Grave forma di affaticamento cronicizzato da abuso di alcalodi nervini
Ill.mo Dottore,
Le scrivo brevemente il mio problema sperando che Lei possa aiutarmi. ho 30 anni. Ho lavorato per sette anni in un lavoro di produzione in un'azienda. Tale lavoro e i problemi privati mi impegnavano tantissimo e in crescendo. Con il tempo ho ridotto i tempi dedicati ai pasti e ho iniziato ad assumere caffeina per star dietro ai ritmi (sono arrivato a cinque caffè al giorno - da incosciente). Il fine settimana poi facevo sempre delle lunghe pedalate. Il mio peso andava riducendosi con i mesi, e iniziai a sentire un indolenzimento nelle gambe, nei polpacci e nei tricipiti, che necessitava di continuo stretching. Inoltre sentivo sempre freddo. Credo che la caffeina mi facesse da analgesico impedendomi di sentire il dolore e il forte stato di stanchezza accumulato con anni di ritmi assurdi. Finchè una mattina durante il lavoro ho iniziato ad avere sudore alle mani, tremori forti. Sono stato a letto e sono stato malissimo. A quel punto ovviamente ho interrotto il lavoro e mi sono dato al riposo immediato e alle analisi, nonchè ovviamente allos top di ogni nervino. I medici mi hanno fatto l'elettrocardiogramma più altri esami del sangue. Sia l'elettrocardiogramma, sia gli esami del sangue tra cui CPK erano tutti nella norma. Così i medici pensavano che mi sarebbe bastato del buon riposo e mi prescrissero sonniferi. Questo avveniva a Gennaio. Adesso è dicembre e sono ancora terribilmente sfinito, sempre stanco e sottopeso anche se mangio. Sono molto doloranti polpacci, gambe, tricipiti... è come se il mio corpo, senza più nervini, si fosse reso conto del forte e grave, debilitante sovra stress che aveva accumulato. Ora però, sono sprofondato così in basso che senza un ricostituente non saprei come ritornare a posto. Mi basta fare una passeggiata di cento metri per sentire dolore alle gambe a hai polpacci, e per avere il fiatone e il desiderio di riposare. Sto sempre seduto e quando esco da lavoro mi sdraio subito a letto. Sono passati diversi mesi e non so più come ritornare a posto. La tiroide è ok, ho fatto gli esami. Anche il CPK è ok e anche le altre analisi del sangue. Ritengo di aver bisogno di un forte ricostituente per il recupero. Mi hanno dato degli aminoacidi, ma sono stati come acqua fresca. Hanno pensato fossi depresso e mi hanno dato la paroxetina. E' servita solo a farmi stare calmo e ad accettare meglio questo dolore e malessere. Può aiutarmi? Grazie mille per il tempo che mi dedicherà. P.S.: ho già rivolto in precedenza qs. richiesta al reparto di medicina fisica e riabilitativa, ma non hanno saputo dirmi niente... la risposta è stata praticamente che dovevo rivolgermi ad altri settori. Io invece avevo bisogno che mi venisse consigliata una terapia e/o un iter terapeutico, che ovviamente presenterei poi al medico di famiglia. Grazie.
Le scrivo brevemente il mio problema sperando che Lei possa aiutarmi. ho 30 anni. Ho lavorato per sette anni in un lavoro di produzione in un'azienda. Tale lavoro e i problemi privati mi impegnavano tantissimo e in crescendo. Con il tempo ho ridotto i tempi dedicati ai pasti e ho iniziato ad assumere caffeina per star dietro ai ritmi (sono arrivato a cinque caffè al giorno - da incosciente). Il fine settimana poi facevo sempre delle lunghe pedalate. Il mio peso andava riducendosi con i mesi, e iniziai a sentire un indolenzimento nelle gambe, nei polpacci e nei tricipiti, che necessitava di continuo stretching. Inoltre sentivo sempre freddo. Credo che la caffeina mi facesse da analgesico impedendomi di sentire il dolore e il forte stato di stanchezza accumulato con anni di ritmi assurdi. Finchè una mattina durante il lavoro ho iniziato ad avere sudore alle mani, tremori forti. Sono stato a letto e sono stato malissimo. A quel punto ovviamente ho interrotto il lavoro e mi sono dato al riposo immediato e alle analisi, nonchè ovviamente allos top di ogni nervino. I medici mi hanno fatto l'elettrocardiogramma più altri esami del sangue. Sia l'elettrocardiogramma, sia gli esami del sangue tra cui CPK erano tutti nella norma. Così i medici pensavano che mi sarebbe bastato del buon riposo e mi prescrissero sonniferi. Questo avveniva a Gennaio. Adesso è dicembre e sono ancora terribilmente sfinito, sempre stanco e sottopeso anche se mangio. Sono molto doloranti polpacci, gambe, tricipiti... è come se il mio corpo, senza più nervini, si fosse reso conto del forte e grave, debilitante sovra stress che aveva accumulato. Ora però, sono sprofondato così in basso che senza un ricostituente non saprei come ritornare a posto. Mi basta fare una passeggiata di cento metri per sentire dolore alle gambe a hai polpacci, e per avere il fiatone e il desiderio di riposare. Sto sempre seduto e quando esco da lavoro mi sdraio subito a letto. Sono passati diversi mesi e non so più come ritornare a posto. La tiroide è ok, ho fatto gli esami. Anche il CPK è ok e anche le altre analisi del sangue. Ritengo di aver bisogno di un forte ricostituente per il recupero. Mi hanno dato degli aminoacidi, ma sono stati come acqua fresca. Hanno pensato fossi depresso e mi hanno dato la paroxetina. E' servita solo a farmi stare calmo e ad accettare meglio questo dolore e malessere. Può aiutarmi? Grazie mille per il tempo che mi dedicherà. P.S.: ho già rivolto in precedenza qs. richiesta al reparto di medicina fisica e riabilitativa, ma non hanno saputo dirmi niente... la risposta è stata praticamente che dovevo rivolgermi ad altri settori. Io invece avevo bisogno che mi venisse consigliata una terapia e/o un iter terapeutico, che ovviamente presenterei poi al medico di famiglia. Grazie.
[#1]
Gentile utente,
le rispondo poiché alcuni elementi riguardano la mia specialità. Innanzitutto credo che chi l'ha visitata abbia pensato ad una forma con sintomi corporei che però derivano da un'alterata funzione centrale, e che in alcuni casi si associa ad un chiaro stato depressivo, in altri no. La prima soluzione "un pò di riposo" non ha molto senso, né il sonnifero che comunque non fa dormire, ma semplicemente facilita il sonno nella sua prima fase.
La seconda ipotesi fu psichiatrica o comnuque di una sindrome che rispondesse a un farmaco tipo la paroxetina, ma non è che "hanno pensato" che lei fosse depresso, hanno fatto una diagnosi, o se l'ha ricavato dal fatto che la paroxetina è antidepressivo forse non è assolutamente così, perché è solo una delle indicazioni.
Il termine "ricostituente" è un concetto generale in chi ha carenze energetiche, ed è un modo di dire che non ha niente a che vedere con altri tipi di malattie.
Che il tutto sia stato causato in sé dall'uso di caffé a quella dose non ha molto senso, non è una dose così consistente e il decorso non fa pensare né ad una forma di intossicazione, né di astinenza.
Se alla medicina fisica e riabilitativa l'hanno indirizzata altrove evidentemente hanno ritenuto che la terapia non fosse di quelle che decidono loro sulla base di determinate diagnosi.
Quindi la diagnosi sarebbe importante, e il fatto che la paroxetina abbia avuto un'efficacia soltanto di contorno non significa che la diagnosi fosse fuori campo. Provi a tornare dallo psichiatra e chiarire diagnosi con eventuale nuovo tentativo terapeutico.
le rispondo poiché alcuni elementi riguardano la mia specialità. Innanzitutto credo che chi l'ha visitata abbia pensato ad una forma con sintomi corporei che però derivano da un'alterata funzione centrale, e che in alcuni casi si associa ad un chiaro stato depressivo, in altri no. La prima soluzione "un pò di riposo" non ha molto senso, né il sonnifero che comunque non fa dormire, ma semplicemente facilita il sonno nella sua prima fase.
La seconda ipotesi fu psichiatrica o comnuque di una sindrome che rispondesse a un farmaco tipo la paroxetina, ma non è che "hanno pensato" che lei fosse depresso, hanno fatto una diagnosi, o se l'ha ricavato dal fatto che la paroxetina è antidepressivo forse non è assolutamente così, perché è solo una delle indicazioni.
Il termine "ricostituente" è un concetto generale in chi ha carenze energetiche, ed è un modo di dire che non ha niente a che vedere con altri tipi di malattie.
Che il tutto sia stato causato in sé dall'uso di caffé a quella dose non ha molto senso, non è una dose così consistente e il decorso non fa pensare né ad una forma di intossicazione, né di astinenza.
Se alla medicina fisica e riabilitativa l'hanno indirizzata altrove evidentemente hanno ritenuto che la terapia non fosse di quelle che decidono loro sulla base di determinate diagnosi.
Quindi la diagnosi sarebbe importante, e il fatto che la paroxetina abbia avuto un'efficacia soltanto di contorno non significa che la diagnosi fosse fuori campo. Provi a tornare dallo psichiatra e chiarire diagnosi con eventuale nuovo tentativo terapeutico.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.4k visite dal 28/12/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.