Reflusso psicosomatico?
Salve, è da ormai più di due anni che soffro di un reflusso con diversi sintomi "alti": ho costantemente la gola infiammata, con bolle dalla quale nei momenti peggiori esce anche del sangue, tanto da avere difficoltà e bruciore (nei momenti peggiori) nella respirazione, oltre che ogni tanto dolore al petto, schiena e bruciore di stomaco.Dopo vari tentativi di cure con limpidex e lucen qualche settimana fa il gastroenterologo mi ha prescritto una terapia a dosaggi massimi, con gastrolov 40 prima di colazione e cena, gaviscon dopo ogni pasto e ranidil la sera, verso le 22...Come solito con l'inizio di nuove terapie sono stato bene i primi giorni per poi tornare a soffrire più o meno come prima...È ormai constatato che in questo problema ci sia una forte componente psicosomatica, in quanto in giorni privi di impegni, per esempio scolastici, sto abbastanza bene, anche dopo pasti abbondanti e in alcuni caso cibi che in teoria dovrei evitare...Appena però mi ritrovo a dovermi svegliare la mattina presto, ed ho la giornata piena di impegni, qualunque cosa io mangi mi risale con eruttazioni molto dolore per la gola anche diverso tempo dopo i pasti...Oltre che dal gastroenterologo sono in cura (da poco più di un mese) da uno psicologo, che ritiene (anche per il fatto che talvolta qualche goccia di lexotan mi faccia meglio di qualunque altro antiacido)sia un fatto psicosomatico, qualcosa che il mio corpo dovrebbe esprimere a livello emotivo e che, per via del mio modo di fare, che tengo a minimizzare e "soffocare" i problemi, non riuscendo ad esprimerlo si presenta sotto forma di reflusso...Ho detto ciò al gastroenterologo, che ritiene invece che lo psicologo possa darmi sostegno solo per quanto riguarda la sopportazione della situazione e per i problemi d'ansia e di attacchi di panico di cui ho iniziato a soffrire dopo circa un anno dall'inizio dei problemi di reflusso...Ora continuerò la terapia del gastroenterologo, ma in attesa di rivederlo alla fine di questa (tra una ventina di giorni) volevo qualche parere esterno sulla situazione: è davvero possibile che, dal momento in cui nei momento senza stress(purtroppo davvero pochi) io stia nettamente meglio e che invece al minimo sconvolgimento nonostante tutti i farmaci che prendo il reflusso ritorno tale e quale a prima, disturbanti enormemente la mia quotidianità?È quindi possibile che un problema del genere sia totalmente, o comunque in grande parte, di origine psicosomatica?Vorrei anche aggiungere che dalla gastroscopia non si è mai rivelato nulla se non una leggera infiammazione, ma che dopo diverse analisi tutti i dottori hanno concordato si tratti appunto di reflusso...
Grazie.
Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.3k visite dal 12/12/2013.
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