Ernia Iatale, esofagite grado A

Buongiorno Dottori, avevo sempre sintomi di reflusso, il medico mi aveva prescritto una cura, pantorc da 40 mg (i primi 10 giorni del mese), + motilium prima dei pasti principali+ gaviscon dopo pasti principali.
Dopo circa 1 anno di cura feci una gastroscopia anche perchè avevo sempre i fastidi legati la reflusso gastroesofageo e la diagnosi fu:
Esofagite di grado A. Ernia iatale da scivolamento. Gastropatia congestia.

Venne trovato anche l'helicobacter pilory che ho debellato.
Premetto che sono una persona molto ansiosa e sicuramente questo gioca una parte importantissima nella MRGE.Non trovavo giovamento da questa cura, quindi decisi di cambiare medico e cura.
Il nuovo gastroenterologo mi aveva prescritto una cura che si si basa su Pantorc 40mg la mattina (tutti i giorni prima di fare colazione)+ debridat(al bisogno)+ gaviscon advance(dopo i pasti).Mi è stato prescritto anche il Deursil 450 perchè dopo il test colecistocinetico, l'eiezione della colecisti era del 5%.

Sono circa 1 anno e mezzo che faccio questa cura, mi trovo molto bene, faccio piccoli pasti frequenti e seguo tutte le regole comuni contro il reflusso. Piano piano mi acoorgo di migliorare (minori fastidi, ecc..)
La mia domanda è questa. Io comunque sto meglio rispetto a 2 anni fa,un giorno vorrei non prendere più questi medicinali, il mio gastroenterologo mi ha detto che piano piano veniva diminuita la dose, e con il tempo addirittura, se stavo bene, anche non prendere più il medicinale.
Il mio dubbio è questo, visto che questi medicinali agiscono solo sull'acido e non sul problema che causa la risalita dell'acido, visto che il reflusso mi ha causato un'esofagite di grado A, nel caso non usassi più medicinali come il Pantorc, l'esofagite tornerebbe per forza o anzi peggiorebbe? (ho letto dell'esofago di barrett e questo mi spaventa).Non riesco a capire proprio questo punto, in che modo una cura continuativa di Ipp fa si che ad un certo punto il paziente non abbia più bisogno del medicinale?
Vi ringrazio
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Non necessariamente, alla sospensione della terapia la secrezione acida puo' essere nei limiti e il reflusso non essere un problema. A volte pero' è necessario proseguire con la terapia in modo continuativo e questo va valutato a posteriori nel singolo paziente.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Ma quindi, una persona come me che ha un'ernia iatale, e comunque dalla gastroscopia si evidenziava un'esofagite di grado A, sarà sempre costretta a usare l' ipp per prevenire l'esofago di Barrett (cosa che mi spaventa molto),o ad un certo punto l'organismo "si abitua" anche senza l'ipp?
Non riesco proprio a capire questo,sospendendo il farmaco,la situazione dovrebbe ritornare simile, visto che comunque il farmaco non agisce proprio sul problema dell'ernia iatale,con conseguente rischio per la mucosa esofagea di peggiorare, oppure non è cosi?
Io ho solo 23 anni e usare l'ipp a vita è una cosa che mi spaventa molto.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Assolutamente no.La maggior parte dei pazienti, finito il ciclo di terapia, guarisce e non richiede ulteriori trattamenti.L' ernia iatale, di per se, se non associata a esofagite, non richiede alcun trattamento al di fuori di situazioni molto particolari.
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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Quindi un paziente come me (con MRGE,ernia Iatale ed esofagite),terminata la terapia, per quale motivo guarisce? cioè la cura prolungata di Ipp fa si che anche quando si termina, l'organismo non darà più sintomi della MRGE, perchè "si abitua a produrre meno acidi",o per altri motivi, come mai l'organismo potrebbe non avere più bisogno degli Ipp?
Scusi l'insistenza, però su internet, a volte leggo opinioni catastrofiste di persone che non sono neanche medici,quindi preferisco sciogliere tutti questi dubbi con uno specialista come lei, perchè comunque ho sempre avuto la paura di non uscirne da questa malattia.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
Certo, comprendo le sue perplessità che pero' non credo debbano essee motivo di paura.Il meccanismo che lei descrive è cio' che abitualmente succede.
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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
La ringrazio Dottore,sono 2 anni che non faccio una gastroscopia, volevo sapere se bisogna farla ogni anno, o comunque visto che sto meglio facendo la cura e i sintomi stanno regredendo,non c'è bisogno?
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 672
In linea d massima no ma va stabilito da chi la segue personalmente.
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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Leggendo su Internet mi hanno preoccupato certe notizie sul rischio di un'evoluzione delle esofagiti in esofago di Barrett.In quali casi veramente può esserci un rischio? Perchè comunque la mia paura è quella che senza accorgermi,anche quando non mi serviranno più medicinali (lo spero), piano piano, anche se non accuserò grossi fastidi anche seguendo certe regole igieniche, ci possa essere sempre il rischio dell'Esofago di Barrett.
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