Presunto morbo di crohn
Salve,
Vi scrivo in cerca di indicazioni che possano chiarirmi almeno in parte qualche dubbio a riguardo di alcune diagnosi con le quali è stato definito il quadro clinico della mia ragazza. Lei è una ragazza di 21 anni, dall'infanzia soffre di problemi intestinali, che le causano forti dolori, specie dopo i pasti, sopratutto se questi non sono "leggeri" per l'intestino...dai fritti all'alcool, soffre di stitichezza, in bagno penso che vada in media una volta ogni tre giorni e quando ci và, almeno a detta sua, sembra defecare parzialmente, inoltre i lassativi sembrano non aiutarla, anche in occassioni di rettoscopie ha avuto problemi e ha "gonfiore di pancia", probabile conseguenza della stitichezza. In età adolescenziale, ha passato parecchi mesi in ospedale tra terapie ed esami...ora, per quanto questo problema non sia altamente invalidante a mio parere è del tutto patologico sopratutto se influisce su aspetti della vita che vanno dalla qualità del sonno al dover limitare la propria attività sociale a causa di dolori improvvisi, anche se lei abbituatasi a questo stile di vita che la caratterizza dall'infanzia sembra essersi rassegnata a questa condizione. Ora, il problema più grande, al di là dell'essersi rassegnati è l'avere una diagnaso certa, almeno per sapere con quale nemico si deve convivere. La prima diagnosi, fù una sorta di "forma rara di morbo di crohn" che interessava il colon...dopo mesi di ospedale e averla imbottita di farmaci il tutto è rimasto invariato. Anche se da quello che ricorda, l'uso di antinfiammatori specifici gli ha consentito di vivere qualche anno un pò più tranquillo. Dopo di chè altri gastroenterologi che l'hanno visitata nel tempo hanno sparato diagnosi generiche, che andavano dai problemi psicologici fino all'ultimo, che l'ha visitata la settimana scorsa, che ha diagnosticato una sorta di tratto intestinale irritabile associato a stitichezza cronica escludendo del tutto un morbo di crohn. Ora, capisco che non possiate darmi diagnosi o certezze, ma se possibile vorrei sapere in che modo una malattia in forma cronica o per lo meno che si presenta già dall'infanzia (diciamo, almeno scuole elementari) e che si protae nel tempo, può essere dovuta a problemi psicologici? Per quanto oggi i bambini possano essere sottoposti a ansie maggiori rispetto al passato, non penso che una ragazzina di 7 anni abbia tutto questo stress da creargli problemi del genere, anche oggi che frequenta l'università, non mi sembra rapportarsi emotivamente con ciò che la circonda. Ma la cosa più importante è: non capisco come si facciano a dare diagnasi così discordanti, il morbo di crohn è una malattia autoimmune o sbaglio? con tutti gli esami di cui la medicina moderna fà uso, non si può differenziare una malattia autoimmune da un infiammazione provocata da eventuali agenti esterni? sò che i dati forniti non sono sufficienti, ma qualsiasi indicazione che potrebbe chiarirmi le idee sarebbe utile. ringrazio per la disponibilità.
Saluti
Vi scrivo in cerca di indicazioni che possano chiarirmi almeno in parte qualche dubbio a riguardo di alcune diagnosi con le quali è stato definito il quadro clinico della mia ragazza. Lei è una ragazza di 21 anni, dall'infanzia soffre di problemi intestinali, che le causano forti dolori, specie dopo i pasti, sopratutto se questi non sono "leggeri" per l'intestino...dai fritti all'alcool, soffre di stitichezza, in bagno penso che vada in media una volta ogni tre giorni e quando ci và, almeno a detta sua, sembra defecare parzialmente, inoltre i lassativi sembrano non aiutarla, anche in occassioni di rettoscopie ha avuto problemi e ha "gonfiore di pancia", probabile conseguenza della stitichezza. In età adolescenziale, ha passato parecchi mesi in ospedale tra terapie ed esami...ora, per quanto questo problema non sia altamente invalidante a mio parere è del tutto patologico sopratutto se influisce su aspetti della vita che vanno dalla qualità del sonno al dover limitare la propria attività sociale a causa di dolori improvvisi, anche se lei abbituatasi a questo stile di vita che la caratterizza dall'infanzia sembra essersi rassegnata a questa condizione. Ora, il problema più grande, al di là dell'essersi rassegnati è l'avere una diagnaso certa, almeno per sapere con quale nemico si deve convivere. La prima diagnosi, fù una sorta di "forma rara di morbo di crohn" che interessava il colon...dopo mesi di ospedale e averla imbottita di farmaci il tutto è rimasto invariato. Anche se da quello che ricorda, l'uso di antinfiammatori specifici gli ha consentito di vivere qualche anno un pò più tranquillo. Dopo di chè altri gastroenterologi che l'hanno visitata nel tempo hanno sparato diagnosi generiche, che andavano dai problemi psicologici fino all'ultimo, che l'ha visitata la settimana scorsa, che ha diagnosticato una sorta di tratto intestinale irritabile associato a stitichezza cronica escludendo del tutto un morbo di crohn. Ora, capisco che non possiate darmi diagnosi o certezze, ma se possibile vorrei sapere in che modo una malattia in forma cronica o per lo meno che si presenta già dall'infanzia (diciamo, almeno scuole elementari) e che si protae nel tempo, può essere dovuta a problemi psicologici? Per quanto oggi i bambini possano essere sottoposti a ansie maggiori rispetto al passato, non penso che una ragazzina di 7 anni abbia tutto questo stress da creargli problemi del genere, anche oggi che frequenta l'università, non mi sembra rapportarsi emotivamente con ciò che la circonda. Ma la cosa più importante è: non capisco come si facciano a dare diagnasi così discordanti, il morbo di crohn è una malattia autoimmune o sbaglio? con tutti gli esami di cui la medicina moderna fà uso, non si può differenziare una malattia autoimmune da un infiammazione provocata da eventuali agenti esterni? sò che i dati forniti non sono sufficienti, ma qualsiasi indicazione che potrebbe chiarirmi le idee sarebbe utile. ringrazio per la disponibilità.
Saluti
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I sintomi che riferisce sono riferibili a diverse patologie, piu' compatibili con il colon irritabile che con il morbo di Crohn la cui causa è sconosciuta.
La colonscopia con biopsie in genere permette di porre una diagnosi certa anche se resta un piccolo numero di coliti cosiddette indeterminate dove il quadro istologico non è dirimente.
Ulteriori considerazioni specifiche possono venire fatte da chi la segue personalmente.
Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 15/09/2012.
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