Gastrite cronica atrofica attiva severa con eosinofili


Dal mese di febbraio 2009 accuso pesantezza di stomaco. Il medico di base mi ha prescritto una gastroscopia il cui esito è il seguente:

Esofagogastroduodenoscopia EGDS con biopsia – 45.16. Data esecuzione: 08/09/2009:
Esofago: tuboliforme, mucosa indenne. Giunzione esofago-gastrica a 42 cm, in retroversione cardia continente.
Stomaco: lago acquoso limpido, pareti normodistensibili. La mucosa si presenta nella norma in tutti i tratti esplorati (biopsie per H Pilori). Piloro pervio.
Duodeno: nulla in I e II porzione.
Conlusioni:
Evidenzia istologica di gastrite cronica severa attiva con atrofia e metaplasma intestinale focale in angelus.
Consigli:
Controllo H pilori su feci e successivamente terapia con PPI a pieno dosaggio per 2 mesi.
Esame istologico:
1)Antro
2)Angelus
Descrizione microscopica/Diagnosi
1.Gastrite cronica attiva severa con eosinofili.
2.Gastrite cronica atrofica attiva severa con eosinofili, metaplasma intestinale focale associata a displasia di basso grado
Ricerca HLO negativa
Esame feci ricerca Hlicobacter pilori 05.10.2009: positivo
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Lo stesso medico, esaminato quanto sopra, mi ha prescritto la seguente terapia X gg. 7 dal 14/10 al 20/10/2009:

A.Nexium 20 mg una cp. al mattino a digiuno e una alla sera dopo cena;
B.Veclani una cp. al mattino dopo colazione e una la sera dopo cena;
C.Flagyl due cp al mattino dopo colazione e una la sera dopo cena.
Al termine della predetta terapia, Nexium 40 mg per 2 mesi e successivamente ripetere il test delle feci per la ricerca del batterio.
La suindicata terapia è corretta oppure sarebbe opportuno modificarla? La gastroscopia e l’esame istologico presentano fattori di rischio che sarebbe opportuno sottoporli all’attenzione di uno specialista?
Ringrazio

[#1]
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 7.6k 218
Gentile signore,
la terapia proposta, in relzione al quadro endoscopico e istologico, è sostanzialmente corretta. Sucessive modifiche potranno essere considerate in relazione agli aspetti clinici (variazione dei sintomi) e dei successivi controlli endoscopici.
Il quadro presenta elementi di rischio che necessitano della terapia farmacologica (come è stata indicata) e di controlli nel tempo.
Il collega che ha praticato la gastroscopia possiede certamente la competenza specialistica che lei richiede (gastroenterologia o chirurgia dell'apparato digerente).
Cordiali saluti.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per la Sua cortese risposta.
Sono alquanto confuso in quanto altri medici, appositamente consultati, hanno riferito che trattasi di una comune "Gastrite cronica" senza conseguenze. Lei, invece, mi segnala "elementi di rischio".
Seguento la terapia farmacologica prescritta, posso guarire". Il controllo endoscopico e istologico dovrò ripeterlo dopo un anno? E' il caso di consultare un gastroenterologo?
Ringrazio
[#3]
Utente
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio della Sua cortese risposta.
Devo preoccuparmi per questa gastrite?
Posso guarire, attendedomi alla terapia e dieta?
Il controllo devo ripeterlo dopo un anno?
Distinti saluti
[#4]
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 7.6k 218
Gentile signore,
sono spiacente del fatto che si senta confuso, non è mia intenzione generare questa condizione, ma quella di cercare di rispondere in maniera esaustiva alle sue richieste per aiutarla - nei limiti di una consulenza online - a gestire la situazione in maniera appropriata.

1) Non deve preoccuparsi della gastrite, ma occuparsene; per far ciò è necessario seguire correttamente la terapia farmacologica, dietetica e effettuare i controlli endoscopici;
2) La guarigione di una malattia cronica non avviene con la restituzione completa dell'integrità dell'organo, ma l'obiettivo è la riduzione al minimo dell'attività infiammatoria e il sollievo dei sintomi;
3) La frequenza dei controlli endoscopici (un anno o meno) è stabilita in relazione al quadro iniziale, alla evoluzione dei sintomi e all'esperienza individuale del gastroenterlogo che la segue;
4) L'aspetto cosiddetto "a rischio" riguarda la metaplasia intestinale presente che, col tempo e con opportuna terapia può regredire;
5) Come ho avuto già modo di scrivere lo specialista competente per la patologia in questione (gastrite cronica atrofica) è il gastroenterologo, ma questa competenza specialistica è quella richiesta per effettuare la gastroscopia (in alternativa chirugo dell'apparato digerente), per questo motivo identificavo in questo collega - che ha avuto modo di osservare il quadro iniziale - il possibile riferimento per lei; se ciò non è possibile, chiaramente può interpellare un altro specialista gastroenterologo.

Spero di aver fatto chiarezza, non esiti tuttavia a farmi sapere se ha bisogno di altre informazioni.
Cordiali saluti.