Il crohn colpisce ancora
Gentili medici,
premesso che ho piena fiducia nel vostro collega gastroenterologo che mi sta seguendo presso il locale nosocomio di Siracusa, e premesso che sono pienamente cosciente del fatto che questo servizio non serve ad effettuare diagnosi o a prescrivere terapie on-line ( assolutamente impossibile), non posso tuttavia fare a meno di esternare i miei dubbi circa il decorso della malattia che, due anni or sono, ho scoperto di avere. Nonostante la cura che mi è stata prescritta ( il classico mix di mesalazina, cortisone, fermenti lattici,ecc) non vedo alcun segno di miglioramento, anzi, recentemente lo specialista ha cambiato completamente la terapia prescrivendomi nuovi farmaci e nuovi preparati a base di cortisone, ma non c'è alcun miglioramento, anzi va sempre peggio. Con molta frequenza, anche 7-8 volte al mese, ho episodi ricorrenti di febbre, inappetenza, debolezza, vomito,ecc.
Ma è normale che accada tutto ciò? Il medico sostiene che il decorso della malattia è questo e che poco o nulla si possa fare, ma io non ne sono pienamente convinto; è possibile che non esista una terapia capace di indurre il mio povero intestino malato ad una remissione piena o semipiena che mi garantisca un periodo di tranquillità? Se sto sempre così male cosa significa? E' il caso di far fare una valutazione da un secondo gastroenterologo ( mio nipote che vive in Liguria vorrebbe portarmi al reparto di Gastroenterologia del San Martino di Genova, o al Santa Corona di Pietra Ligure, dove si dice che vi siano ottimi gastroenterelogi). Ma a parte questo discorso ancillare, è il caso di preoccuparsi? E' perchè il medico che mi segue mi ha detto che l'unica terapia possibile è questa e che il farmaco biologico di cui tanto si parla è roba da pazzi, sostenendo che equivale ad una chemioterapia e che è una cura pericolosa? Infine: il fatto che abbia sempre dei dolori ai reni, capaci quasi di preconizzare l'avviso della solita crisi dovuta al crohn, può voler dire qualcosa? Grazie infinite ai medici che mi risponderanno.
premesso che ho piena fiducia nel vostro collega gastroenterologo che mi sta seguendo presso il locale nosocomio di Siracusa, e premesso che sono pienamente cosciente del fatto che questo servizio non serve ad effettuare diagnosi o a prescrivere terapie on-line ( assolutamente impossibile), non posso tuttavia fare a meno di esternare i miei dubbi circa il decorso della malattia che, due anni or sono, ho scoperto di avere. Nonostante la cura che mi è stata prescritta ( il classico mix di mesalazina, cortisone, fermenti lattici,ecc) non vedo alcun segno di miglioramento, anzi, recentemente lo specialista ha cambiato completamente la terapia prescrivendomi nuovi farmaci e nuovi preparati a base di cortisone, ma non c'è alcun miglioramento, anzi va sempre peggio. Con molta frequenza, anche 7-8 volte al mese, ho episodi ricorrenti di febbre, inappetenza, debolezza, vomito,ecc.
Ma è normale che accada tutto ciò? Il medico sostiene che il decorso della malattia è questo e che poco o nulla si possa fare, ma io non ne sono pienamente convinto; è possibile che non esista una terapia capace di indurre il mio povero intestino malato ad una remissione piena o semipiena che mi garantisca un periodo di tranquillità? Se sto sempre così male cosa significa? E' il caso di far fare una valutazione da un secondo gastroenterologo ( mio nipote che vive in Liguria vorrebbe portarmi al reparto di Gastroenterologia del San Martino di Genova, o al Santa Corona di Pietra Ligure, dove si dice che vi siano ottimi gastroenterelogi). Ma a parte questo discorso ancillare, è il caso di preoccuparsi? E' perchè il medico che mi segue mi ha detto che l'unica terapia possibile è questa e che il farmaco biologico di cui tanto si parla è roba da pazzi, sostenendo che equivale ad una chemioterapia e che è una cura pericolosa? Infine: il fatto che abbia sempre dei dolori ai reni, capaci quasi di preconizzare l'avviso della solita crisi dovuta al crohn, può voler dire qualcosa? Grazie infinite ai medici che mi risponderanno.
[#1]
Caro Utente,
se la terapia "tradizionale" non riesce a frenare il decorso della sua patologia è opportuno il ricorso ad altre terapie tra cui il farmaco biologico di cui è a conoscenza. La terapia con questo farmaco deve essere eseguita in ambito specialistico e sotto stretto controllo medico.
Cari saluti
Attilio Nicastro
chirurgo - colonproctologo
www.attilionicastro.it
se la terapia "tradizionale" non riesce a frenare il decorso della sua patologia è opportuno il ricorso ad altre terapie tra cui il farmaco biologico di cui è a conoscenza. La terapia con questo farmaco deve essere eseguita in ambito specialistico e sotto stretto controllo medico.
Cari saluti
Attilio Nicastro
chirurgo - colonproctologo
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[#2]
Utente
Caro dottor Nicastro,
la ringrazio molto della risposta. Mi permetto di porle ancora due domande: in primis, è vero come ha sostenuto il medico che mi segue che il farmaco biologico equivale ad una chemioterapia, che è un farmaco super-pericoloso e che è assolutamente sconsigliabile utilizzarlo?
In secundis: le alternative al classico mix di cortisone-gastroprotettivo e mesalazina quali sono?
Ancora grazie
la ringrazio molto della risposta. Mi permetto di porle ancora due domande: in primis, è vero come ha sostenuto il medico che mi segue che il farmaco biologico equivale ad una chemioterapia, che è un farmaco super-pericoloso e che è assolutamente sconsigliabile utilizzarlo?
In secundis: le alternative al classico mix di cortisone-gastroprotettivo e mesalazina quali sono?
Ancora grazie
[#3]
Caro Utente,
tutte le terapie sono chemioterapie, quella in oggetto non è propriamente una chemioterapia oncologica. Il farmaco, come tutti i farmaci, può avere effetti collaterali ed è per tale motivo che deve essere somministrato in regime di ricovero o in stretta sorveglianza medica. L'alternativa alla non efficacia della tradizionale terapia è la chirurgia che nella malattia di Crohn significa rincorrere le complicanze e non la guarigione. La terpia biologica per la malattia di Crohn ha dimostrato una alta percentuale di successo con regressioni totali di malattia a breve termine e vista ml'evidenza non capisco le perplessità di alcuni nel consigliarne l'applicazione.
Cari saluti
Attilio Nicastro
chirurgo - colonproctologo
www.attilionicastro.it
tutte le terapie sono chemioterapie, quella in oggetto non è propriamente una chemioterapia oncologica. Il farmaco, come tutti i farmaci, può avere effetti collaterali ed è per tale motivo che deve essere somministrato in regime di ricovero o in stretta sorveglianza medica. L'alternativa alla non efficacia della tradizionale terapia è la chirurgia che nella malattia di Crohn significa rincorrere le complicanze e non la guarigione. La terpia biologica per la malattia di Crohn ha dimostrato una alta percentuale di successo con regressioni totali di malattia a breve termine e vista ml'evidenza non capisco le perplessità di alcuni nel consigliarne l'applicazione.
Cari saluti
Attilio Nicastro
chirurgo - colonproctologo
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.9k visite dal 18/03/2008.
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