Salute

sono un ragazzo di 42anni dei castelli romani gianfranco,ho grandi problemi a livello gastrico.ho sofferto sempre di lieve gastrite ma non fastidiosa,ma dal 2000 e cambiata la mia vita sono diventato un vegetale praticamente.per un sofferenza discale mi arrivano dolori davanti allo stomaco e vomitavo sempre ,ha forza di vomitare lo stomaco non e tornato piu normale in questi 7anni ho avuto 7ricoveri e circa 30 prestazioni di pronto soccorso.con le gastroscopie fatte circa 8 avevo ulcera gastrodudenale e erniada scivolamento di 2cm.l ultima fatta luglio 2006 gastrodudenite cronica ernia di2cm .prendo qusi tutti i giorni limpidex 30mg riopan sciroppo e delle volte levopraid per l ernia.ho reflusso gastroesofageo senza esofagite.ho ungilbert bilirub a 2. non ho helycobater. il problema e che il bruciore corrosivo si presenta spesso accompagnato da una cosa che comprime sotto lo sterno e pare di avere qualcosa in gola.sono alto 175 e peso appena 63kg,non riesco amangiare come voglio un po per paura d sentirmi male unpo per i bruciori forti che ho. non mangio dolci pasta in bianco nienti fritti e alccol da 7 anni.non riesco a guarire ed avere una vita normale.la causa penso che sia dell ernia iatale il mio medico ealtri castroenter. mi sconsigliano di operarmi .aspetto una risposta grazie
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Dr. Paolo Montalto Gastroenterologo 41 2
Carissimo,

i problemi da te descritti sembrano in realtà in relazione ad una patologia peptica con componente da reflusso.
Proverei a sostituire il Levobren con il Motilex che a livello procinetico forse aggiunge qualcosa. Il trattamento endoscopico/chirurgico dell'ernia iatale è un po' da valutare sul singolo caso: 2 cm potrebbe essere un'ernia significativa: visto che sei a Roma potresti contattare gli endoscopisti del Gemelli che in questo sono bravissimi.

In tutto quello che hai fatto non c'è uno screening per celiachia e per malattie infiammatorie croniche intestinali che, vista la qualità di vita che descrivi e il basso peso corporeo, varrebbe la pena di effettuare.

Un cordiale saluto,

Dr. Paolo Montalto
Paolo.Montalto@libero.it

Dr. Paolo Montalto
Spec. in Gastroenterologia/Endoscopia Dig
Ospedale Ss. Cosma e Damiano (Pescia, PT, Az. USL 3 Toscana)
Paolo.Montalto@libero.it

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Chirurgo generale, Colonproctologo, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza attivo dal 2007 al 2013
Chirurgo generale, Colonproctologo, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza
Gentile Utente,
la storia che racconta fa proprio pensare ad una malattia peptica con associato reflusso gastroesofageo.
Infatti, lei fa risalire la sintomatologia al 2000 quando i disturbi, già peraltro presenti, si sono acuiti in maniera importante a seguito di un problema discale per il quale, suppongo, avrà assunto antiinfiammatori (che magari possono spiegare l'ulcera e la gastroduodenite).
Gli altri sintomi che riferisce sono proprio invalidanti: dolore e senso di costrizione epigastrico/retrosternale, inappetenza... modifica dello stile di vita...
Indubbiamente qualcosa va fatta!
Dice che assume lansoprazolo e riopan "quasi tutti i giorni" e "delle volte" levopraid. Ne deduco che la terapia non viene fatta bene. Proprio gli inibitori di pompa protonica come il lansoprazolo hanno bisogno di un tempo di latenza prima che facciano effetto: assumerli solo al bisogno non permette che nel sangue si raggiunga la concentrazione minima efficace.
La terapia medica è corretta (PPI, procinetici, antiacidi), ma va assunta in maniera continuata (PPI per almeno 2 mesi, procinetici a cicli di 15 gg, antiacidi per almeno 1 mese, almeno questo è il protocollo che consiglio).
Prima però di parlare di terapia, è opportuno però fare qualcosa in più del punto di vista diagnostico.
La completa valutazione della malattia da reflusso implica almeno, oltre l'endoscopia, una radiografia delle prime vie digerenti con mdc in posizione di Trendelenburg, che permette di avere una idea un po' più funzionale sul tratto esofagogastrico. Visto che il suo è un caso piuttosto border-line (l'ernia è piccola ma i sintomi sono realmente significativi) probabilmente merita una ulteriore valutazione mediante pHmetria esofagea e manometria esofagea.
Dopo una completa valutazione si potrà decidere se continuare con la terapia medica o passare all'intervento chirurgico o porre indicazione all'esophyx, che è un nuovo trattamento endoscopico per la malattia da reflusso (al quale probabilmente si riferiva il collega Montalto).
Per quanto riguarda l'intervento chirurgico vero e proprio, si tratta di "ricostruire" la zona di alta pressione a livello dello sfintere esofageo inferiore. L'intervento viene oggi eseguito nel nostro Centro (e in altri reparti di Chirurgia) per via laparoscopica, cioé con 4-5 buchi sull'addome (non si fa più il taglio). La percentuale di riuscita è molto alta e i rischi sono trascurabili.
L'intervento endoscopico, l'esophyx, permette di ricostruire in parte la valvola ed ha il grande vantaggio che non richiede un intervento chirurgico, ma viene eseguito come per una gastroscopia per via orale, pur richiedendo l'anestesia. La procedura, in teoria rivoluzionaria e in pratica molto efficace, è ancora in fase abbastanza sperimentale. Come le diceva già il collega precedente, su questo argomento gli amici della Chirurgia Endoscopica del Gemelli (prof Costamagna) sono molto esperti.
La terapia medica è un'altra delle possibili opzioni terapeutiche, ma nel suo caso la reale efficacia è tutta da dimostrare.
Resto a sua disposizione

Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
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