Displasia di alto grado dell'epitelio
Salve,
mio padre ha 70 anni ed effettua con regolarità la gastroscopia.
A settembre la risposta dell'esame condotto da un primo gastroenterologo era: stomaco resecato (operato 30 anni fa) con area di flogosi del moncone della grande curva su cui si praticano biopsie.
La risposta della biopsia era: frammenti di mucosa gastrica con displasia di alto grado dell'epitelio.
Il medico di base gli ha consigliato di ripetere entro 6 mesi la gastroscopia.
A gennaio, dopo 4 mesi, ha ripetuto l'esame con un secondo gastroenterologo e la risposta è stata: a livello dell'anastomosi si evidenzia lesione vegetante di 3-4 cm che interessa entrambi i versanti dell'anastomosi, facilmente sanguinante. Allo studio EUS con miniprobe da 20 Mhz si osserva un ispessimento della parte con scomparsa della normale successione degli strati di parete. Istologia: lesione.
Ancora non abbiamo le risposte della biopsia, dovrebbero arrivare fra una settimana, ma ci hanno già consigliato una gastrectomia totale.
L'ultimo gastroenterologo che ha fatto l'esame ci ha detto che se la situazione non fosse stata così avanzata avrebbe potuto intervenire con un'operazione credo chiamata EMR, cioè avrebbe tolto la parte malata durante l'esame, senza bisogno di intervento chirurgico, che ormai invece sembra l'unica soluzione.
Le chiedo un parere:
questa operazione EMR molto più semplice di quella chirurgica, non poteva essere fatta già a settembre?
il successivo controllo o l'operazione non dovevano essere consigliati prima di aspettare questa degenerazione della displasia?
oramai, se come tutti temono la biopsia sarà positiva, la gastrectomia totale è veramente la soluzione migliore oppure esistono alternative?
dalla risposta della gastroscopia, potremmo essere in una fase iniziale in cui con la gastrectomia si risolve veramente il problema, oppure si è già in una fase avanzata?
inoltre per l'intervento ci è stato consigliato un reparto di chirurgia generale, è adatto per questo tipo di problema?
non sarebbe meglio un reparto di chirurgia specializzata?
esistono in Italia centri all'avanguardia in questo tipo di interventi, ritenuti migliori rispetto ad altri?
Vi ringrazio infinitamente per la disponibilità, per le risposte che potrete darmi e per il servizio pubblico che state svolgendo!
mio padre ha 70 anni ed effettua con regolarità la gastroscopia.
A settembre la risposta dell'esame condotto da un primo gastroenterologo era: stomaco resecato (operato 30 anni fa) con area di flogosi del moncone della grande curva su cui si praticano biopsie.
La risposta della biopsia era: frammenti di mucosa gastrica con displasia di alto grado dell'epitelio.
Il medico di base gli ha consigliato di ripetere entro 6 mesi la gastroscopia.
A gennaio, dopo 4 mesi, ha ripetuto l'esame con un secondo gastroenterologo e la risposta è stata: a livello dell'anastomosi si evidenzia lesione vegetante di 3-4 cm che interessa entrambi i versanti dell'anastomosi, facilmente sanguinante. Allo studio EUS con miniprobe da 20 Mhz si osserva un ispessimento della parte con scomparsa della normale successione degli strati di parete. Istologia: lesione.
Ancora non abbiamo le risposte della biopsia, dovrebbero arrivare fra una settimana, ma ci hanno già consigliato una gastrectomia totale.
L'ultimo gastroenterologo che ha fatto l'esame ci ha detto che se la situazione non fosse stata così avanzata avrebbe potuto intervenire con un'operazione credo chiamata EMR, cioè avrebbe tolto la parte malata durante l'esame, senza bisogno di intervento chirurgico, che ormai invece sembra l'unica soluzione.
Le chiedo un parere:
questa operazione EMR molto più semplice di quella chirurgica, non poteva essere fatta già a settembre?
il successivo controllo o l'operazione non dovevano essere consigliati prima di aspettare questa degenerazione della displasia?
oramai, se come tutti temono la biopsia sarà positiva, la gastrectomia totale è veramente la soluzione migliore oppure esistono alternative?
dalla risposta della gastroscopia, potremmo essere in una fase iniziale in cui con la gastrectomia si risolve veramente il problema, oppure si è già in una fase avanzata?
inoltre per l'intervento ci è stato consigliato un reparto di chirurgia generale, è adatto per questo tipo di problema?
non sarebbe meglio un reparto di chirurgia specializzata?
esistono in Italia centri all'avanguardia in questo tipo di interventi, ritenuti migliori rispetto ad altri?
Vi ringrazio infinitamente per la disponibilità, per le risposte che potrete darmi e per il servizio pubblico che state svolgendo!
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>> L'ultimo gastroenterologo che ha fatto l'esame ci ha detto che se la situazione non fosse stata così avanzata avrebbe potuto intervenire con un'operazione credo chiamata EMR, cioè avrebbe tolto la parte malata durante l'esame, senza bisogno di intervento chirurgico, che ormai invece sembra l'unica soluzione <<
Gentilissimo,
concordo con quanto ha detto il gastroenterologo. La lesione è avanzata è l'intervento di scelta la la rimozione completa dello stomaco. Credo molto improbabile che in 4 mesi la lesione sia potuta avanzare così notevolmente. Evidentemente il prelievo bioptico nell'endoscopia precedente era catuto su zona displastica e non francamente tumorale e le caratteristiche macroscopice della lesione non facevano intuire le caratteristiche di malignità.
L'intervento può essere eseguito presso un centro di chirurgia di buon livello e non vi sono centri specializzati per tale tipo d'intervento che è considerato di un livello medio di difficoltà.
Solo dopo l'asportazione dello stomaco e dei linfonodi loco-regionali è possibile dire qual'è la reale estensione della lesione. Credo che prima dell'intervento sarà eseguita una TAC che potrà dare informazioni aggiuntive sull'estensione della malattia. Ovviamente si può ben sperare che la lesione sia ancora limitata allo strato parietale dello stomaco.
Ci aggiorni sulle fasi successive.
Cordialmente
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore,
grazie per la precedente risposta.
Purtroppo mio padre non riesce a riprendersi dalla gastrectomia totale.
Non riesce a mangiare a causa di una persistente disfagia.
Il 24 gennaio la biopsia endoscopica ha come diagnosi mucosa gastrica iperplastica infiltrata da adenocarcinoma.
Il 7 febbraio è sottoposto ad intervento chirurgico di degastro-gastrectomia totale (in gastro resecato).
Essendo già malato di arteriopatia e di BPCO, purtroppo il decorso post-operatorio è stato difficile e si è caratterizzato per una flogosi diffusa polmonare con versamento pleurico bilaterale.
Il 20 febbraio c'è stata un'ulteriore complicazione con deiscenza completa della sutura della parete con eviscerazione e ulteriore intervento chirurgico di sintesi della laparotomia.
Il 7 marzo finalmente può tornare a casa. Il foglio di uscita dall'ospedale dice: condizioni generali soddisfacenti, si alimenta ed è canalizzato regolarmente.
La diagnosi microscopica dice: adenocarcinoma gastrico di tipo intestinale infiltrante a tutto spessore la parete gastrica fino alla sierosa. I margini chirurgici e la restante mucosa gastrica sono indenni da lesioni neoplastiche. Sono presenti 6 linfonodi, 4 dei quali sono sede di metastasi. Margine esofageo indenne da lesioni neoplastiche.
Ad aprile non riesce più a mangiare, vomita ripetutamente.
Il 14 aprile l'esame dice: riduzione del lume a livello dell'anastomosi esofago-digiunale.
A causa di questa disfagia mio padre inizia le sedute mensili di dilatazione esogafea.
3 sedute: aprile, maggio e giugno.
Ogni volta la risposta è sempre la stessa: stenosi fibrotica dell'anastomosi esofago digiunale non superabile dallo strumento. Si procede a dilatazione pneumatica con catetere pneumatico da 48 Fr, che permette il passaggio dello strumento a valle.
Purtroppo riesce a mangiare poco-solido e liquidi per 2 settimane, poi ricomincia la disfagia.
Dopo l'ultima dilatazione il dottore ci ha detto che non è il caso di continuare, che è meglio ri-sentire il chirurgo per una soluzione alternativa: nuova operazione o altri metodi di nutrizione.
Secondo i dottori non è il caso nemmeno di procedere con uno "stelt" fisso, lo sconsigliano.
Mio padre purtroppo per l'arteriopatia è già stato operato altre 5 volte, quindi il chirurgo ha detto che non è più operabile, anche viste le condizioni fisiche.
Quando è entrato all'inizio dell'anno in ospedale già era dimagrito e pesava 45 Kg.
All'uscita dall'ospedale ne pesava 40. Oggi ne pesa 38, sta perdendo 1 Kg al mese.
Ci può dare un consiglio per far riprendere un'alimentazione dignitosa a mio padre?
Il chirurgo ci ha consigliato una nutrizione parenterale.
Però ho saputo che prima di arrivare a questa soluzione, potrebbero essercene altre intermedie e meno rischiose, è vero?
Potrebbe fare una Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG)?
Oppure una digiunostomia?
Oppure qualsiasi altra soluzione meno invasiva e meno rischiosa, per verificare se riesce a riguadagnare peso o forze, prima di procedere alla nutrizione parenterale?
Di nuovo, Vi ringrazio infinitamente per la disponibilità, per le risposte che potrete darmi e per il servizio pubblico che state svolgendo!
grazie per la precedente risposta.
Purtroppo mio padre non riesce a riprendersi dalla gastrectomia totale.
Non riesce a mangiare a causa di una persistente disfagia.
Il 24 gennaio la biopsia endoscopica ha come diagnosi mucosa gastrica iperplastica infiltrata da adenocarcinoma.
Il 7 febbraio è sottoposto ad intervento chirurgico di degastro-gastrectomia totale (in gastro resecato).
Essendo già malato di arteriopatia e di BPCO, purtroppo il decorso post-operatorio è stato difficile e si è caratterizzato per una flogosi diffusa polmonare con versamento pleurico bilaterale.
Il 20 febbraio c'è stata un'ulteriore complicazione con deiscenza completa della sutura della parete con eviscerazione e ulteriore intervento chirurgico di sintesi della laparotomia.
Il 7 marzo finalmente può tornare a casa. Il foglio di uscita dall'ospedale dice: condizioni generali soddisfacenti, si alimenta ed è canalizzato regolarmente.
La diagnosi microscopica dice: adenocarcinoma gastrico di tipo intestinale infiltrante a tutto spessore la parete gastrica fino alla sierosa. I margini chirurgici e la restante mucosa gastrica sono indenni da lesioni neoplastiche. Sono presenti 6 linfonodi, 4 dei quali sono sede di metastasi. Margine esofageo indenne da lesioni neoplastiche.
Ad aprile non riesce più a mangiare, vomita ripetutamente.
Il 14 aprile l'esame dice: riduzione del lume a livello dell'anastomosi esofago-digiunale.
A causa di questa disfagia mio padre inizia le sedute mensili di dilatazione esogafea.
3 sedute: aprile, maggio e giugno.
Ogni volta la risposta è sempre la stessa: stenosi fibrotica dell'anastomosi esofago digiunale non superabile dallo strumento. Si procede a dilatazione pneumatica con catetere pneumatico da 48 Fr, che permette il passaggio dello strumento a valle.
Purtroppo riesce a mangiare poco-solido e liquidi per 2 settimane, poi ricomincia la disfagia.
Dopo l'ultima dilatazione il dottore ci ha detto che non è il caso di continuare, che è meglio ri-sentire il chirurgo per una soluzione alternativa: nuova operazione o altri metodi di nutrizione.
Secondo i dottori non è il caso nemmeno di procedere con uno "stelt" fisso, lo sconsigliano.
Mio padre purtroppo per l'arteriopatia è già stato operato altre 5 volte, quindi il chirurgo ha detto che non è più operabile, anche viste le condizioni fisiche.
Quando è entrato all'inizio dell'anno in ospedale già era dimagrito e pesava 45 Kg.
All'uscita dall'ospedale ne pesava 40. Oggi ne pesa 38, sta perdendo 1 Kg al mese.
Ci può dare un consiglio per far riprendere un'alimentazione dignitosa a mio padre?
Il chirurgo ci ha consigliato una nutrizione parenterale.
Però ho saputo che prima di arrivare a questa soluzione, potrebbero essercene altre intermedie e meno rischiose, è vero?
Potrebbe fare una Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG)?
Oppure una digiunostomia?
Oppure qualsiasi altra soluzione meno invasiva e meno rischiosa, per verificare se riesce a riguadagnare peso o forze, prima di procedere alla nutrizione parenterale?
Di nuovo, Vi ringrazio infinitamente per la disponibilità, per le risposte che potrete darmi e per il servizio pubblico che state svolgendo!
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Gentilissimo,
le ho già risposto nel nuovo consulto che ha aperto in data odierna:
https://www.medicitalia.it/consulti/gastroenterologia-e-endoscopia-digestiva/290241-disfagia-successiva-a-gastrectomia-totale.html
Riporto la risposta, ma sarebbe utile chiudere uno dei due consulti..
>> Accanto agli stent metallici fissi ci sono le protesi in plastica auto espansibili che vengono utilizzate per le stenosi cicatriziali ( benigne) recidivanti e posizionate endoscopicamente.Tali protesi vengono mantenute in sede per 4-16 settimane e poi rimosse. Ovviamente bisogna studiare bene con un transito esofageo con mezzo di contrasto le caratteristiche della stenosi. Valuti la possibilità di trovare un Centro in zona che abbia esperienza nel settore o chieda ai chirurghI o agli endoscopistii se possono darle qualche indicazione. <<
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 8.6k visite dal 19/01/2012.
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