Fango colicisti (durante la terapia)
Salve,
La mia disavventura inizia con coliche nella zona addominale in particolare sulla dx, dolente al tatto, diagnosticato al P.S. di zona come sospetta colicisti e controllo tramite ecografica addominale + analisi.
Nuove coliche e nuovo controllo ad altro P.S. con eco addome hanno diagnosticato fango biliare in colicisti.
Terapia prescritta cletus (1 al di a digiuno), vaginel (2 al di ai pasti per 5gg), deursil 300mg (1 al di dopo pasto per 1 mese).
Controllo eco addome dopo un mese.
Ora sto facendo la cura completa da circa 7 giorni ed ovviamente senza rischiare più sono a ferrea dieta in bianco.
Il problema che mi sta preoccupando è che da qualche giorno (nei primi giorni della cura nessun problema dunque), ho dei "leggeri" dolori nella stessa parte dove avevo le coliche originali che si protraggono nella zona dei reni dietro la schiena. Preciso che si tratta di dolori sopportabili ma essendo frequenti per gran parte della giornata sono anche molto fastidiosi. Scompaiono con Oki o antinfiammatorio comune ma è chiaro che non posso andare avanti di questo visto che sono ormai giornalieri.
Volevo cortesemente chiedere: Si tratta per caso dell'azione di deursil che sta pian piano smuovendo qualcosa e quindi sono normali questi doloretti oppure è il caso che faccia altri controlli?
Grazie mille per il gentile consulto.
La mia disavventura inizia con coliche nella zona addominale in particolare sulla dx, dolente al tatto, diagnosticato al P.S. di zona come sospetta colicisti e controllo tramite ecografica addominale + analisi.
Nuove coliche e nuovo controllo ad altro P.S. con eco addome hanno diagnosticato fango biliare in colicisti.
Terapia prescritta cletus (1 al di a digiuno), vaginel (2 al di ai pasti per 5gg), deursil 300mg (1 al di dopo pasto per 1 mese).
Controllo eco addome dopo un mese.
Ora sto facendo la cura completa da circa 7 giorni ed ovviamente senza rischiare più sono a ferrea dieta in bianco.
Il problema che mi sta preoccupando è che da qualche giorno (nei primi giorni della cura nessun problema dunque), ho dei "leggeri" dolori nella stessa parte dove avevo le coliche originali che si protraggono nella zona dei reni dietro la schiena. Preciso che si tratta di dolori sopportabili ma essendo frequenti per gran parte della giornata sono anche molto fastidiosi. Scompaiono con Oki o antinfiammatorio comune ma è chiaro che non posso andare avanti di questo visto che sono ormai giornalieri.
Volevo cortesemente chiedere: Si tratta per caso dell'azione di deursil che sta pian piano smuovendo qualcosa e quindi sono normali questi doloretti oppure è il caso che faccia altri controlli?
Grazie mille per il gentile consulto.
[#1]
Gentile Signore, la presenza di fango biliare .indica comunque una condizione patologica a carico della colecisti.e pertanto la sintomatologia è legata alla sofferenza dell'organo malato.
La terapia è corretta ,come le precauzioni alimentari,ma non vi può essere certezza assoluta della guarigione .
Indispensabile è il controllo degli esami ematochimici ,in particolare delle amilasi pancreatiche,che indicano complicanze spesso correlate alla patologia biliare.Delle transaminasi e della bilirubina tot e frazionata per verificare le condizioni epatiche. Questi elementi sono ben conosciuti dai medici che l'hanno in cura.
Inoltre effettuerei un eco di controllo per verificare le condizioni dopo la terapia.
Se la sintomatologia persiste consiglio di prendere in considerazione l'ipotesi dell'intervento chirurgico in Videolaparoscopia di colecistectomia ,che rappresenterebbe la risoluzione della patologia e la metterebbe al riparo da complicanze ben piu' temibili.Auguri
La terapia è corretta ,come le precauzioni alimentari,ma non vi può essere certezza assoluta della guarigione .
Indispensabile è il controllo degli esami ematochimici ,in particolare delle amilasi pancreatiche,che indicano complicanze spesso correlate alla patologia biliare.Delle transaminasi e della bilirubina tot e frazionata per verificare le condizioni epatiche. Questi elementi sono ben conosciuti dai medici che l'hanno in cura.
Inoltre effettuerei un eco di controllo per verificare le condizioni dopo la terapia.
Se la sintomatologia persiste consiglio di prendere in considerazione l'ipotesi dell'intervento chirurgico in Videolaparoscopia di colecistectomia ,che rappresenterebbe la risoluzione della patologia e la metterebbe al riparo da complicanze ben piu' temibili.Auguri
dr. Vincenzo Cifarelli
[#2]
Utente
Grazie della risposta.
E' stato piuttosto esaustivo.
Volevo aggiungere che le amilasi in tutte e due i casi di intervento P.S. erano a 125. Nella seconda verifica addirittura il medico ha quasi ignorato questo valora visto che spesso i valori di riferimento si avvicinano a quello riscontrato.
Comunque come da Lei indicato mi è stato consigliata la verifica tramite analisi del valore.
Mi rendo perfettamente conto che non c'è matematica certezza nel risolvere, anzi leggendo in giro ho in effetti capito che spesso le terapie sono lunghe, si parla di mesi.
A quel punto se dopo vari controlli eco il fango non si è sifficientemente dissolto forse è il caso di pensare ad un intervento.
Come uomo prima che medico, immagino che saprà che conviene sempre (o quasi) provare prima la strada terapeutica.
Mi ha colpito però la Sua ultima osservazione, quando dice "la metterebbe al riparo da complicanze ben piu' temibili".
Cosa intende esattamente?
C'è il rischio che l'attuale patologia degerei in qualcos'altro per Sua diretta esperienza clinica?
Grazie ancora
E' stato piuttosto esaustivo.
Volevo aggiungere che le amilasi in tutte e due i casi di intervento P.S. erano a 125. Nella seconda verifica addirittura il medico ha quasi ignorato questo valora visto che spesso i valori di riferimento si avvicinano a quello riscontrato.
Comunque come da Lei indicato mi è stato consigliata la verifica tramite analisi del valore.
Mi rendo perfettamente conto che non c'è matematica certezza nel risolvere, anzi leggendo in giro ho in effetti capito che spesso le terapie sono lunghe, si parla di mesi.
A quel punto se dopo vari controlli eco il fango non si è sifficientemente dissolto forse è il caso di pensare ad un intervento.
Come uomo prima che medico, immagino che saprà che conviene sempre (o quasi) provare prima la strada terapeutica.
Mi ha colpito però la Sua ultima osservazione, quando dice "la metterebbe al riparo da complicanze ben piu' temibili".
Cosa intende esattamente?
C'è il rischio che l'attuale patologia degerei in qualcos'altro per Sua diretta esperienza clinica?
Grazie ancora
[#3]
Le complicanze legate a patologie biliari sono :la pancreatite acuta ,cioè l'infiammazione del pancreas ,organo che produce un succo enzimatico per la digestione dei cibi, che sbocca nel duodeno,nella identica zona dove vi è lo sbocco della via biliare,cioe' la papilla di Vater.
La colecistite acuta ,cioè un infiammazione della colecisti,che richiede terapia con antibiotici per lungo tempo ,talvolta data la sepsi l'intervento in urgenza.
La Colangite,cioè l'infiammazione della via biliare,dovuta al passaggio di quel fango o in altri casi piu' frequenti, di calcoli,che vanno ad ostruire il deflusso della bile in duodeno.
Il protocollo terapeutico dipende dalle condizioni cliniche del paziente .Ed in genere è nettamente preferibile operare in condizioni patologiche stabili dopo ave risolta l'acuzie.
Ma spesso s'interviene anche in urgenza ,se la sepsi peggiora e non vi è risposta alla terapia parenterale.
Comunque Lei faccia i controlli e si affidi al Collega che la sta seguendo,che le dara' indicazioni precise al riguardo.
La colecistite acuta ,cioè un infiammazione della colecisti,che richiede terapia con antibiotici per lungo tempo ,talvolta data la sepsi l'intervento in urgenza.
La Colangite,cioè l'infiammazione della via biliare,dovuta al passaggio di quel fango o in altri casi piu' frequenti, di calcoli,che vanno ad ostruire il deflusso della bile in duodeno.
Il protocollo terapeutico dipende dalle condizioni cliniche del paziente .Ed in genere è nettamente preferibile operare in condizioni patologiche stabili dopo ave risolta l'acuzie.
Ma spesso s'interviene anche in urgenza ,se la sepsi peggiora e non vi è risposta alla terapia parenterale.
Comunque Lei faccia i controlli e si affidi al Collega che la sta seguendo,che le dara' indicazioni precise al riguardo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 20.9k visite dal 04/07/2011.
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