Farmaci insonnia in anziano con cirrosi

Gent.mo dottore,
le scrivo per un disturbo di cui soffre mio padre, 87 anni con cirrosi CHILD B7 per ipoalbuminemia , non evidenza di HCC nè di trombosi portale.
Non ha problemi renali, cardiaci. A causa di cedimenti vertebrali ha un atteggiamento di grave dorso curvo e artrosi ad un ginocchio. Di conseguenza permane tutto il giorno in posizione semi-sdraiata su una confortevole poltrona. Ultimamente ha evidenziato un peggioramento delle sue facoltà mentali, sino a poco tempo fa quasi integre.
Poco tempo fa ha iniziato ad accusare problemi di insonnia, arrivando a non chiudere occhio per la notte intera. Dal racconto di mio padre pare che, in concomitanza all'insonnia si verifichi una forma di ansia, agitazione, non ben definibile da lui, che lo debilita fortemente.
Gli antistaminici ed in seguito anche gli ipnotici-sedativi che sono stati somministrati, peraltro in sole due tre dosi, hanno causato confusione mentale nelle ore successive, per cui gli sono stati proibiti dal medico, quando ancora il problema d'insonnia non era così persistente.
Sicuramente spesso sonnecchia durante il giorno ma, anche quando non accade, la notte continua ad avere difficoltà a dormire.

Ci sono farmaci per indurre il sonno, che non provocano conseguenze negative sulle facoltà mentali o altro, considerata la sua cirrosi? Si può fare altro? La melatonina può essere utile?
La ringrazio per l'attenzione.



[#1]
Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 29k 526
Gentile utente,
le alterazioni del ritmo sonno veglia, come saprà, sono legate alla malattia di base, con alterazione dei livelli di istamina ed encefalopatia portosistemica.
Un farmaco utilizzato è l'idroxizina (antiistaminico), sotto attento controllo medico.
Le uniche aternative sono i tentativi terapeutici di compensare, al meglio possibile, la malattia di base.

Prego

Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta e vorrei specificarle che mio padre é in terapia continuativa per cirrosi (propanololo, diuretico, vitamina k, sucralfato, portolac ,pantoprazolo 40, rifaximina -- ha avuto legatura varici esofagee, quasi completamente eradicate--).
La molecola idrossizina cloridrato, se é la stessa da lei nominata, é stata assunta per placare del prurito, in dose di 1+1 da 25 mg al giorno. gli ha però causato un peggioramento delle facoltà mentali. Forse é sufficiente ridurre il dosaggio? Il periodo di assunzione deve essere limitato?

Inoltre vorrei chiederle un'informazione che riguarda il pantoprazolo.
Dalle visite diverse a cui é stato sottoposto mio padre abbiamo notato pareri contrastanti sul dosaggio giornaliero.20/40 mg.
D'altro canto ho letto sul bugiardino del farmaco che la dose 40 mg non dovrebbe essere data a chi soffre di epatopatie gravi. Può darmi informazioni in merito?
Grazie mille ancora per l'attenzione.
[#3]
Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 29k 526
Si, parliamo dello stesso farmaco,
del quale, nei pazienti con insufficienza epatica, occorre ridurre il dosaggio giornaliero o la frequenza di somministrazione (veda sc. tecnica),
non a caso le avevo scritto "sotto attento controllo medico".

Per quanto riguarda i PPI

se è pur vero che i pazienti cirrotici hanno un aumentato rischio di sviluppo di ulcere gastriche o duodenali rispetto ai non cirrotici,

occorre anche dire che il loro uso protettivo e preventivo è controverso poichè è controversa la rilevanza e l'importanza della patogenesi peptica nelle ulcere dei cirrotici.

Naturalmente dovrà confrontarsi con i colleghi che seguono suo padre.

Prego
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