Entero rm vs colonscopia
Salve,
ebbi la diagnosi di IBS nel 2004 dopo colonscopia negativa.
Da allora ho convissuto con IBS che per circa 17 anni è consistito in sporadiche scariche di diarrea e nient'altro.
Circa 3 anni fa però ho avuto un paio di episodi di stitichezza marcata, risolta nel giro di due settimane.
Questo fino a maggio 2023, in cui in seguito a un fortissimo stress ho iniziato ad avere disagi gastrici mai sperimentati, prima forte nausea per un periodo, seguito dall'episodio di stitichezza più intenso mai sperimentato a cui è seguito uno stato di malessere intestinale e un iter diagnostico che ad oggi non sono ancora conclusi.
La diagnosi continua ad essere IBS ma la mia qualità della vita è enormemente peggiorata, inoltre la novità della stitichezza mi ha messo in allarme.
Attualmente la mia qualità della vita è miserabile, dopo momenti anche di relativo benessere nell'ultimo anno rimango afflitto da senso di pienezza, difficoltà ad evacuare, alternato a diarrea, coliche e il dolore quasi onnipresente al basso addome, mal di schiena.
A parte la colonscopia di 20 anni fa e una gastroscopia nel 2019, entrambe negative, nell'ultimo anno ho fatto i seguenti esami:
1.
pcr < 0.5 mg/l in due dosaggi a distanza di un anno
2.
ves negativa
3.
globuli bianchi normali in due dosaggi come sopra
4.
ferritina sideremia transferritina, ecc nella norma, nessun segno di anemia
5.
nessuna carenza vitaminica a parte per la vitamina D
6.
esame per la celiachia negativo
7.
rx diretta addome negativa a parte segni di coprostasi (durante il grave episodio di stitichezza)
8.
eco addome completa negativa a parte "dilatazione delle anse nel fianco di sinistra per presenza di materiale fecale" (sempre durante la grave stitichezza)
9.
ricerca sangue occulto su 6 diversi campioni in un anno, mai rilevabile
10.
esame feci completo, negativo
11.
calprotectina su 3 diversi campioni in un anno, rispettivamente 6.3, 8.8, 5.1 microgrammi/g (l'ultimo dosaggio in un momento di acuta sofferenza)
12.
eco anse intestinali, negativa
Attualmente assumo agpeg, debridat, mesafag e laroxyl.
Il mio gastroenterologo nel sospetto di una SIBO ha consigliato anche due settimane di normix, nel caso di inefficacia della terapia attuale.
Fino ad ora ha sconsigliato la colonscopia ma ha detto che potremmo valutarla se anche le nuove terapie dovessero fallire.
Si è mostrato comunque poco convinto e di fronte alla domanda diretta ha detto che alla luce degli esami fatti non crede che possiamo trovare qualcosa nella colonscopia.
Ha ipotizzato lo scenario di uno stato infiammatorio silente in passato risultante in una stenosi ma ha detto che con gli esami fatti "non ci crede".
Al contempo, la radiologa che ha eseguito l'ultima ecografia ha invece consigliato al limite una entero-rm.
Il medico di base sconsiglia ulteriori esami.
Ora, io farei di tutto per risparmiarmi la colonscopia.
La mia domanda è voi che ne pensate?
È necessaria?
Una stenosi del colon sarebbe visibile a una entero-rm o una entero-tc?
ebbi la diagnosi di IBS nel 2004 dopo colonscopia negativa.
Da allora ho convissuto con IBS che per circa 17 anni è consistito in sporadiche scariche di diarrea e nient'altro.
Circa 3 anni fa però ho avuto un paio di episodi di stitichezza marcata, risolta nel giro di due settimane.
Questo fino a maggio 2023, in cui in seguito a un fortissimo stress ho iniziato ad avere disagi gastrici mai sperimentati, prima forte nausea per un periodo, seguito dall'episodio di stitichezza più intenso mai sperimentato a cui è seguito uno stato di malessere intestinale e un iter diagnostico che ad oggi non sono ancora conclusi.
La diagnosi continua ad essere IBS ma la mia qualità della vita è enormemente peggiorata, inoltre la novità della stitichezza mi ha messo in allarme.
Attualmente la mia qualità della vita è miserabile, dopo momenti anche di relativo benessere nell'ultimo anno rimango afflitto da senso di pienezza, difficoltà ad evacuare, alternato a diarrea, coliche e il dolore quasi onnipresente al basso addome, mal di schiena.
A parte la colonscopia di 20 anni fa e una gastroscopia nel 2019, entrambe negative, nell'ultimo anno ho fatto i seguenti esami:
1.
pcr < 0.5 mg/l in due dosaggi a distanza di un anno
2.
ves negativa
3.
globuli bianchi normali in due dosaggi come sopra
4.
ferritina sideremia transferritina, ecc nella norma, nessun segno di anemia
5.
nessuna carenza vitaminica a parte per la vitamina D
6.
esame per la celiachia negativo
7.
rx diretta addome negativa a parte segni di coprostasi (durante il grave episodio di stitichezza)
8.
eco addome completa negativa a parte "dilatazione delle anse nel fianco di sinistra per presenza di materiale fecale" (sempre durante la grave stitichezza)
9.
ricerca sangue occulto su 6 diversi campioni in un anno, mai rilevabile
10.
esame feci completo, negativo
11.
calprotectina su 3 diversi campioni in un anno, rispettivamente 6.3, 8.8, 5.1 microgrammi/g (l'ultimo dosaggio in un momento di acuta sofferenza)
12.
eco anse intestinali, negativa
Attualmente assumo agpeg, debridat, mesafag e laroxyl.
Il mio gastroenterologo nel sospetto di una SIBO ha consigliato anche due settimane di normix, nel caso di inefficacia della terapia attuale.
Fino ad ora ha sconsigliato la colonscopia ma ha detto che potremmo valutarla se anche le nuove terapie dovessero fallire.
Si è mostrato comunque poco convinto e di fronte alla domanda diretta ha detto che alla luce degli esami fatti non crede che possiamo trovare qualcosa nella colonscopia.
Ha ipotizzato lo scenario di uno stato infiammatorio silente in passato risultante in una stenosi ma ha detto che con gli esami fatti "non ci crede".
Al contempo, la radiologa che ha eseguito l'ultima ecografia ha invece consigliato al limite una entero-rm.
Il medico di base sconsiglia ulteriori esami.
Ora, io farei di tutto per risparmiarmi la colonscopia.
La mia domanda è voi che ne pensate?
È necessaria?
Una stenosi del colon sarebbe visibile a una entero-rm o una entero-tc?
[#1]
L'ipotesi della stenosi mi sembra poco probabile.
La sintomatologia unita alla sostanziale normalità delle indagini effettuate si accorda con l'ipotesi diagnostica di sindrome dell'intestino irritabile. La terapia attuale è pertinente, tuttavia l'amitriptilina può essere responsabile del peggioramento della stipsi come effetto collaterale indesiderato (preferibile altra classe di farmaci, se ritenuta necessaria dal medico che l'ha prescritto).
Non ci sono, con il quadro esposto, gli estremi per una indagine RM o per una colonscopia.
La sintomatologia unita alla sostanziale normalità delle indagini effettuate si accorda con l'ipotesi diagnostica di sindrome dell'intestino irritabile. La terapia attuale è pertinente, tuttavia l'amitriptilina può essere responsabile del peggioramento della stipsi come effetto collaterale indesiderato (preferibile altra classe di farmaci, se ritenuta necessaria dal medico che l'ha prescritto).
Non ci sono, con il quadro esposto, gli estremi per una indagine RM o per una colonscopia.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
[#4]
Utente
Lo farò senz'altro, ed esprimerò anche perplessità circa l'eventuale colonscopia.
Questo però ci porta inevitabilmente al punto seguente. Appurato che non è opportuno indagare oltre e che abbiamo una diagnosi certa, la domanda è ora che si fa?
A costo di sembrare drammatico, passo la metà del tempo cercando di andare in bagno (come adesso) e l'altra metà cercando di smettere di andarci o semplicemente di contenere il malessere.
Questo ha un impatto semplicemente devastante sulla qualità della vita. Qualsiasi attività che si svolga fuori da casa è un serio problema, e quando il malessere è eccessivo lo è qualsiasi attività e basta. Quindi mi chiedo, considerato che per IBS amitriptilina è già un farmaco di terza linea, se anche queste ultime terapie si mostrassero inefficaci (come stanno di fatto già facendo) bisogna solo rassegnarsi al fatto che la propria vita è virtualmente finita?
E poi ancora, è davvero possibile che il colon irritabile abbia avuto una faccia per così tanto tempo e poi negli ultimi anni sia cambiato così tanto in modalità e intensità?
Faccio molta fatica ad accettare passivamente questo stato di cose e a convincermi che il mio intestino non abbia nulla di organico che non va.
Questo però ci porta inevitabilmente al punto seguente. Appurato che non è opportuno indagare oltre e che abbiamo una diagnosi certa, la domanda è ora che si fa?
A costo di sembrare drammatico, passo la metà del tempo cercando di andare in bagno (come adesso) e l'altra metà cercando di smettere di andarci o semplicemente di contenere il malessere.
Questo ha un impatto semplicemente devastante sulla qualità della vita. Qualsiasi attività che si svolga fuori da casa è un serio problema, e quando il malessere è eccessivo lo è qualsiasi attività e basta. Quindi mi chiedo, considerato che per IBS amitriptilina è già un farmaco di terza linea, se anche queste ultime terapie si mostrassero inefficaci (come stanno di fatto già facendo) bisogna solo rassegnarsi al fatto che la propria vita è virtualmente finita?
E poi ancora, è davvero possibile che il colon irritabile abbia avuto una faccia per così tanto tempo e poi negli ultimi anni sia cambiato così tanto in modalità e intensità?
Faccio molta fatica ad accettare passivamente questo stato di cose e a convincermi che il mio intestino non abbia nulla di organico che non va.
[#5]
La sindrome dell'intestino irritabile ha diverse modalità di presentazione e una evoluzione individuale con ricorrenze e remissioni spontanee o indotte da terapie (farmacologiche, dietetiche, psicologiche, fisiche...) che vanno considerate nel singolo caso.
Considerando la sua descrizione, penso che sia necessario che lei venga seguito nel tempo da un gastroenterologo che possa modulare l'attività terapeutica man mano in base alle variazioni dei sintomi.
Considerando la sua descrizione, penso che sia necessario che lei venga seguito nel tempo da un gastroenterologo che possa modulare l'attività terapeutica man mano in base alle variazioni dei sintomi.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 629 visite dal 21/09/2024.
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