Macroadenoma ipofisario operato
Salve dr,sono stato operato per via craniotomica per l'asportazione di una buona parte di adenoma.Dopo un mese dall'intervento i valori di gh erano 12800 ng/ml quelli di IGF-1 1508 ng/ml.Prima dell'intervento i valori di IGF-1 erano intorno ai 1200 ng/ml,e con il trattamento a base di sandostatina sono diminuiti a 1000 ng/ml.La terapia l'ho seguita sino a un mese prima dell'intervento,poi il mio medico mi ha detto di sospenderla x avere dei valori basali,i quali sono risultati ancora piu' alti.Cosi' il dr mi ha fatto fare una nuova RM e un nuovo consulto neurochirurgico,il quale proposto la radioterapia.Poi mi è stata fatta riprendere la terapia medica dopo 2 mesi,per quanto riguarda la radioterapia sono in attesa di consulto radioterapico.Volevo sapere se è stato corretto farmi sospendere la terapia medica per tutto questo tempo,in quanto all'ultima RM si evidenziava un nuovo aumento di massa.In attesa di una vostra risposta porgo i piu' cordiali saluti
[#1]
Gent.mo,
il macroadenoma ipofisario GH-secernente è uno degli adenomi ipofisari più difficili da trattare, spesso la guarigione radiologica non corrisponde a quella laboratoristica e clinica (nel senso che sembra non esserci più alla RM ma i livelli di IGF1 persistono elevati ed anche l'aspetto clinico, facies, mani..rimane uguale).
Trattandosi di MACRO-, l'intervento chirurgico non è sempre risolutivo. In genere si inizia con un trattamento con Sandostatina che serve per ridurre il più possibile le dimensioni in modo da preparare il campo al neurochirurgo, dato che l'adenoma può debordare i confini della sella turcica e compromettere le strutture anatomiche adiacenti, punti 'delicati' per il chirurgo. Dopodichè si esegue l'intervento chirurgico.
Se l'adenoma è ben centrato all'interno della sella turcica, ci sono buone possibilità di asportarlo tutto o quasi tutto, senza compromettere la parte sana della ghiandola. Se l'adenoma deborda molto ed avvolge anche le strutture adiacenti, l'intervento migliorerà il quadro clinico ma non porterà a guarigione.
Detto questo, nel suo caso penso che il medico che le ha sospeso la terapia farmacologica avesse valutato la possibilità di guarigione dopo l'intervento, volendo verificare di quanto i livelli di GH ed IGF1 potessero scendere dopo l'intervento.
Tenga presente che comunque il farmaco viene smaltito lentamente dall'organismo ed una sospensione di qualche mese non ne pregiudica più di tanto il suo effetto complessivo.
Probabilmente la terapia con Sandostatina sarà da proseguire per lungo tempo. La radioterapia stereotassica con gamma-knife può essere una buona scelta terapeutica, ma la sua efficacia dipende sempre dalle caratteristiche dell'adenoma ed ha lo svantaggio di portare ad un possibile stato di pan- o ipopituitarismo (cioè 'brucia' anche la parte sana della ghiandola, quindi a vita occorre fare una terapia ormonale sostitutiva per ogni asse compromesso..e non sempre si riesce con la terapia a raggiungere un buon compenso..).
Trattandosi di acromegalia, quindi di una importante patologia che agisce a livello sistemico (dalle deformazioni ossee al diabete, ipertensione, osteoporosi, cardiopatia...), credo che sia importante prefissarsi l'obiettivo della guarigione, utilizzando tutte le possibili opzioni (anche la radioterapia ed anche più interventi se necessari..). L'eventuale ipopituitarismo che ne può conseguire sicuramente porterà a dei disagi (più terapie, anche iniettive, con possibile difficoltà nell'adeguamento terapeutico..) ma non paragonabili a tutti gli effetti del GH sul nostro organismo.
Ad ogni modo, si rivolga sempre a degli Specialisti del campo (nel senso esperti di ipofisi) visto che si tratta di patologie rare è importante affidarsi a chi ha un'esperienza a riguardo e conosce le possibili nuove terapie.
Cordiali saluti
il macroadenoma ipofisario GH-secernente è uno degli adenomi ipofisari più difficili da trattare, spesso la guarigione radiologica non corrisponde a quella laboratoristica e clinica (nel senso che sembra non esserci più alla RM ma i livelli di IGF1 persistono elevati ed anche l'aspetto clinico, facies, mani..rimane uguale).
Trattandosi di MACRO-, l'intervento chirurgico non è sempre risolutivo. In genere si inizia con un trattamento con Sandostatina che serve per ridurre il più possibile le dimensioni in modo da preparare il campo al neurochirurgo, dato che l'adenoma può debordare i confini della sella turcica e compromettere le strutture anatomiche adiacenti, punti 'delicati' per il chirurgo. Dopodichè si esegue l'intervento chirurgico.
Se l'adenoma è ben centrato all'interno della sella turcica, ci sono buone possibilità di asportarlo tutto o quasi tutto, senza compromettere la parte sana della ghiandola. Se l'adenoma deborda molto ed avvolge anche le strutture adiacenti, l'intervento migliorerà il quadro clinico ma non porterà a guarigione.
Detto questo, nel suo caso penso che il medico che le ha sospeso la terapia farmacologica avesse valutato la possibilità di guarigione dopo l'intervento, volendo verificare di quanto i livelli di GH ed IGF1 potessero scendere dopo l'intervento.
Tenga presente che comunque il farmaco viene smaltito lentamente dall'organismo ed una sospensione di qualche mese non ne pregiudica più di tanto il suo effetto complessivo.
Probabilmente la terapia con Sandostatina sarà da proseguire per lungo tempo. La radioterapia stereotassica con gamma-knife può essere una buona scelta terapeutica, ma la sua efficacia dipende sempre dalle caratteristiche dell'adenoma ed ha lo svantaggio di portare ad un possibile stato di pan- o ipopituitarismo (cioè 'brucia' anche la parte sana della ghiandola, quindi a vita occorre fare una terapia ormonale sostitutiva per ogni asse compromesso..e non sempre si riesce con la terapia a raggiungere un buon compenso..).
Trattandosi di acromegalia, quindi di una importante patologia che agisce a livello sistemico (dalle deformazioni ossee al diabete, ipertensione, osteoporosi, cardiopatia...), credo che sia importante prefissarsi l'obiettivo della guarigione, utilizzando tutte le possibili opzioni (anche la radioterapia ed anche più interventi se necessari..). L'eventuale ipopituitarismo che ne può conseguire sicuramente porterà a dei disagi (più terapie, anche iniettive, con possibile difficoltà nell'adeguamento terapeutico..) ma non paragonabili a tutti gli effetti del GH sul nostro organismo.
Ad ogni modo, si rivolga sempre a degli Specialisti del campo (nel senso esperti di ipofisi) visto che si tratta di patologie rare è importante affidarsi a chi ha un'esperienza a riguardo e conosce le possibili nuove terapie.
Cordiali saluti
Dr.ssa ANNA RITA CARLI
Medico Chirurgo
Specialista in Endocrinologia e Diabetologia
[#3]
Gent.mo,
attualmente sono disponibili in Italia tre classi di farmaci per il trattamento
dell’acromegalia:
1. Analoghi di somatostatina (octreotide, lanreotide)
2. Farmaci dopaminergici (bromocriptina, cabergolina)
3. Antagonista del recettore dell’ormone di crescita (pegvisomant).
1. Questi farmaci sono utilizzati sia come trattamento iniziale (terapia primaria), soprattutto nei casi in cui si debba trattare un grosso adenoma con bassa probabilità di asportazione chirurgica completa, sia dopo un intervento chirurgico (terapia secondaria) nei pazienti in cui persistono tessuto adenomatoso ed elevata concentrazione di GH. Gli analoghi di somatostatina riducono i livelli di GH e IGF1 nella maggior parte dei pazienti, mentre la normalizzazione dei livelli ormonali si ottiene in circa il 40-50% dei pazienti. Gli analoghi di somatostatina possono ridurre il volume del tumore.
3. il pegvisomant blocca gli effetti del GH legandosi al recettore dell’ormone, diminuendo la produzione di IGF1 e quindi diminuendo gli effetti di crescita. Non ha effetti sulla massa, per cui l’adenoma ipofisario può continuare ad accrescersi durante terapia con Pegvisomant
2. I farmaci dopamino agonisti o dopaminergici possono inibire la produzione di GH e quindi diminuire secondariamente la produzione di IGF1, ma non sono altrettanto efficaci come le altre classi
di farmaci prima elencate (validi soprattutto nel forme GH/prolattino-secernenti).
Altri farmaci sono ancora in fase di studio e saranno disponibili nei prossimi anni.
attualmente sono disponibili in Italia tre classi di farmaci per il trattamento
dell’acromegalia:
1. Analoghi di somatostatina (octreotide, lanreotide)
2. Farmaci dopaminergici (bromocriptina, cabergolina)
3. Antagonista del recettore dell’ormone di crescita (pegvisomant).
1. Questi farmaci sono utilizzati sia come trattamento iniziale (terapia primaria), soprattutto nei casi in cui si debba trattare un grosso adenoma con bassa probabilità di asportazione chirurgica completa, sia dopo un intervento chirurgico (terapia secondaria) nei pazienti in cui persistono tessuto adenomatoso ed elevata concentrazione di GH. Gli analoghi di somatostatina riducono i livelli di GH e IGF1 nella maggior parte dei pazienti, mentre la normalizzazione dei livelli ormonali si ottiene in circa il 40-50% dei pazienti. Gli analoghi di somatostatina possono ridurre il volume del tumore.
3. il pegvisomant blocca gli effetti del GH legandosi al recettore dell’ormone, diminuendo la produzione di IGF1 e quindi diminuendo gli effetti di crescita. Non ha effetti sulla massa, per cui l’adenoma ipofisario può continuare ad accrescersi durante terapia con Pegvisomant
2. I farmaci dopamino agonisti o dopaminergici possono inibire la produzione di GH e quindi diminuire secondariamente la produzione di IGF1, ma non sono altrettanto efficaci come le altre classi
di farmaci prima elencate (validi soprattutto nel forme GH/prolattino-secernenti).
Altri farmaci sono ancora in fase di studio e saranno disponibili nei prossimi anni.
[#4]
Utente
Salve Dr.ssa
La ringrazio per la celere risposta,quindi per ottenere un buon risultato sia dal punto di vista ormonale che da quello di riduzione di massa,dovrei prendere sia la Sandostatina che il Pegvisomant?E in tal caso,ci potrebbero esser delle controindicazioni assumendo entrambi i farmaci?
Saluti
La ringrazio per la celere risposta,quindi per ottenere un buon risultato sia dal punto di vista ormonale che da quello di riduzione di massa,dovrei prendere sia la Sandostatina che il Pegvisomant?E in tal caso,ci potrebbero esser delle controindicazioni assumendo entrambi i farmaci?
Saluti
[#5]
Gent.mo,
in genere non viene eseguito il trattamento combinato per gli effetti collaterali di entrambe i farmaci (impatto sul fegato, disturbi gastrointestinali..).
Tuttavia sono già stati eseguiti alcuni studi di co-trattamento che hanno mostrato buoni risultati.
Nel suo caso, essendo all'inizio, deve aspettare di vedere l'effetto della sandostatina. Se non vi sarà una buona risposta al farmaco, sarà lo Specialista ad indicarle le possibili opzioni, anche alla luce del suo stato clinico.
Cordialmente
in genere non viene eseguito il trattamento combinato per gli effetti collaterali di entrambe i farmaci (impatto sul fegato, disturbi gastrointestinali..).
Tuttavia sono già stati eseguiti alcuni studi di co-trattamento che hanno mostrato buoni risultati.
Nel suo caso, essendo all'inizio, deve aspettare di vedere l'effetto della sandostatina. Se non vi sarà una buona risposta al farmaco, sarà lo Specialista ad indicarle le possibili opzioni, anche alla luce del suo stato clinico.
Cordialmente
[#6]
Utente
Gent.ma Dr.ssa
I miei medici hanno deciso di aumentare la dose di sandostatina a 40 mg,in modo da ridurre ulteriormente il volume della lesione per poi fare un altro intervento per via transfenoidale,in seguito farò la radioterapia.
La ringrazio della disponibilità e le auguro un buon Natale!!!
I miei medici hanno deciso di aumentare la dose di sandostatina a 40 mg,in modo da ridurre ulteriormente il volume della lesione per poi fare un altro intervento per via transfenoidale,in seguito farò la radioterapia.
La ringrazio della disponibilità e le auguro un buon Natale!!!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.9k visite dal 06/12/2012.
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