Prognosi cirrosi
Ho letto che la prognosi di un malato di cirrosi epatica dipende dal punteggio Child Pugh, che scaturisce dalla valutazione di alcuni parametri clinici ed ematochimici, tuttavia non ho trovato una quanficazione esplicita dei tempi di sopravvivenza. Escludendo l'eventualità di un trapianto di fegato, vorrei sapere qual è mediamente l'aspettativa di vita di un malato classificabile C-13. Grazie.
[#1]
Carissimo,
uno stadio Child C-13 indica un quadro di cirrosi epatica in grave scompenso funzionale e, purtroppo, con una prognosi quoad vitam pessima nel breve periodo.
Va peraltro considerata l'evenienza di eventuali fattori precipitanti (es. processi infettivi, recenti interventi chirurgici, ...) che possono aver condizionato il peggioramento transitorio del Child e la cui risoluzione potrebbe portare ad un miglioramento del compenso e quindi del Child.
Perchè escludi a priori l'eventualità trapianto?
uno stadio Child C-13 indica un quadro di cirrosi epatica in grave scompenso funzionale e, purtroppo, con una prognosi quoad vitam pessima nel breve periodo.
Va peraltro considerata l'evenienza di eventuali fattori precipitanti (es. processi infettivi, recenti interventi chirurgici, ...) che possono aver condizionato il peggioramento transitorio del Child e la cui risoluzione potrebbe portare ad un miglioramento del compenso e quindi del Child.
Perchè escludi a priori l'eventualità trapianto?
Dr. Paolo Montalto
Spec. in Gastroenterologia/Endoscopia Dig
Ospedale Ss. Cosma e Damiano (Pescia, PT, Az. USL 3 Toscana)
Paolo.Montalto@libero.it
[#3]
Utente
Gentilissimi dottori,
il malato in questione è mio padre ed ha 74 anni. Le strutture presso cui è stato ricoverato durante questi due anni di malattia non ci hanno mai prospettato l'eventualità di un trapianto e, quando ho chiesto informazioni, mi è stato risposto che l'età è avanzata per pensare ad una procedura di questo genere. La mia domanda nasce dalla esigenza di sapere, per quel che è possibile, quanto tempo ancora gli rimane da vivere, anche perché nessuno ha mai voluto azzardare una stima sul tempo di sopravvivenza (settimane, mesi, ...?). Ultimamente le condizioni cliniche sono molto peggiorate, con ittero e accentuata encefalopatia, entrambi segni molto negativi per quanto riguarda la prognosi, mi dicono.
Grazie ancora.
il malato in questione è mio padre ed ha 74 anni. Le strutture presso cui è stato ricoverato durante questi due anni di malattia non ci hanno mai prospettato l'eventualità di un trapianto e, quando ho chiesto informazioni, mi è stato risposto che l'età è avanzata per pensare ad una procedura di questo genere. La mia domanda nasce dalla esigenza di sapere, per quel che è possibile, quanto tempo ancora gli rimane da vivere, anche perché nessuno ha mai voluto azzardare una stima sul tempo di sopravvivenza (settimane, mesi, ...?). Ultimamente le condizioni cliniche sono molto peggiorate, con ittero e accentuata encefalopatia, entrambi segni molto negativi per quanto riguarda la prognosi, mi dicono.
Grazie ancora.
[#4]
Gentile signore,
il fatto che nessun medico "abbia voluto azzardare una stima sul tempo di sopravvivenza" indica che lei si è imbattuto in colleghi che, oltre alla valutazione tecnico-scientifica della malattia, hanno saputo considerare l'aspetto centrale dell'umanità e del rispetto del paziente.
Nessuno di noi infatti può, perchè non ha i poteri della divinità, dichiarare con certezza il tempo di vita rimanente ad un ammalato in condizioni di gravità. Qualora lo si faccia, ci si esprime in termini statistici, che servono nello studio e nel trattamento sempre migliore delle patologie, ma che non hanno senso nel singolo individuo.
Le condizioni di suo padre, come ha già esposto il collega che mi ha preceduto, sono gravi ed un'eventuale ripresa sarebbe, alla luce di quanto espone, improbabile o temporanea. Ciò non ostante l'aspetto da prendere in considerazione è sempre la cura: non volta alla guarigione impossibile, ma a preservare la dignità della persona e la garanzia dell'affetto dei cari.
Cordiali saluti.
il fatto che nessun medico "abbia voluto azzardare una stima sul tempo di sopravvivenza" indica che lei si è imbattuto in colleghi che, oltre alla valutazione tecnico-scientifica della malattia, hanno saputo considerare l'aspetto centrale dell'umanità e del rispetto del paziente.
Nessuno di noi infatti può, perchè non ha i poteri della divinità, dichiarare con certezza il tempo di vita rimanente ad un ammalato in condizioni di gravità. Qualora lo si faccia, ci si esprime in termini statistici, che servono nello studio e nel trattamento sempre migliore delle patologie, ma che non hanno senso nel singolo individuo.
Le condizioni di suo padre, come ha già esposto il collega che mi ha preceduto, sono gravi ed un'eventuale ripresa sarebbe, alla luce di quanto espone, improbabile o temporanea. Ciò non ostante l'aspetto da prendere in considerazione è sempre la cura: non volta alla guarigione impossibile, ma a preservare la dignità della persona e la garanzia dell'affetto dei cari.
Cordiali saluti.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7.5k visite dal 12/05/2008.
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