Dubbi su diagnosi...sono preoccupata

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Buonasera, dal 2013 soffro di reflusso gastroesofageo ed assumo Ipp da allora ed anche cicli di procinetici (levopraid).
Nell'ultimo anno ho assunto in maniera continuativa ogni mattina ipp da 40 mg.
Sono seguita da anni da un gastroenterologo, che nell'ultima visita fatta circa due mesi fa ha confermato gerd con sintomi tipici ed atipici e anche sintomi gastrocardiaci, oltre a colon irritabile di cui soffro da quando avevo 29 anni.
Mi ha prescritto esami sangue per verificare efficacia di ipp ed eventuali effetti collaterali dopo anni di uso.
I risultati gastrina 78, ferritina 3, calcemia nei limiti, Emoglobina 11, 1.

Mi ha quindi prescritto sideremil tutti i giorni, vitamina b12 una cp a settimana, ipp 40 mg la mattina ed ha aggiunto famotidina 40 mg la sera.
In questo periodo assumo anche lexil dopo pranzo e dopo cena.
Purtroppo la famotidina non ha migliorato la situazione, ma mi ha provocato prurito, nausea, mal di pancia, mal di stomaco, flatulenza, disturbi addominali.

Il gastroenterologo ha quindi interrotto famotidina.

Mi ha detto, sentendoci a distanza, che "potrebbe" essere pirosi funzionale e mi ha prescritto di provare con procinetico e zoloft 50 mg la mattina.

Lo zoloft è un antidepressivo, un farmaco impegnativo, che non nego mi fa paura.

Io ho seri dubbi su tale terapia.
Prima di prescrivere questo farmaco non bisognerebbe avere la certezza della diagnosi?
Il termine "potrebbe " che lui ha usato mi ha creato serie preoccupazioni, io credo che non si possano tentare terapie senza sicurezza sul problema.

Inoltre, ho letto qualcosa sulla pirosi funzionale e sapere che è resistente ad ogni farmaco e l'unica terapia è con antidepressivi mi ha agitata non poco.

Io ora chiedo rassicurazioni sulle mie idee.

La diagnosi del mio gastroenterologo è stata fatta in modo corretto?

Spero in una risposta ai miei dubbi.

Grazie
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 205 66
La resistenza alla terapia co PPi per lungo periodo impone una approfondimento diagnostico con gastroscopia, se questa è nella norma è opportuno procedere con ulteriori indagini strumentali (manometria e/o pHmetria esofagea) per la valutazione del reflusso.
In ogni caso l'approccio terapeutico con sertralina è corretto ed è meno problematico di una terapia con PPi per lungo periodo.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

[#2]
Utente
Utente
Dottore non potrei provare solo con i procinetici?
L'ultima gastroscopia, di tre in totale, l'ho fatta nel 2015, quando, nonostante l'assunzione di ipp, stavo molto male con sintomi tipici e atipici, dolore toracico e disfagia. Esito: solo lieve iperemia dell'antro gastrico.
Perché l'assunzione di ipp è più problematica di quella dello zoloft? Perché mi ha determinato carenza di ferro? Io soffro anche di stanchezza cronica, lo zoloft non mi porterebbe a maggiore prostrazione? Poi ho un certo timore verso gli antidepressivi, che creano assuefazione e moltissimi effetti collaterali.
Quindi per lei dovrei interrompere del tutto l'ipp anche se la gastrina è a 78 e quindi non è bassissima?