Terapia corretta per ernia iatale

Gentilissimi,
ho 34 anni e sono leggermente in sovrappeso.
Nei mesi scorsi ho avuto dei dolori al petto ed ho eseguito indagini cardiache che hanno dato esito negativo.
Mi sono quindi rivolto alla ricerca della causa.
Esposti i miei fastidi al gastroenterologo, questi mi ha consigliato di assumere per 30gg omeprazolo da 20mg al mattino ed alla sera, alcuni minuti prima dei pasti.
Poiché la terapia non ha prodotto risultati significativi si è proceduto alla esogastroduodenoscopia con esame istologico (che qui copincollo).

Esofago distale con mucosa segnata da microlesioni isolate.
Linea Z risalita 2.5cm oltre lo iato diaframmatico.
Stomaco con mucosa antrale edematosa e iperemica.
Si eseguono biopsie multiple per staging gastrite e ricerca Hp.
Bulbo duodenale e duodeno II porzione con aspetto regolare.
Si eseguono biopsie multiple in DII stante il quadro clinico di malattia da reflusso gastroesofageo refrattaria alla t.m., per escludere m.celiaca
CONCLUSIONI: Esofagite grado A. Ernia iatale da scivolamento. Gastrite antrale da tipizzare istologiacmente. In attesa di istologia duodenale.

L’esame istologico ha dato la seguente diagnosi: Gastrite cronica quiescente, helicobacter pylori negativa. Mucosa duodenale con lesione di tipo 1 Sec. Marsh-Oberhuber: villi normali. Incremento dei linfociti intraepiteliali. Grado A sec. Villanacci e Corazza (JCP 2005).

A fronte di ciò il gastroenterologo (prima delle feste natalizie) mi ha consigliato di proseguire con una capsula di omeprazolo da 20mg al mattino, senza particolari indicazioni sul tipo di dieta da seguire.

Dall’inizio dell’anno nuovo, ogni giorno, ho forti fastidi al petto (specialmente la sera) con particolari problemi alla parte sinistra: dolore su tutto il petto, dolore al braccio sinistro, nevralgie, senso di intorpidimento del braccio e delle dita, fastidi anche alla schiena.
Aggiungo che il dolore alla parete sinistra del busto mi fa parecchio preoccupare ed impressionare, scoprendo, in me, un lato leggermente ipocondriaco fino ad ora mai provato.

A questo punto vi chiedo gentilmente se:
a) a fronte degli esami effettuati la terapia è commisurata la tipo di patologia;
b) premesso che ho effettuato tutte le indagini cardiache (ECG, enzimi, ecografia cardiaca) ECG da sforzo escluso, l’ernia iatale può influire sull’attività cardiaca?
c) il quadro clinico sopraesposto può provocare il dolore ed il bruciore al petto (ed in generale alla parte sinistra del corpo), oppure il tutto è dovuto ad altri tipi di problemi (e non all’ernia ed all’esofagite), in quest’ultimo caso quale tipo di indagine consigliate.

Grazie mille e mi scuso se sono stato prolisso.
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Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo attivo dal 2008 al 2015
Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo
Da quanto espone la sua sintomatologia è direttamente correlata al reflusso gastroesofageo ed all'ernia jatale.
La terapia è ottimale. Si potrebbe aggiungere, sotto controllo medico, l'assunzione di un farmaco procinetico. Utile comunque intraprendere una dieta povera di grassi e di carboidrati, con pochi formaggi e con l'esclusione degli alcolici e delle bevande gassata. La dieta è fondamentale per combattere la sintomatologia del reflusso gastroesofageo. Utile comunque anche un cambiamento delle abitudini di vita (riduzione del fumo, riduzione del peso corporeo, lotta alla sedentarietà).
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Utente
Utente
Grazie,
dott. Brisinda.
La mia perplessità nasce dal fatto che nei mesi scorsi ho assunto per 30 giorni (senza risultati positivi, tant'è che si è resa necessaria una gastroscopia) una dose doppia di omeprazolo, rispetto a quella che sto assumendo attualmente.

Cordialità.
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Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo attivo dal 2008 al 2015
Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo
La gastroscopia è un esame fondamentale e trovo inusuale la sua esecuzione solo dopo un parziale fallimento della terapia medica. Di solito prima si pone e si conferma la diagnosi e solo dopo si instaura una terapia.
Da quanto leggo non mi pare che lei sia stato sottoposto ad ulteriori accertamenti (Rx digerente prime vie in posizione di Trendelenburg, pH-metria e manometria esofago-gastrica delle 24 ore) che si utilizzano come analisi di secondo livello in pazienti con ernia jatale.
Parimenti non mi sembra che sia stato sottoposto ad un trattamento con farmaci procinetici (farmaci che favoriscono lo svuotamento dello stomaco) e che potrebbero darle giovamento.
Ribadisco che quanto scrittole nel precedente messaggio rappresentano norme ed abitudini di vita che favoriscono il miglioramento del corteo sintomatologico nel paziente con diagnosi - sicura e comprovata - di ernia jatale con associato reflusso gastroesofageo.
Il consiglio è quello di sottoporsi - sotto la supervisione del suo gastroenterologo - alle indagini di secondo livello.
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