Morbo di crohn e depressione

Salve,vi scrivo per chiedere un parere sul Morbo di Crohn. Al mio ragazzo (30 anni) è stato diagnosticato il morbo da un mese, dopo essere stato operato per l'appendicite e dopo un anno di forte dolore all'intestino. Vorrei sapere se la depressione è in qualche modo collegata a questa malattia.Non sò se sia conseguente al dolore oppure se lo abbia provocato.
E' possibile che abbia portato ad una progressiva assenza del desiderio sessuale, alla mancanza di vitalità e socialità?
Il soggetto in questione è una persona molto solitaria per natura ma nell'ultimo anno e mezzo la questione è sempre più seria. Le cure che inizierà da oggi (cortisone) acuiranno il problema? come posso aiutarlo, il suo gastroenterologo (Pisa) non ha minimamente menzionato una cura psicologica.Grazie infinite,Silvia
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 29k 526
Gentile utente,
la consapevolezza di avere una malattia cronica che può anche essere invalidante,
può aver contribuito ad accentuare una personalità come quella da lei descritta.

Circa i cortisonoci le rispondo che sì, possono influire sul tono dell'umore.

Saluti

Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it

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Utente
Utente
Ottimo, quindi la cosa peggiorerà ancora? secondo lei una terapia psicologica affiancata ai farmaci è consigliabile? comunque la consapevolezza ce l'ha da solo un mese non da un anno
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 29k 526
Comprendo cosa mi vuol dire ...
non a caso ho chiaramente parlato di "accentuazione",
su una personalità siffatta preesistente.

Credo non abbia molto senso chiedere <<peggiorerà ancora?>>.

Il supporto psicologico è qualcosa su cui si dovrà riflettere attentamente ed "in loco", magari con il contributo del suo curante, che lo conosce bene.

Cordialmente
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 7.3k 215
Gentile signora,
gli effetti del cortisone sull'umore sono rilevanti in alcuni casi per dosaggi elevati e per lungo periodo, quindi non è il caso di preoccuparsi ora di questo aspetto.

La condizione psicologica attuale non è direttamente collegata alla malattia di Crohn, ma - come evidenziato dal collega che mi ha preceduto - la percezione dello stato di malattia può interferire sull'umore.

In questa situazione è opportuno che vi sia una valutazione dello stato psichico attuale, effettuato da un competente (psicologo o psichiatra) in maniera disgiunta dalla patologia intestinale. In virtù di questa valutazione sarà possibile prendere una decisione appropriata sull'opportunità di una terapia (psicoterapia e/o farmaci) o di un supporto psicologico.
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.