Tramadolo ed effetti collaterali
Buongiorno, da circa 3 anni dietro prescrizione del mio medico di base assumo al bisogno Contramal 50 per la mia prostatite cronica o "sindrome Cpps".
Questo farmaco si è sempre dimostrato efficace sul ridurre i dolori (i Fans, la tachipirina e altri antidolorifici da banco sono sempre stati acqua fresca) e gli effetti collaterali sono sempre stati contenuti e sopportabili, consistenti in un pò di nausea, leggeri capogiri e riduzione dell'appetito, tanto che talvolta non ho avuto problemi ad assumerlo anche al lavoro.
Una settimana fa ho avuto l'ennesima ricaduta di prostatite con dolori molto intensi e allora ho assunto una capsula da 50 mg.
Dopo circa 6-7 ore dall'assunzione alla fine dell'effetto ho iniziato a stare malissimo: nausea fortissima, vertigini e capogiri, sensazione di svenimento, annullamento dell'appetito, stato di forte ansia e panico, mi sembrava a momenti di stare in uno stato quasi simil-allucinatorio (avvertivo degli strani ronzii in testa e addirittura le cose sul bordo del campo visivo mi sembravano muoversi). Una sensazione davvero orribile.
Questo forte malessere è durato diverse ore e anche nei giorni successivi ho continuato ad avvertire una sensazione di stordimento e nausea.
Al momento sono in una situazione difficile perchè i dolori della prostatite non accennano a placarsi ma ho troppa paura ad assumere nuovamente il farmaco per paura di stare nuovamente cosi male.
Secondo voi è possibile che un farmaco assunto per diverso tempo con buona tollerabilità all'improvviso dia degli effetti collaterali cosi pesanti mai provati prima??
Può essere che il fatto che non lo assumessi da diverso tempo (circa 5 mesi) mi abbia fatto perdere la tollerabilità?
Io comunque specifico che l'ho sempre assunto al bisogno quando i dolori sono troppo forti (alla dose considerata minima di 50mg) e mai per più di una settimana di fila.
Aggiungo per completezza che circa 1 mese e mezzo fa (prima della ricaduta di prostatite) ho sofferto di un periodo di forte ansia che è sfociato anche in qualche attacco di panico, per il quale attualmente ho iniziato un percorso psicoterapico, senza assumere farmaci.
Secondo voi è plausibile (poichè il tramadolo oltre ad essere antidolorifico agisce anche sulla serotonina alla stregua di uno psicofarmaco) che il farmaco magari abbia agito in qualche modo come "trigger" considerata la mia alterata situazione psicologica?
Sinceramente non vorrei abbandonare questo farmaco che fino ad ora è stato l'unico "salvagente" nei periodi acuti, ma non riesco proprio a spiegarmi il brutto episodio capitatomi.
Vi ringrazio
Questo farmaco si è sempre dimostrato efficace sul ridurre i dolori (i Fans, la tachipirina e altri antidolorifici da banco sono sempre stati acqua fresca) e gli effetti collaterali sono sempre stati contenuti e sopportabili, consistenti in un pò di nausea, leggeri capogiri e riduzione dell'appetito, tanto che talvolta non ho avuto problemi ad assumerlo anche al lavoro.
Una settimana fa ho avuto l'ennesima ricaduta di prostatite con dolori molto intensi e allora ho assunto una capsula da 50 mg.
Dopo circa 6-7 ore dall'assunzione alla fine dell'effetto ho iniziato a stare malissimo: nausea fortissima, vertigini e capogiri, sensazione di svenimento, annullamento dell'appetito, stato di forte ansia e panico, mi sembrava a momenti di stare in uno stato quasi simil-allucinatorio (avvertivo degli strani ronzii in testa e addirittura le cose sul bordo del campo visivo mi sembravano muoversi). Una sensazione davvero orribile.
Questo forte malessere è durato diverse ore e anche nei giorni successivi ho continuato ad avvertire una sensazione di stordimento e nausea.
Al momento sono in una situazione difficile perchè i dolori della prostatite non accennano a placarsi ma ho troppa paura ad assumere nuovamente il farmaco per paura di stare nuovamente cosi male.
Secondo voi è possibile che un farmaco assunto per diverso tempo con buona tollerabilità all'improvviso dia degli effetti collaterali cosi pesanti mai provati prima??
Può essere che il fatto che non lo assumessi da diverso tempo (circa 5 mesi) mi abbia fatto perdere la tollerabilità?
Io comunque specifico che l'ho sempre assunto al bisogno quando i dolori sono troppo forti (alla dose considerata minima di 50mg) e mai per più di una settimana di fila.
Aggiungo per completezza che circa 1 mese e mezzo fa (prima della ricaduta di prostatite) ho sofferto di un periodo di forte ansia che è sfociato anche in qualche attacco di panico, per il quale attualmente ho iniziato un percorso psicoterapico, senza assumere farmaci.
Secondo voi è plausibile (poichè il tramadolo oltre ad essere antidolorifico agisce anche sulla serotonina alla stregua di uno psicofarmaco) che il farmaco magari abbia agito in qualche modo come "trigger" considerata la mia alterata situazione psicologica?
Sinceramente non vorrei abbandonare questo farmaco che fino ad ora è stato l'unico "salvagente" nei periodi acuti, ma non riesco proprio a spiegarmi il brutto episodio capitatomi.
Vi ringrazio
[#1]
Gentile utente
i sintomi avvertiti dopo assunzione di tramadolo (sospeso per diversi mesi) sono normali alla prima somministrazione e vanno a dminuire con il proseguimento della terapia che deve essere iniziata gradualmente per limitare gli effetti collaterali, una delle azioni farmacologiche del tramadolo è linibizione della ricaptazione della serotonibna e della noradrenalina come fanno certi antidepressivi e questo è un motivo per cui può averle scatenato la reazione ansiosa infatti quando si usano gli SSRI per il trattamento dei disturbi di ansia il dosaggio deve essere raggiunto gradualmente in quanto all'inizio della terapia possono dare sintomi tipici dell'ansia
i sintomi avvertiti dopo assunzione di tramadolo (sospeso per diversi mesi) sono normali alla prima somministrazione e vanno a dminuire con il proseguimento della terapia che deve essere iniziata gradualmente per limitare gli effetti collaterali, una delle azioni farmacologiche del tramadolo è linibizione della ricaptazione della serotonibna e della noradrenalina come fanno certi antidepressivi e questo è un motivo per cui può averle scatenato la reazione ansiosa infatti quando si usano gli SSRI per il trattamento dei disturbi di ansia il dosaggio deve essere raggiunto gradualmente in quanto all'inizio della terapia possono dare sintomi tipici dell'ansia
Tommaso Vannucchi
[#2]
Utente
Grazie dottor Vannucchi, è stato molto chiaro. Vorrei chiederle se possibile una precisazione: secondo lei il tramadolo può essere assunto saltuariamente solo al bisogno (come io faccio da 3 anni) oppure sarebbe meglio fare una vera e propria terapia continuata?
Inoltre il dosaggio minimo efficace del tramadolo quale sarebbe? Sul foglietto illustrativo c'è scritto che il dosaggio parte da 50mg, il medico di base infatti mi ha prescritto le capsule da 50 che sono quelle che ho sempre usato, ma che questa volta mi hanno dato questo malessere. So però che ci sono anche le gocce, secondo lei sarebbe opportuno prendere le gocce e dunque assumere un dosaggio più basso?
La ringrazio
Inoltre il dosaggio minimo efficace del tramadolo quale sarebbe? Sul foglietto illustrativo c'è scritto che il dosaggio parte da 50mg, il medico di base infatti mi ha prescritto le capsule da 50 che sono quelle che ho sempre usato, ma che questa volta mi hanno dato questo malessere. So però che ci sono anche le gocce, secondo lei sarebbe opportuno prendere le gocce e dunque assumere un dosaggio più basso?
La ringrazio
[#3]
il dosaggio minimo è di 50 mg (anche se è molto individuale) la possibilità delle gocce permette di ottimizzare il dosaggio individuale, la terapia a lungo termine è da sconsigliare (salvo casi specifici che devono essere individuati dal medico) per il problema della dipendenza (al pari degli oppioidi)
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.4k visite dal 30/12/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Prostatite
La prostatite è un'infiammazione della prostata molto diffusa. Si manifesta con bruciore alla minzione, può essere acuta o cronica: tipologie, cause e cura.