Esofago di barret
Buongiorno. Due anni fa mi è stato diagnosticato l'Esofago di Barret. Premetto che soffro di problemi di stomaco da quando ho 15 anni, probabilmente a causa di un'ernia iatale congenita. Ho 50 anni ed ho ripetuto la gastroscopia due giorni fa, che ha confermato il Barret e parla di 'linguole' che si sono formate vicino al cardias. Mi chiedo, se, data la mia età, non sia il caso di procedere con un intervento di esportazione della parte malata-so che esistono nuove terapie che utilizzano il laser- e di riduzione dell'ernia iatale, invece che attendere la trasformazione in displasia, che, con un po' di pessimismo, comincio a vedere come un fatto ineluttabile. Grazie per il Vostro interessamento
[#1]
Gentilissimo,
è importante prima sapere se "realmente" si tratta di un esofago di Barrett ossia se c'è una diagnosi istologica che attesti tale trasformazione dell'epitelio. Poi bisogna sapere come si distribuisce e le dimensioni dell'epitelio di Barrett. E' stato valutato con eventuali coloranti? E' stata utilizzata una tecnica di magnificazione endoscopica ? E' stata utilizzata la classificazione di Praga per definirne l'estensione ?
Come vede sono tanti gli elementi necessari per capire di cosa stiamo parlando.
Una volta accertata la reale esistenza e le corrette caratteristiche del Barrett allora possiamo parlare di terapia che può essere medica (nel senso del controllo del reflusso e non della sua definitiva risoluzione), endoscopica (asportazione o distruzione del tessuto) o chirurgica (correzione del reflusso o resezione esofagea in presenza di zone diplatiche/neoplastiche).
Con tutto questo non voglio affatto "terrorizzarla", anzi vorrei proprio tranquillizzarla dicendo che spesso si tratta di un falso problema, ma qualora ci trovassimo davvero di fronte ad un Barrett allora ci si ferma un attimo e si discute sulle possibili opzioni di controllo e di trattamento.
Per approfondire può andare sul mio sito www.endoscopiadigestiva.it alle voci "malattie gastrointestinali" ed "atlante immagini" dove affronto in modo più dettagliato la problematica del Barrett (diagnosi e terapia).
Auguri
è importante prima sapere se "realmente" si tratta di un esofago di Barrett ossia se c'è una diagnosi istologica che attesti tale trasformazione dell'epitelio. Poi bisogna sapere come si distribuisce e le dimensioni dell'epitelio di Barrett. E' stato valutato con eventuali coloranti? E' stata utilizzata una tecnica di magnificazione endoscopica ? E' stata utilizzata la classificazione di Praga per definirne l'estensione ?
Come vede sono tanti gli elementi necessari per capire di cosa stiamo parlando.
Una volta accertata la reale esistenza e le corrette caratteristiche del Barrett allora possiamo parlare di terapia che può essere medica (nel senso del controllo del reflusso e non della sua definitiva risoluzione), endoscopica (asportazione o distruzione del tessuto) o chirurgica (correzione del reflusso o resezione esofagea in presenza di zone diplatiche/neoplastiche).
Con tutto questo non voglio affatto "terrorizzarla", anzi vorrei proprio tranquillizzarla dicendo che spesso si tratta di un falso problema, ma qualora ci trovassimo davvero di fronte ad un Barrett allora ci si ferma un attimo e si discute sulle possibili opzioni di controllo e di trattamento.
Per approfondire può andare sul mio sito www.endoscopiadigestiva.it alle voci "malattie gastrointestinali" ed "atlante immagini" dove affronto in modo più dettagliato la problematica del Barrett (diagnosi e terapia).
Auguri
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 02/02/2011.
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