Colon irritabile in seguito a cura ormonale
Gentili Dottori,
ho 29 anni (54kg per 1,67m) e sono vegana da 3 anni; dopo 19 anni di attività sportiva, ho interrotto da 3 anni e conduco uno stile di vita sedentario. Sono intollerante al lattosio e da poco ho scoperto di essere allergica anche alla pesca (proteina rPru p 3), al gambero, all'assenzio selvatico, agli arachidi e alla soia.
Dopo diverse gastroscopie, colonscopie e ecografie, mi è stata diagnosticata la sindrome del colon irritabile che per parecchi anni ho tenuto a bada assumendo periodicamente fermenti lattici e levosulpiride (Levopraid), fino ad arrivare a una vera e propria dipendenza da quest'ultimo.
In seguito a un consulto con un gastroenterologo, mi è stato proibito di continuare ad assumere il Levopraid in quanto deleterio per il ciclo mestruale, e mi è stato consigliato di sostituirlo con un antispastico (Spasmomen) per i crampi, un antidiarroico (Rifacol) e il Mylicongas per il gonfiore addominale. Negli ultimi anni ho imparato a gestire i sintomi, evitando i cibi che mi scatenavano le crisi e aiutandomi con tisane e rimedi naturali, pur non facendo a meno delle medicine sopracitate.
Due anni fa sono stata operata inoltre per una ragade anale: ho avuto un percorso post-operatorio lungo e abbastanza traumatico, con dolori lancinanti che son passati solo con l'assunzione di oppiacei, per poi ritrovarmi alla fine con una fistola (attualmente asintomatica) che mi trascino ancora oggi.
Altra piccola premessa: ho sempre avuto mestruazioni irregolari e per ovviare a questo problema ho fatto uso di pillole e cerotti anticoncezionali per circa 13 anni. Ho l'utero retroverso-flesso e policistico, mi capita molto spesso di avere infezioni tipo candida e vulvovaginiti che, nonostante le cure e gli accorgimenti esterni, si ripresentano sempre con estrema facilità.
Quest'anno ho interrotto l'uso del cerotto e sono rimasta senza ciclo per ben 8 mesi; la ginecologa mi ha prescritto una cura di 10 giorni con un farmaco a base di nomegestrolo acetato (Lutenyl), e qui arriviamo al problema principale: il ciclo è arrivato, ma ha portato con sé tutta una serie di problemi gastrointestinali che non mi danno pace da ormai più di due settimane. Addome teso e dolorante al tatto, crampi, difficoltà ad andare di corpo (alternata talvolta a diarrea) e un fastidiosissimo senso di gonfiore continuo, a prescindere da quel che mangio. La ginecologa mi ha consigliato di assumere del magnesio e lo Spasmomen per i crampi, con risultati scarsissimi (e mi ha anche detto che dovrò riprendere il Lutenyl per altri 10 giorni per poi ricominciare a utilizzare il cerotto). Il medico di base invece mi ha prescritto la vecchia "cura" del Levopraid e del Rifacol.
Considerato che non riesco a mangiare nulla senza stare male, e trovo contraddittorio assumere un farmaco che mi crea turbe del ciclo mestruale, dal momento che devo risolvere il problema dell'amenorrea, vorrei chiederVi, se possibile, qualche consiglio in merito.
Ringrazio anticipatamente.
Saluti.
ho 29 anni (54kg per 1,67m) e sono vegana da 3 anni; dopo 19 anni di attività sportiva, ho interrotto da 3 anni e conduco uno stile di vita sedentario. Sono intollerante al lattosio e da poco ho scoperto di essere allergica anche alla pesca (proteina rPru p 3), al gambero, all'assenzio selvatico, agli arachidi e alla soia.
Dopo diverse gastroscopie, colonscopie e ecografie, mi è stata diagnosticata la sindrome del colon irritabile che per parecchi anni ho tenuto a bada assumendo periodicamente fermenti lattici e levosulpiride (Levopraid), fino ad arrivare a una vera e propria dipendenza da quest'ultimo.
In seguito a un consulto con un gastroenterologo, mi è stato proibito di continuare ad assumere il Levopraid in quanto deleterio per il ciclo mestruale, e mi è stato consigliato di sostituirlo con un antispastico (Spasmomen) per i crampi, un antidiarroico (Rifacol) e il Mylicongas per il gonfiore addominale. Negli ultimi anni ho imparato a gestire i sintomi, evitando i cibi che mi scatenavano le crisi e aiutandomi con tisane e rimedi naturali, pur non facendo a meno delle medicine sopracitate.
Due anni fa sono stata operata inoltre per una ragade anale: ho avuto un percorso post-operatorio lungo e abbastanza traumatico, con dolori lancinanti che son passati solo con l'assunzione di oppiacei, per poi ritrovarmi alla fine con una fistola (attualmente asintomatica) che mi trascino ancora oggi.
Altra piccola premessa: ho sempre avuto mestruazioni irregolari e per ovviare a questo problema ho fatto uso di pillole e cerotti anticoncezionali per circa 13 anni. Ho l'utero retroverso-flesso e policistico, mi capita molto spesso di avere infezioni tipo candida e vulvovaginiti che, nonostante le cure e gli accorgimenti esterni, si ripresentano sempre con estrema facilità.
Quest'anno ho interrotto l'uso del cerotto e sono rimasta senza ciclo per ben 8 mesi; la ginecologa mi ha prescritto una cura di 10 giorni con un farmaco a base di nomegestrolo acetato (Lutenyl), e qui arriviamo al problema principale: il ciclo è arrivato, ma ha portato con sé tutta una serie di problemi gastrointestinali che non mi danno pace da ormai più di due settimane. Addome teso e dolorante al tatto, crampi, difficoltà ad andare di corpo (alternata talvolta a diarrea) e un fastidiosissimo senso di gonfiore continuo, a prescindere da quel che mangio. La ginecologa mi ha consigliato di assumere del magnesio e lo Spasmomen per i crampi, con risultati scarsissimi (e mi ha anche detto che dovrò riprendere il Lutenyl per altri 10 giorni per poi ricominciare a utilizzare il cerotto). Il medico di base invece mi ha prescritto la vecchia "cura" del Levopraid e del Rifacol.
Considerato che non riesco a mangiare nulla senza stare male, e trovo contraddittorio assumere un farmaco che mi crea turbe del ciclo mestruale, dal momento che devo risolvere il problema dell'amenorrea, vorrei chiederVi, se possibile, qualche consiglio in merito.
Ringrazio anticipatamente.
Saluti.
[#1]
Gentile signora,
la situazione clinica descritta evidenzia la priorità della terapia ginecologica su quella rivolta all'apparato gastroenterico..
L'aspetto intestinale può essere gestito al momento con terapia sintomatica antispastica (ottilonio o un altro farmaco come floroglucina o rociverina) coadiuvata da un tensioattivo (simeticone) o carminativo (tisana di semi di finocchio). La levosulpiride non appare indicata, ancor meno lo è la rifaximina.
Se la sintomatologia dolorosa non si attenua e la sua ginecologa è d'accordo è possibile utilizzare analgesici e/o antiprostaglandinici prima di intraprendere nuovamente la terapia estroprogestinica.
Cordiali saluti.
la situazione clinica descritta evidenzia la priorità della terapia ginecologica su quella rivolta all'apparato gastroenterico..
L'aspetto intestinale può essere gestito al momento con terapia sintomatica antispastica (ottilonio o un altro farmaco come floroglucina o rociverina) coadiuvata da un tensioattivo (simeticone) o carminativo (tisana di semi di finocchio). La levosulpiride non appare indicata, ancor meno lo è la rifaximina.
Se la sintomatologia dolorosa non si attenua e la sua ginecologa è d'accordo è possibile utilizzare analgesici e/o antiprostaglandinici prima di intraprendere nuovamente la terapia estroprogestinica.
Cordiali saluti.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.2k visite dal 05/12/2012.
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Approfondimento su Colon irritabile
Il colon irritabile (o sindrome dell'intestino irritabile) è un disturbo funzionale che provoca dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo: cause, cure e rimedi.