Informazioni termoablazione barrett displastico
Egregi sigg. medici,
avrei bisogno del vostro autorevole parere in merito al percorso terapeutico per il mio Esofago di Barrett.
Mi è stato appena diagnosticato un EB con displasia di grado lieve (esame del 9/12).
Il gastroenterologo ha suggerito di continuare la terapia con esomeprazolo e di ripetere l'EGDS il 27/01, per verificare l'effettiva presenza di displasia.
Mi sono documentato sul Web e, nella ridda di articoli e opinioni che ho letto, mi è parso di capire che le terapie termoablative (specie quelle più recenti a radiofrequenza) appaiano piuttosto promettenti.
Secondo alcuni la termoablazione sarebbe indicata solo per displasie gravi, secondo altri è indicata anche per displasie lievi.
Secondo alcuni la termoablazione sarebbe addirittura (quasi) risolutiva, permettendo alla mucosa esofagea sana di rigenerarsi (scomparsa di displasia nel 90.5% delle displasie lievi e 81% per quelle gravi, secondo l'articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine da autori della Mayo Clinic), secondo altri la termoablazione inciderebbe solo in minima parte sulla probabilità di evoluzione del tessuto in neoplasia.
Per quale motivo non tutti i paziendi displastici non sono sottoposti alla termoablazione? Ci sono serie controindicazioni oppure è un problema di carattere economico?
In definitiva, nel caso in cui la mia diagnosi fosse confermata, riterreste opportuno procedere a una termoablazione per ridurre il rischio di neoplasia futura?
Grazie mille per la cortese attenzione.
avrei bisogno del vostro autorevole parere in merito al percorso terapeutico per il mio Esofago di Barrett.
Mi è stato appena diagnosticato un EB con displasia di grado lieve (esame del 9/12).
Il gastroenterologo ha suggerito di continuare la terapia con esomeprazolo e di ripetere l'EGDS il 27/01, per verificare l'effettiva presenza di displasia.
Mi sono documentato sul Web e, nella ridda di articoli e opinioni che ho letto, mi è parso di capire che le terapie termoablative (specie quelle più recenti a radiofrequenza) appaiano piuttosto promettenti.
Secondo alcuni la termoablazione sarebbe indicata solo per displasie gravi, secondo altri è indicata anche per displasie lievi.
Secondo alcuni la termoablazione sarebbe addirittura (quasi) risolutiva, permettendo alla mucosa esofagea sana di rigenerarsi (scomparsa di displasia nel 90.5% delle displasie lievi e 81% per quelle gravi, secondo l'articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine da autori della Mayo Clinic), secondo altri la termoablazione inciderebbe solo in minima parte sulla probabilità di evoluzione del tessuto in neoplasia.
Per quale motivo non tutti i paziendi displastici non sono sottoposti alla termoablazione? Ci sono serie controindicazioni oppure è un problema di carattere economico?
In definitiva, nel caso in cui la mia diagnosi fosse confermata, riterreste opportuno procedere a una termoablazione per ridurre il rischio di neoplasia futura?
Grazie mille per la cortese attenzione.
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Gentile utente,
poichè una displasia lieve può anche regredire,il suggerimento di continuare la terapia e il regime igienico-dietetico e poi il controllo,lo condivido.Quindi la termoablazione è utilizzata di solito nelle displasie gravi.Però potrebbe essere richiesto un successivo trattamento (chirurgico o endoscopico)della incontinenza cardiale che ha determinato il Barrett.
Saluti
poichè una displasia lieve può anche regredire,il suggerimento di continuare la terapia e il regime igienico-dietetico e poi il controllo,lo condivido.Quindi la termoablazione è utilizzata di solito nelle displasie gravi.Però potrebbe essere richiesto un successivo trattamento (chirurgico o endoscopico)della incontinenza cardiale che ha determinato il Barrett.
Saluti
Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 11/01/2010.
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