avviato un nuovo ciclo di PPI ma non sono stato meglio, anzi. Il medico di base ma ha quindi suggerito di provare, ma per una settimana soltanto, a portare il PPI a 80mg (40 al mattino e 40 alla sera): niente da fare, il malessere che ho descritto sopra continuava.
Così, di mia iniziativa, da 10 gg ho interrotto completamente l’assunzione di PPI, mantenendo il Riopan alla sera, unitamente ad una dieta più attenta in cui ho eliminato completamente il vino rosso (che prima assumevo nella misura di 1/2 bicchieri al giorno) e parzialmente il caffè (prima non più di tre al giorno), che oggi assumo in miscela di 50% caffè e 50% orzo.
Devo dire che ho ancora alcuni dei fastidi descritti, ma posso dire di stare un po’ (poco) meglio di prima, soprattutto non ho più avuto quella orribile sensazione di lacerazione interna che mi coglieva di notte.
Ora, vi chiedo: ma cosa mi è servito assumere per anni PPI se poi la situazione complessiva è peggiorata, con la comparsa di duodenite?
Perchè, anche con l’incremento del dosaggio di PPI non c’è stato beneficio?
Ma il PPI è curativo o lenisce semplicemente la sintomatologia?
Quali sono le alternative di cura, se ci sono?
Devo effettuare altre indagini per capire meglio l’origine dell’eccesso acido prodotto dal mio stomaco?
Quali sono i rischi cui vado incontro interrompendo l’assunzione di PPI?
Quali sono i rischi cui vado incontro prolungando indefinitamente l’assunzione di PPI?
Grazie per un Vostro parere.
[#1]
E' possibile che vi possa essere una scarsa o nulla
responsività alla terapia antireflusso.
E' seguito da un gastroenterologo?
Per i PPI troverà ampie delucidazioni al seguente articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/gastroenterologia-e-endoscopia-digestiva/1677-gli-inibitori-della-pompa-protonica-ppi-corretto-utilizzo-e-raccomandazioni.html
Prego
responsività alla terapia antireflusso.
E' seguito da un gastroenterologo?
Per i PPI troverà ampie delucidazioni al seguente articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/gastroenterologia-e-endoscopia-digestiva/1677-gli-inibitori-della-pompa-protonica-ppi-corretto-utilizzo-e-raccomandazioni.html
Prego
Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it
[#2]
Ex utente
Grazie per la sua cortese risposta, Dottor Quatraro,
sì, tutti gli esami e le cure che ho fatto sono stati prescritti da uno specialista in gastroenterologia.
Ho letto il suo articolo sui PPI e, in relazione al mio caso, mi pare di dover concludere che non siano stati finora somministrati nel modo corretto. Inoltre, considerato che non ne ho avuto grossi benefici, ed anzi la situazione è peggiorata con l'ingresso di una forma erosiva, mi pare che gli effetti collaterali negativi che potrebbero generarsi in seguito all'uso prolungato superino di gran lunga quelli positivi che fino ad oggi ho potuto constatare...
Lei cosa mi consiglia di fare?
Cordiali saluti e buon lavoro
sì, tutti gli esami e le cure che ho fatto sono stati prescritti da uno specialista in gastroenterologia.
Ho letto il suo articolo sui PPI e, in relazione al mio caso, mi pare di dover concludere che non siano stati finora somministrati nel modo corretto. Inoltre, considerato che non ne ho avuto grossi benefici, ed anzi la situazione è peggiorata con l'ingresso di una forma erosiva, mi pare che gli effetti collaterali negativi che potrebbero generarsi in seguito all'uso prolungato superino di gran lunga quelli positivi che fino ad oggi ho potuto constatare...
Lei cosa mi consiglia di fare?
Cordiali saluti e buon lavoro
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3k visite dal 19/01/2014.
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