Enterite, diarrea cronica e gastroparesi
Buongiorno,
chiedo cortesemente un consulto per mia mamma che ha 64 anni, pesa 35 kg e ora è in ospedale dove la stanno alimentando con un sondino che entra dal naso ed è posizionato nel duodeno.
Mia mamma è stata operata oltre 2 mesi fa, quando le è stato asportato un pezzo di intestino tenue che presentava importanti aderenze (il chirurgo ha parlato di una quasi fusione con la parete pelvica) formatesi nel corso degli anni a causa probabilmente della radioterapia effettuata quasi 10 anni fa. Da allora per lei è stato un calvario. Da oltre 5 anni è in cura da un gastroenterologo che la segue con molta attenzione. Purtroppo l'operazione di fine maggio non ha portato i risultati sperati. Ora il canale sembra libero, ma tutto l'apparato digerente non funziona più. La rimozione del problema meccanico ha evidenziato e peggiorato i problemi funzionali.
Subito dopo l'operazione le sono stati somministrati per 15 giorni antibiotici di vario tipo dal momento che aveva continue scariche e in attesa delle colture. In seguito, visto che non sono state riscontrare infezioni, hanno provveduto con una terapia d'urto a base di cortisone (2 pastiglie di clipper al giorno prese insieme). Questa ha momentaneamente arrestato la diarrea. Durante questo periodo ha sempre lamentato un fortissimo bruciore allo stomaco, esofago, bocca. Premetto che mia mamma soffre di reflusso gastroesofageo e ernia iatale.
Dopo un mese di ospedale è tornata a casa e la situazione sembrava migliorare anche se a fatica, ma poi purtroppo, a causa probabilmente della sua estrema condizione, è incorsa in una infezione vaginale e di conseguenza ha dovuto prendere ancora antibiotici sotto consiglio del medico di base e del gastroenterologo. Da quel momento ha scariche continue di diarrea e vomito (espelle solo succhi gastrici). Questo scompenso si calma solo quando non ingerisce niente (acqua inclusa). Prima dell'operazione pesava 42 kg, tornata a casa 38 e ora 35. Dopo 3 ricoveri in Pronto Soccorso, hanno deciso lunedì 5 agosto di ricoverarla e somministrarle cibo tramite sondino (le stanno facendo anche nutrizione parenterale). Hanno iniziato ieri sera (le era stato posizionato giovedì pomeriggio). Da quando le stanno iniettando il cibo con questo metodo è iniziata nuovamente la diarrea in maniera continua. Le somministrano attraverso di esso anche i fermenti e sempre il cortisone.
Nonostante la stima che nutriamo per il suo medico, visto come sta precipitando la situazione e non potendo portarla altrove, mi permetto di chiedervi un consulto riguardo l'iter che hanno deciso di adottare. Può essere sfuggito qualcosa?
Mi chiedo se non sia un problema di sola flora intestinale che dopo tanto accanimento antibiotico non riesce più a riformarsi. Se fosse così, cos'altro si può fare? Ho letto che il semplice limone potrebbe ristabilire il guisto pH dell'intestino permettendo alla popolazione batterica di ripristinarsi. E' una soluzione troppo semplice?
Grazie per qualsiasi consiglio vogliate darc
chiedo cortesemente un consulto per mia mamma che ha 64 anni, pesa 35 kg e ora è in ospedale dove la stanno alimentando con un sondino che entra dal naso ed è posizionato nel duodeno.
Mia mamma è stata operata oltre 2 mesi fa, quando le è stato asportato un pezzo di intestino tenue che presentava importanti aderenze (il chirurgo ha parlato di una quasi fusione con la parete pelvica) formatesi nel corso degli anni a causa probabilmente della radioterapia effettuata quasi 10 anni fa. Da allora per lei è stato un calvario. Da oltre 5 anni è in cura da un gastroenterologo che la segue con molta attenzione. Purtroppo l'operazione di fine maggio non ha portato i risultati sperati. Ora il canale sembra libero, ma tutto l'apparato digerente non funziona più. La rimozione del problema meccanico ha evidenziato e peggiorato i problemi funzionali.
Subito dopo l'operazione le sono stati somministrati per 15 giorni antibiotici di vario tipo dal momento che aveva continue scariche e in attesa delle colture. In seguito, visto che non sono state riscontrare infezioni, hanno provveduto con una terapia d'urto a base di cortisone (2 pastiglie di clipper al giorno prese insieme). Questa ha momentaneamente arrestato la diarrea. Durante questo periodo ha sempre lamentato un fortissimo bruciore allo stomaco, esofago, bocca. Premetto che mia mamma soffre di reflusso gastroesofageo e ernia iatale.
Dopo un mese di ospedale è tornata a casa e la situazione sembrava migliorare anche se a fatica, ma poi purtroppo, a causa probabilmente della sua estrema condizione, è incorsa in una infezione vaginale e di conseguenza ha dovuto prendere ancora antibiotici sotto consiglio del medico di base e del gastroenterologo. Da quel momento ha scariche continue di diarrea e vomito (espelle solo succhi gastrici). Questo scompenso si calma solo quando non ingerisce niente (acqua inclusa). Prima dell'operazione pesava 42 kg, tornata a casa 38 e ora 35. Dopo 3 ricoveri in Pronto Soccorso, hanno deciso lunedì 5 agosto di ricoverarla e somministrarle cibo tramite sondino (le stanno facendo anche nutrizione parenterale). Hanno iniziato ieri sera (le era stato posizionato giovedì pomeriggio). Da quando le stanno iniettando il cibo con questo metodo è iniziata nuovamente la diarrea in maniera continua. Le somministrano attraverso di esso anche i fermenti e sempre il cortisone.
Nonostante la stima che nutriamo per il suo medico, visto come sta precipitando la situazione e non potendo portarla altrove, mi permetto di chiedervi un consulto riguardo l'iter che hanno deciso di adottare. Può essere sfuggito qualcosa?
Mi chiedo se non sia un problema di sola flora intestinale che dopo tanto accanimento antibiotico non riesce più a riformarsi. Se fosse così, cos'altro si può fare? Ho letto che il semplice limone potrebbe ristabilire il guisto pH dell'intestino permettendo alla popolazione batterica di ripristinarsi. E' una soluzione troppo semplice?
Grazie per qualsiasi consiglio vogliate darc
[#1]
Ovviamente non è possibile dare pareri su una questione così severa on line. In linea di massima però dovrebbe essere visitata ed eventualmente trasferita presso una divisione di dietologia e terapia nutrizionale di un grande ospedale ove sia possibile ottenere consulenze multi specialistiche .
Dr. Roberto Rossi
[#2]
Utente
grazie dottore per la sua risposta davvero veloce. Naturalmente un trasferimento ad un ospedale più grosso lo potremo chiedere se nemmeno il sondino darà i risultati attesi. Ci affidiamo a quello che ci dirà il gastroenterolo che ci sta seguendo.
Le chiedo soltanto, se ritiene di rispondere, se secondo lei le due pastiglie di cortisone prese nello stesso momento una volta al giorno ormai da quasi due mesi possono contribuire ad alterare la flora batterica già compromessa e se questa può essere ripristinata con metodi diversi dall'utilizzo dei classici fermenti,
Ancora grazie.
Le chiedo soltanto, se ritiene di rispondere, se secondo lei le due pastiglie di cortisone prese nello stesso momento una volta al giorno ormai da quasi due mesi possono contribuire ad alterare la flora batterica già compromessa e se questa può essere ripristinata con metodi diversi dall'utilizzo dei classici fermenti,
Ancora grazie.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.6k visite dal 10/08/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.