Una ernia iatale
Gentili Dottori, mio figlio FEDERICO di 13 anni ha una ernia iatale da scivolamento diagnosticata 3 anni fa con radiografia effettuata presso Ospedale BAMBINO GESU' di Roma. Abbiamo effettuato questa radiografia solo perchè mio figlio all'età di 9 anni ha iniziato ad avere frequentissime eruttazioni cosa che prima non avveniva.
In realtà non ha avuto altri fastidiosi sintomi, se non qualche volta dopo i pasti una sensazione di peso alla bocca dello stomaco. Il medico non gli ha quindi prescritto farmaci se non regime alimentare e divita che peraltro lui ha gia sempre seguito
All'ultimo controllo di circa un mese fa gli è stato prescritto il LIMPIDEX 30 MG (mio figlio pesa 35 kg ed ha quasi 13 anni) perche' ultimamente ha riscontrati qualche sensazione di risalimento acido in esofago ed alla visita era un po dolente quando il medico toccava in alcuni punti.
In realtà io gli ho somministrato il LIMPIDEX 15 mg MA PARE CHE I SINTOMI SIANO LEGGERMENTE PEGGIORATI, infatti dice di sentire a volte quando ingoia come la sensazione di "risalimento" e di sentire aria ma non riuscire più a fare eruttazioni veramente "liberatorie". Ha inoltre una digestione lenta e leggera emicrania (sintomi comparsi dopo Limpidex)
Sarebbe opportuno fare una ulteriore radiografia per vedere la situazione dell'ernia? Il medico dice per ora no.
Potrebbe essere intollerante a quel farmaco?
Se gli do un cucchiaino di Maalox prima di andare al letto può essere utile? E del Biochetasi che mi dice?
Vede che confusione?
Mi ha detto il medico che esiste circa il 50% delle possibilità che con lo sviluppo l'ernia possa rientrare e lo stomaco riposizionarsi nella maniera più giusta. Secondo voi è possibile?
Quante più cose ed informazioni mi date tanto più vi sarò grata. La mamma di Federico
In realtà non ha avuto altri fastidiosi sintomi, se non qualche volta dopo i pasti una sensazione di peso alla bocca dello stomaco. Il medico non gli ha quindi prescritto farmaci se non regime alimentare e divita che peraltro lui ha gia sempre seguito
All'ultimo controllo di circa un mese fa gli è stato prescritto il LIMPIDEX 30 MG (mio figlio pesa 35 kg ed ha quasi 13 anni) perche' ultimamente ha riscontrati qualche sensazione di risalimento acido in esofago ed alla visita era un po dolente quando il medico toccava in alcuni punti.
In realtà io gli ho somministrato il LIMPIDEX 15 mg MA PARE CHE I SINTOMI SIANO LEGGERMENTE PEGGIORATI, infatti dice di sentire a volte quando ingoia come la sensazione di "risalimento" e di sentire aria ma non riuscire più a fare eruttazioni veramente "liberatorie". Ha inoltre una digestione lenta e leggera emicrania (sintomi comparsi dopo Limpidex)
Sarebbe opportuno fare una ulteriore radiografia per vedere la situazione dell'ernia? Il medico dice per ora no.
Potrebbe essere intollerante a quel farmaco?
Se gli do un cucchiaino di Maalox prima di andare al letto può essere utile? E del Biochetasi che mi dice?
Vede che confusione?
Mi ha detto il medico che esiste circa il 50% delle possibilità che con lo sviluppo l'ernia possa rientrare e lo stomaco riposizionarsi nella maniera più giusta. Secondo voi è possibile?
Quante più cose ed informazioni mi date tanto più vi sarò grata. La mamma di Federico
[#1]
Gentile Utente, probabilmente occorre sottoporre Federico ad una terapia più energica per controllare i sintomi. E' possibile in effetti che crescendo la situazione possa migliorare. Maalox e Biochetasi mi sembrano inutili. Credo sia necessaria una gastroscopia di controllo. A tale proposito le segnalo che effettuo tale esame con la tecnica transnasale ovvero utilizzo un endoscopio molto più sottile di quello tradizionale, che può passare attraverso una narice. Tale esame normalmente non necessita di sedazione ma nel caso lo ritenesse opportuno, è possibile effettuarlo anche sedando Federico. Se vuole ulteriori chiarimenti può contattarmi sul cell. 328 9430208.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Roberto Mangiarotti
[#2]
Chirurgo generale, Colonproctologo, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza
Gentile Utente,
la malattia da reflusso gastroesofageo è possibile, anzi abbastanza frequente, anche nei bambini, per una malformazione congenita della giunzione esofagogastrica. Spesso tale problema regredisce entro i primi anni di vita, seguendo alcuni consigli comportamentali, dietetici e terapeutici.
Se però il problema persiste, o si presenta, oltre il 5°-6° anno di vita è ben difficile che possa regredire spontaneamente. In particolare, nel caso di suo figlio, a 13 anni direi che la possibilità che possa guarire spontaneamente è veramente molto bassa.
A mio avviso, è indispensabile capire bene come stanno le cose, cioé valutare appieno questa malattia da reflusso, rispondendo alle seguenti domande: (1) c'è ernia jatale? (2) quanto è grande? (3) quanti e di che portata sono i reflussi ogni giorno? (4) sono solo se il bambino è steso a letto o anche se è in piedi? (5) ci sono sintomi collaterali (polipi al naso, faringolaringite ricorrente...).
Personalmente, non vedo alcuna indicazione ad eseguire una endoscopia, almeno per ora (la vera indicazione all'endoscopia nella malattia da reflusso è stabilire se c'è un esofago di barrett, valutare l'esofagite e escludere la presenza di altre patologie esofagogastroduodenali).
Ritengo invece indispensabile eseguire una radiografia con mdc delle prime vie digerenti (che ci può dare informazioni più funzionali sull'ernia e sul reflusso), una manometria esofagea (che mi può escludere o confermare la presenza di ipotonia del LES e di alterazioni motorie del corpo dell'esofago), una pHmetria 24 ore (per avere una idea quantitativa del numero e della entità dei reflussi).
Con queste informazioni si può trovare la terapia corretta, iniziando a prendere in considerazione anche la possibilità di ricostruire chirurgicamente la valvola esofagogastrica. Infatti, la presenza di un reflusso grave (anche senza ernia jatale al momento) è indice di una seria alterazione anatomica, che nessuna terapia medica può far regredire. La terapia medica (in genere con inibitori di pompa tipo il lansoprazolo, procinetici tipo cisapride e levosulpiride, antiacidi tipo sucralfato) è utile a ridurre i sintomi riducendo l'effetto del refluito acido sulla mucosa esofagea, ma non risolve il problema. D'altra parte non è pensabile che suo figlio, 13 anni, assuma terapia medica per tutta la vita!
Quindi, riepilogando:
1. approfondire la valutazione della malattia da reflusso
- anamnesi accurata
- rx delle prime vie digerenti in trendelenburg
- pHmetria 24h
- manometria esofagea
2. valutare il regime terapeutico più adatto a suo figlio
- terapia medica
- terapia chirurgica
resto a disposizione
Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
la malattia da reflusso gastroesofageo è possibile, anzi abbastanza frequente, anche nei bambini, per una malformazione congenita della giunzione esofagogastrica. Spesso tale problema regredisce entro i primi anni di vita, seguendo alcuni consigli comportamentali, dietetici e terapeutici.
Se però il problema persiste, o si presenta, oltre il 5°-6° anno di vita è ben difficile che possa regredire spontaneamente. In particolare, nel caso di suo figlio, a 13 anni direi che la possibilità che possa guarire spontaneamente è veramente molto bassa.
A mio avviso, è indispensabile capire bene come stanno le cose, cioé valutare appieno questa malattia da reflusso, rispondendo alle seguenti domande: (1) c'è ernia jatale? (2) quanto è grande? (3) quanti e di che portata sono i reflussi ogni giorno? (4) sono solo se il bambino è steso a letto o anche se è in piedi? (5) ci sono sintomi collaterali (polipi al naso, faringolaringite ricorrente...).
Personalmente, non vedo alcuna indicazione ad eseguire una endoscopia, almeno per ora (la vera indicazione all'endoscopia nella malattia da reflusso è stabilire se c'è un esofago di barrett, valutare l'esofagite e escludere la presenza di altre patologie esofagogastroduodenali).
Ritengo invece indispensabile eseguire una radiografia con mdc delle prime vie digerenti (che ci può dare informazioni più funzionali sull'ernia e sul reflusso), una manometria esofagea (che mi può escludere o confermare la presenza di ipotonia del LES e di alterazioni motorie del corpo dell'esofago), una pHmetria 24 ore (per avere una idea quantitativa del numero e della entità dei reflussi).
Con queste informazioni si può trovare la terapia corretta, iniziando a prendere in considerazione anche la possibilità di ricostruire chirurgicamente la valvola esofagogastrica. Infatti, la presenza di un reflusso grave (anche senza ernia jatale al momento) è indice di una seria alterazione anatomica, che nessuna terapia medica può far regredire. La terapia medica (in genere con inibitori di pompa tipo il lansoprazolo, procinetici tipo cisapride e levosulpiride, antiacidi tipo sucralfato) è utile a ridurre i sintomi riducendo l'effetto del refluito acido sulla mucosa esofagea, ma non risolve il problema. D'altra parte non è pensabile che suo figlio, 13 anni, assuma terapia medica per tutta la vita!
Quindi, riepilogando:
1. approfondire la valutazione della malattia da reflusso
- anamnesi accurata
- rx delle prime vie digerenti in trendelenburg
- pHmetria 24h
- manometria esofagea
2. valutare il regime terapeutico più adatto a suo figlio
- terapia medica
- terapia chirurgica
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Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 13.9k visite dal 24/04/2007.
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