Diagnosi di celiachia
Salve,
ho bisogno di ascoltare un altro parere rispetto a quello del medico dal quale sto in cura perchè poco mi ha convinta. Spiego subito. L'anno scorso ho passato un'estate in felice in quanto ho subito crampi dolorisissimi allo stomaco accompagnati da crampi addominali e dissenteria, così il medico di famiglia mi prescrive una dieta e un disinfettante intestinale. Ma a distanza di due settimane tutto ciò non passa, anzi, la mia pancia sembrava sempre di più un palloncino e la spossatezza aumentava, finchè non mi torna in mente che il Reumatologo, l'anno prima, aveva vaticinato una possibile intolleranza o celiachia, dopo essermi fatta la gastroscopia ( i linfociti dei villi superiori a 25)...Inizio quindi la dieta senza glutine e progressivamente tutto torna normale.Mi rifaccio la gastroscopia a fine ottobre 2009 e dalla biopsia risulta che la situazione corrisponde al grado infiltrativo secondo la classificazione di Marsch. Una settimana fa mi sono recata dal gastroenterologo per avviare la richiesta del buono per celiaci, ma quest'ultimo sostiene che la diagnosi on è sicura e che per due mesi devo iniziare a mangiare normalmente e poi si vedrà. Intanto, io ho iniziato gradualmente a inserire il glutine nella mia dieta e ho bruciori di stomaco e frequenti mal di pancia, oltre al fatto che è ricomparsa una strana dermatite che da quando avevo iniziato a togliere il glutine non mi aveva fatto più compagnia...Con cià, quello che mi preme, è necessario davvero che io mi debba sentir male per i prossimi due mesi oppure la diagnosi c'è e per negligenza, insipienza o qualche altro oscuro motivo,si tende sempre a procrastinare?? Gli esami del sangue sono risultati tutti negativi (Anti transglutaminasi IgG, Anti transglutaminasi IgA, Anticorpi antigliadina IgA, anticorpi antigliadina IgG)
Grazie
ho bisogno di ascoltare un altro parere rispetto a quello del medico dal quale sto in cura perchè poco mi ha convinta. Spiego subito. L'anno scorso ho passato un'estate in felice in quanto ho subito crampi dolorisissimi allo stomaco accompagnati da crampi addominali e dissenteria, così il medico di famiglia mi prescrive una dieta e un disinfettante intestinale. Ma a distanza di due settimane tutto ciò non passa, anzi, la mia pancia sembrava sempre di più un palloncino e la spossatezza aumentava, finchè non mi torna in mente che il Reumatologo, l'anno prima, aveva vaticinato una possibile intolleranza o celiachia, dopo essermi fatta la gastroscopia ( i linfociti dei villi superiori a 25)...Inizio quindi la dieta senza glutine e progressivamente tutto torna normale.Mi rifaccio la gastroscopia a fine ottobre 2009 e dalla biopsia risulta che la situazione corrisponde al grado infiltrativo secondo la classificazione di Marsch. Una settimana fa mi sono recata dal gastroenterologo per avviare la richiesta del buono per celiaci, ma quest'ultimo sostiene che la diagnosi on è sicura e che per due mesi devo iniziare a mangiare normalmente e poi si vedrà. Intanto, io ho iniziato gradualmente a inserire il glutine nella mia dieta e ho bruciori di stomaco e frequenti mal di pancia, oltre al fatto che è ricomparsa una strana dermatite che da quando avevo iniziato a togliere il glutine non mi aveva fatto più compagnia...Con cià, quello che mi preme, è necessario davvero che io mi debba sentir male per i prossimi due mesi oppure la diagnosi c'è e per negligenza, insipienza o qualche altro oscuro motivo,si tende sempre a procrastinare?? Gli esami del sangue sono risultati tutti negativi (Anti transglutaminasi IgG, Anti transglutaminasi IgA, Anticorpi antigliadina IgA, anticorpi antigliadina IgG)
Grazie
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Gentile Utente la diagnosi di malattia celiaca si fonda su tre parametri fondamentali che vengono normalmente rilevati in soggetti che presentano sintomi tipici (diarrea, anemia, iposideremia, stato di malnutrizione ecc. ) o atipici riferibili a celiachia.
Tali parametri sono rappresentati 1: da alterazioni della mucosa intestinale normalmente rilevabili in biopsie praticate nel II e II duodeno ( spesso associate a biopsie bulbari) in cui l'aumento dei LIE ( linfociti intaepiteliali) rappresenta uno dei parametri, che nelle forme sintomatiche è associato ad alterazioni marcate della componente morfologica della mucosa intestinale ( atrofa o subatrofia villosa con iperplasia criptica ecc.) 2 dalle modificazioni dell'assetto anticorpale presenti nella malattia celiaca.
3.da assetto genico compatibile con celiachia
In assenza di questi parametri non può essere posta diagnosi di celiachia e andrebbero ricercate altre cause che possano giustificare i suoi sintomi.
Tali parametri sono rappresentati 1: da alterazioni della mucosa intestinale normalmente rilevabili in biopsie praticate nel II e II duodeno ( spesso associate a biopsie bulbari) in cui l'aumento dei LIE ( linfociti intaepiteliali) rappresenta uno dei parametri, che nelle forme sintomatiche è associato ad alterazioni marcate della componente morfologica della mucosa intestinale ( atrofa o subatrofia villosa con iperplasia criptica ecc.) 2 dalle modificazioni dell'assetto anticorpale presenti nella malattia celiaca.
3.da assetto genico compatibile con celiachia
In assenza di questi parametri non può essere posta diagnosi di celiachia e andrebbero ricercate altre cause che possano giustificare i suoi sintomi.
Dr. Giovanni Brondi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.4k visite dal 13/06/2010.
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